Nuovo cambio di sponda

Poche idee, ma confuse. Il modo di dire calza a pennello sulla situazione del progetto del doppio depuratore e Gavardo e Montichiari.

L’ipotesi avanzata del profetto-commissario di spostare il maxi depuratore delle fogne dei comuni gardesani sulla sponda sinistra ipotizzato a Gavardo sulla sponda sinistra del Chiese è naufragata davanti all’evidenza che lo spazio non c’è.

«Già un mese fa dicevamo che l'ipotesi di cambiare sponda al progetto del depuratore del Garda per l'impianto di Gavardo non stava in piedi. Forse perché non abbiamo paraocchi politici che ci oscurano la ragione, e il territorio lo conosciamo davvero, non solo su una cartina geografica». Non usa giri di parole Filippo Grumi del Comitato Gaia per sostenere che «si è perso inutilmente un altro mese di tempo per sondare un'ipotesi che il commissario giudicava "migliorativa". Niente di più falso, e quando si è trovato davanti al rapporto di Acque Bresciane - che sostiene come lo spostamento dell'impianto sulla sponda sinistra del fiume non solo non sarebbe stato economicamente più vantaggioso, ma avrebbe reso necessario l'esproprio di 4 case - ha fatto dietrofront».

Per Grumi «questo ennesimo flop dimostra che la scelta fatta dal prefetto-commissario è meramente politica e tentare di darle una veste tecnica o ambientale copre di ridicolo chiunque ci provi».

Il depuratore di Gavardo, dunque, verrà costruito sulla sponda destra del fiume, come da progetto originario. Sempre che i ricorsi ai Tar degli undici Comuni, le petizioni e le interrogazioni presentate in parlamento e all'Ue non rimescolino nuovamente le carte.

Nel frattempo è giunta da Roma la disponibilità del ministro della Transizione ecologica Cingolani ad incontrare le amministrazioni locali, i comitati e le associazioni ambientaliste.

A strappare la promessa allo schivo titolare del Mite è stata Europa Verde Brescia attraverso l’europarlamentare Eleonora Evi. Che ha deciso di scrivere direttamente a lui, ribadendo le alternative sul tavolo.

«Ti chiedo gentilmente di valutare la possibilità di incontrare i comitati del territorio e di ascoltare le loro ragioni sui progetti alternativi - scrive Evi nella mail inviata al ministro -. Ad esempio, la sola sostituzione della sublacuale avrebbe un costo di circa 15 milioni di euro con tempi di intervento non superiori ai diciotto-ventiquattro mesi di lavori, invece l’attuale progetto ha un costo minimo pari a 230 milioni di euro. Secondo la relazionedel16giugno2021 stilata da Acque Bresciane srl, la condotta sublacuale Toscolano Maderno- Torri del Benaco è in ottimo stato e, con le manutenzioni in atto, il termine è estensibile fino al 2035».

Immediata la risposta di Cingolani, che ribadisce di aver seguito la vicenda: «Ho visionato personalmente l’analisi comparativa tecnica, finanziaria e di tempistica prodotta dalla struttura commissariale e il confronto era assolutamente chiaro. Difficile poter questionare la scelta del commissario, indipendentemente da mozioni e scelte burocratiche precedenti. La soluzione scelta - precisa il ministro - è quella più veloce e i rischi connessi ad un disastro ambientale nel lago di Garda, che rappresenta la maggior riserva di acqua dolce italiana, sono reali e cogenti». Infine, la disponibilità ad un incontro sia con la Provincia sia con il comitato 9 agosto: «Non ho davvero alcun problema a parlare con loro, ma dopo la Cop 26 di Glasgow» fa sapere Cingolani.