16 Febbraio 2011, 14.37
Festival

Sanremo 2011: su il sipario, buona la prima

di Davide Vedovelli

Sanremo atto primo. Ieri sera, in diretta nazionale su Rai Uno, č andata in onda la prima serata del Festival di Sanremo.

Si alza il sipario sulla 61° edizione e la scenografia, tenuta come sempre segreta fino all'ultimo minuto, non brilla per originalità. Poco sobria, poco ricercata, punta tutto su effetti luce e maxi-schermi, cercando di ubriacare il telespettatore. A condurre e guidare la squadra Gianni Morandi. Fin dalle prime battute ha convinto: spontaneo, preparato, a suo agio, ha dimostrato di avere il pieno controllo della situazione. Non ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno, sa perchè è lì, conosce il suo festival a cui ha lavorato con passione, e lo sa gestire con disinvoltura. Lascia il giusto spazio ai compagni di palcoscenico, senza mai peccare di protagonismo ne di egocentrismo.

Ha dimostrato coraggio, ha le spalle larghe il ragazzo, e mestiere da vendere. Ad affiancarlo le due vallette, decisamente superflue ed ininfluenti, quasi obbligate, per rispettare una tradizione tutta italiana di cui faremmo volentieri a meno. Risulta quasi imbarazzante il Tango ballato da Belen (visibilmente impacciata che tenta invano di giustificare il suo cachet e la sua presenza sul palco) con il tangheiro Miguel Anguel Zotto, re del Tango argentino.

A completare la squadra Luca e Paolo, che sul palco dell'Ariston perdono la spontaneità che li contraddistingue, le battute sono tutte preparate a tavolino, e un po' troppo tirate e programmate. Si fanno perdonare quando cantano la canzone dedicata a Berlusconi e Fini, al termine il pubblico fischia ed applaude: chissà cosa avrà pensato il sindaco di Sanremo, seduto in prima fila, di schieramento Pdl/Lega. Prendere e portare a casa, se la scena italiana è ridicola ed imbarazzante non è certo colpa di Luca e Paolo.

Veniamo alla musica, che finalmente, dopo tanti anni, torna protagonista del Festival. In uno scenario dantesco, come già fece un mio carissimo amico in un articolo relativo al Premio Tenco, li dividerò in inferno, purgatorio e paradiso.

Cominciamo con il purgatorio.
In purgatorio, nel limbo, con la possibilità di redimersi ci metto subito Davide Van De Sfroos, energia e calore, ma da lui mi aspettavo di più. Il testo e la musica non brillano per originalità, ma forse è un brano che merita più ascolti. A fare compagnia al cantautore comasco Patty Pravo, la ragazza del Piper, che non sembrava essere in serata, la voce incerta inciampa sul alcuni passaggi, ma sicuramente saprà far vedere di che pasta è fatta nelle prossime serate, il testo non è male, l'arrangiamento anche.
Stessa sorte per Anna Oxa, nonostante la bocciatura della giuria il brano è certamente più interessante di tanti altri. Lei ha già un piede all'inferno, ma il ripescaggio potrebbe salvarla dalle anime dannate. Qui troviamo anche Nathalie, non si capisce ancora bene che tipo è.. diamogli tempo per volare in paradiso o precipitare nel baratro.

In paradiso ci vola Battiato con Madonia. Madonia comincia da solo, canta quasi tutto il pezzo, magistralmente arrangiato da Battiato. Il maestro entra a pochi secondi dalla fine del brano, si siede al piano, canta tre versi, come a voler concedersi, ma non troppo, al pubblico dell'Ariston, saluta e se ne va. Elegante. Sicuramente il migliore della serata
In paradiso anche Mauro Ermanno Giovanardi con il La Crus, voce calda e passionale, volto nuovo per il Festival, ci sa fare.
Ci mettiamo anche il Prof. Vecchioni, un po' per merito, un po' per affetto. Il brano intimista non è certo il migliore scritto dal cantautore, ma a Sanremo, in quest'occasione, fa la sua porca figura, in altra stagione sarebbe stato fischiato.
Entra nel regno dei cieli anche Tricarico, il piĂą originale della serata.

A bruciare tra le fiamme eterne Anna Tatangelo, inqualificabile. A ruota i Modà con Emma, imbarazzanti. Anche se affiatati propongono un brano retorico, scontato e inverosimilmente orecchiabile. Tra i dannati anche Max Pezzali, abbigliamento da vecchio contadino, accenti e metrica stravolta da far rabbrividire, fedele a se stesso. Al Bano cerca di vincere giocando sporco, cercando di far leva sui “buoni sentimenti” e sulla lacrima facile: condanna eterna anche per lui. Stessa crudele sorte per Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario, il ritornello gli costerà la pena massima applicabile.
Ora tocca ai giovani e giovedì ai duetti. Già si scommette sui vincitori. Si accettano proposte.
 



Commenti:
ID7041 - 16/02/2011 14:53:00 - (ramon) - PiĂą o meno concordo col giudizio

Presentatori troppo ingessati e intenti a leggere il copione, servirebbe un po' più di leggerezza. Al primo ascolto è difficile dare un giudizio, ma concordo con la bocciatura di Tatangelo e Oxa. Atmosfera da messa cantata... aspettiamo Benigni...

ID7044 - 16/02/2011 17:10:00 - (nion84) - dimenticavo Giusy Ferreri

me la sono dimenticato, e forse è stato meglio così... un posto al caldo anche per lei ...irrilevante.

ID7046 - 16/02/2011 18:00:00 - (dibointheworld) -

Scusate la freddezza: fanno schifo i presentatori...!!!

ID7053 - 17/02/2011 11:24:27 - (Ricard53) - Credibilità.

A prescindere dalla valutazione sulla manifestazione in se stessa, che credibilità hanno questi critici che osannano Tricarico (voce inesistente, canzoni noiose e piatte), peraltro quasi tutti uniti nelle opinioni. Ma è noto che se dovessimo ascoltare solo la musica che piace ai "critici" o dovessimo guardare solo i film che amano, moriremmo tutti di noia o magari avremmo visioni in buona parte deprimenti della vita. Certo il panorama del festival non è eccezionale, ma bollare le due voci più innovative e direi anche migliori (Nathalie e Giusy Ferreri). non solo è ingeneroso, ma sa più di processo alle intenzioni che di vera valutazione. Qualcuno ha già stabilito prima chi deve piacere e chi no.

ID7054 - 17/02/2011 15:59:00 - (Giacomino) - Le parole sagge

di Ricard mi fanno arrossire di meschinità per non aver visto le due puntate precedenti, rimedierò stassera guardando Benigni. Forse hanno ragione i miei figli quando mi dicono: Guarda che la musica non è solo quella del coro "i Crodaioli" di Bepi de Marzi. Saluti a tutti.

ID7057 - 17/02/2011 17:40:25 - (nion84) - in-credibilità

come si sa, e per fortuna, i critici e gli opinionisti, hanno opinioni e pareri differenti, concordi, discordi, a volte sbagliati, a volte no. Ferreri e Nathalie non mi sembrano però "voci interessanti"...-nulla di nuovo sotto il sole- direi. Aggiungiamo dei testi (in particolare quello di Giusy Ferreri di una banalità sconcertante). Riguardo a Tricarico è vero..la voce non è eccezionale..però l'idea melodica e di costruzione della canzone mi sembra abbastanza originale e carina.

ID7065 - 18/02/2011 09:31:39 - (Giacomino) - Ci voleva R.Benigni

che è molto di più di un comico, per parlare della nascita dell'Italia agli italiani. Per un attimo è stato capace di far rivivere rievocando i loro nomi, i martiri del risorgimento.

ID7066 - 18/02/2011 09:46:04 - (Ricard53) - Tutto è opinabile.

Per uno come me che ha sempre amato il progressive rock, non è facile vedere cose ottime a Sanremo, direi che la canzone di La Cruz si discosta dalle altre e con la citazione a Morricone ne completa il significato musicale. La costruzione di una canzone, a mio avviso, si può riferire principalmente alla sua parte musicale e all'arrangiamento, il testo è sicuramente molto importante, ma non è tutto (quanti ascoltano veramente un testo le prime volte, per non parlare poi delle canzoni in lingua straniera), mi ricordo cosa dissero molti critici a proposito dei testi di Mogol nelle canzoni di Battisti, bollati come insignificanti e fuori dal tempo, ora è tutto un'osanna. Dissero perfino a Battisti di non cantare per non rovinare le sue canzoni (sic!). Che fenomeni! Allora di Tricarico cosa bisognerebbe dire? Ha ragione Linus che ieri a DJTV ha detto: "vedrai che adesso che la canta Tricarico, l'Italiano diventa una canzone alternativa".

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