Il prezioso contributo dei volontari di Protezione civile

Cortesia e pazienza. Sono i requisiti richiesti ai volontari di Protezione Civile impegnati presso il Centro vaccinale di Gavardo e che con grande disponibilità mettono in campo.

Sono loro ad accogliere e guidare le persone che vengono vaccinate nel breve ma preciso percorso da seguire per effettuare la vaccinazione all’interno dell’hub valsabbino.

Dopo Pasqua, il Centro vaccinale di Gavardo è stato ampliato con una nuova tensostruttura che funge da sala d’attesa e con 10 box per le vaccinazioni, e sta funzionando 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20, 7 giorni su 7.

I volontari sono suddivisi su 2 turni (8-14 e14-20) e per ogni turno, al momento, operano 9 volontari di Protezione Civile dei gruppi valsabbini e gardesani. Sono questi uomini e donne in divisa gialla che danno indicazioni su come procedere all'interno della struttura vaccinale e rispondono alle domande e alle richieste dei cittadini.

A gestire questo esercito di volontari è la coordinatrice del gruppo comunale di Protezione Civile di Gavardo, Francesca Spina, che predispone i turni coinvolgendo i diversi gruppi presenti nella valle e sul Garda: da Ponte Caffaro a Vallio Terme, da Tignale al IX Comprensorio gardesano, compresi alcuni Alpini della PC della “Monte Suello”.

A sovrintendere, affinché tutto funzioni a dovere, c’è l'assessore ai Servizi sociali di Gavardo, Caterina Manelli, che con il sindaco Davide Comaglio ha seguito sin dagli inizi la costruzione e l’avvio dell’hub vaccinale presso il Palafiera del Centro sportivo gavardese.

«Al momento tutto sta procedendo bene – riferisce l’assessore –, dopo che abbiamo risolto le problematiche relative alle prenotazioni, grazie all'interessamento sia del nostro sindaco, sia del presidente della Comunità Montana e degli altri sindaci».

Anche lei è un volontario di Protezione Civile e si alterna con Francesca Spina a gestire il lavoro dei volontari all'interno dell’hub vaccinale.

«Il centro apre alle 7.30 – spiega Manelli – per consentire agli operatori sanitari di preparare le dosi di vaccino da inoculare; prima di aprire al pubblico, facciamo un briefing con i volontari per spiegare loro i loro compiti».

I volontari sono impiegati all'ingresso per controllare gli accessi e misurare la temperatura; poi nella prima tensostruttura (aggiunta a inizio aprile al Palafiera che funge da sala d'aspetto) dove avviene la registrazione, consegnano un foglio da compilare e vengono smistati con due numerazioni differenti a seconda che si tratti di prima o seconda dose.

Quindi le persone passano in una seconda zona, dove da un lato ci sono i box con i medici per l'anamnesi e dall'altro i 10 box con gli infermieri per la vaccinazione vera e propria.
E qui ci sono altri volontari che smistano le persone da una parte all'altra, facendo in modo che appena un box si libera venga subito occupato.

Nel colloquio col medico le persone sono invitate a presentare le loro problematiche di salute: al momento per gli over 60 è raccomandato Astrazeneca, ma in base alle esigenze, i medici possono optare anche per gli altri vaccini Pfizer o Moderna.

Questa settimana erano attive 5 o 6 linee vaccinali contemporaneamente, con la somministrazione fra le 700 le 800 dosi giornaliere.
La prossima settimana i numeri aumenteranno arrivando a sfiorare i 1000 giornalieri, perché oltre alle prime dosi (intorno alle 600) ci saranno i richiami per le seconde dosi (dalle 330 alle 450).

Una volta vaccinate, le persone sostano in un'altra area per 15 minuti affinché non si verifichino malesseri: al momento non si sono mai verificati. Anche qui ci sono i volontari che controllano che le persone rimangano sedute per un quarto d'ora, per poi indicare l'uscita dal retro del Palafiera.

Oltre ai volontari di Protezione Civile, all'ingresso c'è sempre un volontario dell’ANC per gestire il traffico e i parcheggi, così come è sempre presente un agente della Polizia locale.

Come si può notare, il lavoro dei volontari è davvero importante e prezioso, perché le persone seguano in modo ordinato il percorso che porta alla vaccinazione.

«Nelle prime settimane – spiega l’assessore Manelli – ci siamo affidati in particolare ai volontari del nostro gruppo comunale di Protezione Civile e di quelli dell’Associazione volontari gavardesi. Poi quando la Provincia ha dato l’ok, abbiamo coinvolto anche i volontari degli altri gruppi».

Essendo gli afflussi prenotati a orari precisi non si presentano quasi mai affollamenti né code, se non alle prime ore del mattino quando le persone, temendo forse il traffico, arrivano con maggiore anticipo rispetto al loro orario stabilito.

All’hub di Gavardo la macchina organizzativa sembra aver imboccato la strada giusta e anche le persone che arrivano le Comuni più lontani non hanno manifestato disagi.