Un diaframma per avere fiducia in Enel

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Ecco allora che i rivieraschi vogliono che venga edificata sul canale dell'Enel che succhia acqua al lago un muro che permetta l'uscita di prezioso elemento solo da quota 367,50.

Dal dire al fare c’è di mezzo il... canale. Che è poi quello dell’Enel.
Con il lago bello pieno l’attenzione dei rivieraschi è ora concentrata sulle cose da fare perché possa rimanere tale e la prima scadenza che preoccupa tutti quanti è quella del prossimo 30 aprile.
Per quella data, infatti, è prevista la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria del condotto Idro-Vobarno che serve all’approvvigionamento idrico della centrale Enel di Carpeneda.

Cosa succederà il canale fra Lemprato e Crone ricomincerà a succhiarsi il lago? Sono in molti a chiederselo, anche perchè la regola attuale mette a disposizione dell’Ente regolatore, per provvisorio che sia, tre metri e 25 centimetri di “escursione” lacustre.
“Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha emanato a febbraio una lettera di indirizzo con la quale invita gli enti ad assicurare il deflusso minimo vitale (Dmv) del fiume Chiese attraverso lo sfioro della traversa – ha spiegato mercoledì sera la sindaca di Idro Augusta Salvaterra al Consiglio comunale -. Non si tratta di una legge, ma è pur sempre l’indicazione di un ministro della Repubblica. Noi non vogliamo certo che la sua volontà venga disattesa”.

Come fare? La proposta che finalmente vede operare all’unisono le amministrazioni, almeno quelle valsabbine, e che va in quella direzione si chiama “sbarramento fisso a quota 367,50-368” lungo il canale di approvvigionamento alla centrale Enel di Carpeneda di Vobarno.
L’opera in questione, suggerita tempo fa dai “ribelli” del Coordinamento per il lago, è diventata nei giorni scorsi una proposta della Comunità montana che ha chiesto di adeguare il progetto Enel aggiungendo questa sorta di tappo che permette all’acqua del lago di entrare nelle condotte forzate solo se il livello raggiunge la quota prevista.

“In qualità di ente che ha la competenza al rilascio del provvedimento edilizio abbiamo convocato per il 16 marzo una Conferenza dei Servizi per decidere in merito – ha aggiunto la Salvaterra -. L’obiettivo è quello di snellire le procedure per fare in modo che questo sbarramento possa essere edificato al più presto”.

Il lago d’Idro è anche nei pensieri della Coldiretti: “La situazione è paradossale, sul lago d’Idro ora si sta sprecando l’acqua” denuncia il presidente Prandini che ieri ha chiesto al Commissario Fanfani di limitare il più possibile il deflusso d’acqua, mentre c’è l’Enel sta praticamente svuotando i bacini di Boazzo e Bissina senza un apparente perché.
La Coldiretti, contrariamente a quanto affermano sul lago, vede però con favore “la proposta dell’assessore Buscemi che indica una soluzione col lago a quota 369 e un’escursione di 3 metri e 25”. Staremo a vedere.

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