Le ceramiche dell'età del bronzo

È dal 2007 che il Museo archeologico della Valle Sabbia di Gavardo conduce delle campagne di scavi durante l’estate su questo sito preistorico dell’età del bronzo, abitato, secondo gli archeologi, dal 2034 al 1967 a. C., che si pregia del riconoscimento di sito Unesco.

Ad illustrare in un incontro con la stampa i principali ritrovamenti di quest’ultima campagna di scavi il direttore del Museo e dello scavo, l'archeologo Marco Baioni, alla presenza del presidente Marcello Zane e del consigliere Enrico Giustacchini della Fondazione Piero Simoni, a cui fa capo il museo gavardese, e del sindaco di Gavardo Davide Comaglio e della vicesindaco e assessore alla Cultura Ombretta Scalmana.

«Quest'anno – riferisce Baioni – lo scavo ha riportato alla luce uno strato con una numerosa presenza di frammenti ceramici: grazie all’abilità di alcune restauratrici sul posto sono stati ricostruiti con un lavoro di assembramento tipo puzzle alcuni vasi, brocche, tazze di varie forme e dimensioni. Molto probabilmente si tratta di manufatti che sono stati gettati nel lago prima di abbandonare questo sito (Lucone 4) e trasferirsi in un altro più grande (Lucone 1)».

Una tazza assomiglia molto, anche dall’impugnatura, ai nostri boccali di birra; uno ha la forma di una borraccia, uno risulta particolarmente decorato con un inserto di pasta bianca che mette in risalto la decorazione.

Quest’anno, a causa della siccità e dell’assenza di acqua che normalmente ricompre il sito, sè è colta l'occasione per estrarre uno dei pali di fondazione delle palafitte: un palo con punta realizzata a colpi d’ascia lungo 5 metri, che probabilmente originariamente era di 7/8 metri.

Con questo scavo si sono raggiunti gli strati più profondi ed è stato ritrovato un pesce del periodo tardo glaciale: un luccio di 15.000 anni fa.
Come sempre la terra dello scavo viene attentamente setacciata e vengono recuperati anche altri importanti elementi. come semi, frutti, resti di ossi di animale, resti di pesce.
Tutto questo permette a vari esperti di capire come viveva l'uomo nell'età del bronzo.

Durante il periodo dello scavo, che terminerà questa settimana, il sito è aperto al pubblico: tutti i venerdì la visita guidata; poi si sono svolti due campi estivi di una settimana ciascuno e domenica prossima ci sarà un evento a conclusione dell'attività di scavo

«L'obiettivo – spiega il presidente Marcello Zane – è quello di dare continuità e visibilità a questo scavo i cui reperti vengono conservati dal nostro museo di Gavardo. Per il prossimo anno, in occasione di Brescia e Bergamo capitali della Cultura 2023, sono in programma numerose iniziative, tra cui una mostra degli oggetti lignei recuperati dal Lucone».

Anche per il museo di Gavardo sono in arrivo novità: «Il museo sarà oggetto di un ampliamento nell’ambito di un progetto di riqualificazione del centro storico – ha spiegato il sindaco di Gavardo Davide Comaglio – 350 mila euro saranno destinati alla sistemazione di uno stabile adiacente all’attuale, dove saranno ricavati una foresteria, che ospiterà gli studenti impegnati nello scavo, e nuovi magazzini che consentiranno di liberare nuove sale del museo per nuove esposizioni».