«Democrazia e depuratore»

In effetti la nomina del Commissario Straordinario nella persona di S.E. il Prefetto Attilio Visconti ha innestato una serie di considerazioni e movimenti che non è chiaro a cosa possano portare, chiarissimo invece è l’innesco sulla questione "democrazia" che ha provocato la nomina di cui sopra.

Per tre lunghi anni, anzi anche di più se partiamo da Visano per arrivare fino a Gavardo - Montichiari, prima e forse ultima collocazione del “depuratore con le ruote” gardesano, si è detto a tutti quelli che in qualche modo volevano opporsi a queste scelta che avrebbero avuto la loro chance di dire la propria, di cambiare e/o di migliorare il progetto senza necessariamente ricorrere alle proteste o alle contestazioni di piazza.

Ci dissero che esistevano percorsi formali, codificati che avrebbero permesso di ascoltare le istanze dei territori attraverso le varie procedure individuate dalla legge ovvero le conferenze dei servizi, le valutazioni di impatto ambientale e come ultima ratio, anche i possibili ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) e vari gradi superiori.

Traducendo, insomma, se non siete contenti del progetto avete tutto un percorso all’interno delle norme e delle leggi dello Stato per portare avanti le vostre istanze, per cui non fatela tanto dura adesso con le proteste che tanto non servono.

Questo se sei valsabbino, se abiti sul fiume Chiese o in qualche parte della provincia che non sia il lago di Garda, insomma, se sei un cittadino di serie B.

Se invece abiti in un posto ricco e potente con amici e politici altolocati allora questo percorso istituzionale e all’interno delle leggi dello Stato per far valere le tue ragioni puoi anche scavalcarlo.

Infatti quando il depuratore del Garda è tornato a casa, a Lonato del Garda, da dove era partito il suo pellegrinaggio provinciale ben 14 anni fa, gli amministratori dei comuni interessati e i presidenti degli enti gardesani coinvolti non si sono certo accontentati del percorso standard destinato ai poveri mortali, loro no.

Con manovre ben poco chiare in quel di Roma e con motivazioni più vicine alle frottole che alla serietà loro hanno voluto e ottenuto una super scorciatoia e su tutta la questione è calata l’ombra del Commissario e, colpo di scena su colpo di scena, non un Commissario qualunque, infatti, la nomina è caduta sul Prefetto, uomo dello Stato sul territorio.

Anche se il copione è già scritto e senza lieto fine per la maggior parte di quelli coinvolti a vario titolo, lasciando cicatrici aperte sul territorio che bruceranno per tanto tempo, io coltivo ancora l’illusione che essere nel giusto, aver dimostrato che si può fare la cosa giusta e che si può farla anche nel modo migliore, abbia ancora il suo peso anche per quelle persone che nelle istituzioni stanno facendo di tutto per convincermi del contrario.