04 Ottobre 2010, 07.00
Idro Bagolino Anfo Lavenone
Eridio

Dubbio e sconcerto

Dopo aver ascoltato la relazione del prof. Muraca in municipio a Idro, Aldo Vaglia fa delle considerazioni. Pubblichiamo volentieri.

 
Dubbio e sconcerto ha procurato la relazione del prof. Muraca dell’università di Brescia sul lago d’Idro.
L’incontro tenutosi il 25 settembre nella sala consigliare di Idro e organizzato dagli “Amici della terra” aveva lo scopo di fare il punto della situazione e contestare la scelta della terza Galleria.
 
Il compito è stato svolto egregiamente dal professore, tanto da crearmi il dubbio di essere stato ingannato e lo sconcerto per non aver capito a chi potesse giovare una soluzione piuttosto che un’altra.
 
Le due istituzioni “Università” e “RID, Registro Italiano Dighe” dovrebbero essere neutre e non avere particolari interessi da difendere se non l’incolumità dei cittadini.
Non hanno voti da prendere o clientele da soddisfare, è pertanto inconcepibile che, come affermato dal relatore, si falsifichino i dati per sostenere che l’unica soluzione possibile per mettere in sicurezza il lago sia la costruzione di una nuova traversa e di una nuova galleria.
 
I dati contestati dall’Università sono: la quantità di materiale da asportare per la paleo-frana 5milioni di metri cubi e non 50 milioni; i risultati di tutte le simulazioni fanno riferimento ad un’escursione di 3,25 e non 1,30; l’indice di scivolamento riscontrato della frana è molto superiore a quanto si possa determinare sia teoricamente che visivamente.
 
Se i dati fossero quelli accertati dall’Università in 13 anni di studio, la soluzione traversa senza galleria sarebbe sicuramente migliore.
La certezza che la terza galleria sia l’unica soluzione tecnica possibile viene meno.
 
Rimangono comunque delle considerazioni di ordine economico sociale e ambientale che potrebbero essere prese in considerazione, dai fautori della terza galleria.
 Una notevole quantità di denaro, che depurata dalle corruttele è pur sempre elevata, potrebbe favorire la rinascita di un tessuto imprenditoriale colpito in modo esagerato dalla crisi.
 
(Le gallerie degli anni 20/30 avevano contribuito in modo determinante a trasformare contadini e pescatori in operai, imprenditori e commercianti, con un effettivo miglioramento delle condizioni socio- economiche)
 
Il materiale estratto dalla nuova galleria potrebbe essere utilizzato per riempire la vecchia; cosi da avere: impatto ambientale molto limitato e brevi trasporti.
 Sono certamente soluzioni utilitaristiche, comunque sempre meglio dell’inattività.
 Il problema dei livelli non può in ogni caso avere una soluzione tecnica, è pertanto compito della politica farsene carico.
 
Aldo Vaglia
 


Commenti:
ID4200 - 04/10/2010 09:53:00 - (Ricard53) - La terza galleria non è solo per la paleofrana.

Caro Aldo la galleria serve anche per la regolazione di piene straordinarie e, con la nuova traversa, ad evitare gravi conseguenze a valle causate dall'effetto di eventi atmosferici rilevanti.

ID4203 - 04/10/2010 15:50:00 - (Elena Bini) - a proposito di Fs

La terza galleria serve, secondo la Regione, poichè il Fattore Sicurezza della paleofrana è 0,55-0,78 e non consente la messa in sicurezza della stessa attraverso pozzi drenanti come proposto dal prof. Simonini per un costo di 5 milioni di Euro. Quindi in caso di piena millenaria che eroda il piede della frana e ne provochi il collasso, l'acqua della piena andrà scaricata attraverso la terza galleria, e 300 metri cubi al secondo di acqua saranno proiettati verso Lavenone per non allagare i beati rivieraschi. L'ing. Muraca ha tenuto a precisare che un Fs di 0,55-0,78 corrisponde ad una FRANA IN ATTO e ORDINE IMMEDIATO DI SGOMBERO da parte della PREFETTURA. Chi era presentre il 29 febbraio 2008 al Polivalente di Idro ricorderà senz'altro la "guerra di numeri" tra tecnici. Ora, dato che i rivieraschi non sono mai stati evacuati, lascio a voi decidere chi abbia ragione. Sig. Vaglia, resto inorridita dalla Sua proposta di trivellare un territorio perchè la gente deve lavorare.

ID4205 - 04/10/2010 17:39:00 - (Ricard53) - Per Elena Bini.

Le verifiche di stabilità si basano su indagini specifiche e sono frutto anche di osservazioni e rilievi di superficie, raccolta di notizie storiche sullo stato e l’evoluzione del pendio, la ricostruzione di eventuali movimenti in atto. Per cui si prendono in considerazione: caratteristiche geomorfologiche, caratteristiche geologiche e proprietà fisico-meccaniche dei terreni (indagini) con definizione dei parametri di resistenza di picco e residui, circolazione acque sotterranee- pressioni interstiziali, sismicità della zona e, nel caso di pendii in frana, deve essere ricostruita, in quanto possibile, la superficie di scivolamento. Come saprai, generalmente gli studi da eseguire sono costituiti da: rilievo plano-altimetrico del pendio, geomorfologia da foto interpretazione, posizionamento di basi e picchetti per misurare spostamenti rispetto a capisaldi (pendii in frana), inclinometri e verifiche di stabilità su superficie in numero sufficiente da

ID4206 - 04/10/2010 17:57:02 - (Ricard53) - continua..

determinare la stabilità minima. Alla fine il fattore di sicurezza FS è fissato dal Progettista, tenendo conto del grado di affidabilità dei dati disponibili, della complessità geologica e geotecnica e del rischio. In conclusione è probabile che due diversi progettisti possano fornire dati sullo stesso problema con qualche differenza, entrando nel campo delle diverse risposte tecniche, come spesso succede. Resta in ogni caso sul tappetto, al di là delle possibili soluzioni prospettate, l'incombenza di una frana, della quale nessuno ad oggi è in grado di prevedere l'evoluzione e su cui è meglio non scherzare, visti i fatti di cui sono pieni i notiziari di mezzo mondo. La Regione ha la responsabilità della messa in sicurezza effettiva del Lago e dei suoi versanti e ne risponde a tutti gli effetti, diversamente da chi pontifica anche senza cognizione di causa.

ID4208 - 05/10/2010 09:22:00 - (Aldo Vaglia) - Per Elena Bini

Nel mio intervento non prendo posizione a favore di una soluzione piuttosto che un'altra. Avanzo dubbi sull'incongruenza dei dati e concludo che con dati diversi ci possono essere soluzioni alternative. Mi fa notare Ricard53 che per la soluzione "traversa " e' necessario il ripristino della galleria degli agricoltori e l'asporto del materiale di frana. Ribadisco che essenziale e' la messa in sicurezza del lago e piuttosto che l'inattivita' (risultato a cui potrebbero portare le sue certezze) e' meglio una soluzione che, seppur dispendiosa, raggiunge lo scopo. Aperto ad ogni soluzione una cosa vorrei ricordarle: il lavoro e' a fondamento di ogni civilta' ed e' al primo posto nella nostra "Costituzione" inorridisca per qualcos'altro.

ID4211 - 05/10/2010 16:54:00 - (Elena Bini) -

Sig. Vaglia, è di tutta evidenza che ci siano non solo dati incongruenti sulla sicurezza della paleofrana, ma oltretutto falsita istituzionali, e questo e' un grave problema anche sociale su cui riflettere. Lei è aperto ad altre soluzioni? Ma LA soluzione ora è una e una sola e costa alla comunità 51 milioni di Euro almeno. Lei scrive: soluzione che, seppur dispendiosa, raggiunge lo scopo. Temo di dovermi ripetere: arriva la piena millenaria, la frana frana, il lago allaga, i paesi sottolago ricevono 300 metri cubi al secondo di acqua dalla terza galleria. A me questa non suona come sicurezza. A Lei si? Saro ottusa, ma evitare la frana sia sul fiume sia sulla strada a me avrebbe messo molta piu sicurezza. Ed il costo 10 volte inferiore magari un dettaglio.. ma ben accolto. Infine Lei dice: le mie certezze (io le chiamo informazioni raccolte da ogni fonte seria ed istituzionale) portano ad inattivita (io parlo da sempre di attuazione del progetto del prof. Simonini, Univ. PD

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Quale futuro per il lago d'Idro? Dopo aver "spezzettato" il suo pensiero sullo spazio dedicato ai commenti agli articoli, la lettrice qui lo espone con maggior completezza. Pubblichiamo volentieri.

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27/09/2010 09:08

Terza generazione no grazie. Meglio il futuro. Di energia nucleare se ne fa un gran parlare e non sempre con cognizione di causa. Dice la sua Aldo Vaglia e noi pubblichiamo volentieri.

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