In questi tempi difficili si possono scoprire ancora notizie preziose, perle di gentilezza e generosità. E tre compleanni.
* Oggi al Teatro Santa Giulia di Brescia (Villaggio Prealpino) alle ore 15.30 l’amico Andrea Giustacchini in “Cara Liliana” dedicato a suor Liliana Rivetta per il 150° della congregazione delle Suore Comboniane.
In ogni immagine di suor Liliana appare il suo sorriso, la sua tenerezza. Donando se stessa, si è fatta messaggera di tenerezza, ci ha regalato una luce di speranza, in questo mondo a volte buio. Liliana fa pensare a quella frase di Tagore “Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l’acqua, con la sua dolcezza, la sua danza, il suo suono.” Si dedicò ai numerosi bambini rimasti orfani. L’orfanotrofio era stato costruito per i bambini senza mamma, per evitare che venissero “buttati” nei boschi. Quei bambini orfani, che non conoscevano papà o mamma, trovavano in lei una mamma dolcissima, che li copriva di baci. Con tutta l’infinita tenerezza di una mamma, come per dire loro: “Guarda, sono qui con te, non aver paura, non ti abbandonerò. Mai.” Molti bambini morivano per la fame e il colera. Ogni giorno ne seppelliva due o tre. Riposava a fatica: “Non è giusto, non è giusto, queste sono ingiustizie, perché tanti bambini devono soffrire in questo modo?” Quando le scorte si esaurivano si nascondeva in cappella, prostrata sul pavimento ad implorare Dio che provvedesse ai suoi affamati bambini. “Sarei pronta a pagare personalmente per lenire la sofferenza di questa gente”. In poco tempo era dimagrita, ma non ha mai perso il sorriso. Ma non bastavano le sofferenze di ogni giorno, no. Arrivarono uomini feroci e con le armi. E furono giorni orribili, di fame e paura per la sua gente.
E quando ha dovuto tornare a Gavardo, lei che non amava apparire si è impegnata fino allo sfinimento per trovare i soldi per l’acquisto di un trattore, che potesse servire a coltivare la terra africana, per dar da mangiare ai “suoi” bambini. Ma sempre con un’infinita tenerezza negli occhi, in un viso scarno, pallido, in un corpo dimagrito che pareva un fuscello ma conteneva la forza immensa di una donna che vuole aiutare i propri bambini, ad ogni costo. Sebbene non ancora ristabilita, le venne chiesto di tornare in Africa per sostituire una consorella malata, e non esitò a partire.
Al suo ritorno la gente del villaggio le fece una grande festa; la chiamavano “la suora dal dolce sorriso” e “quella dal cuore tenero”.
Era sempre sorridente e felice della sua scelta. Nell’ultima lettera scrisse: “Vorrei tanto dire a mamma che non mi sento infelice, certo, difficoltà ce ne sono dappertutto, ma questa è la vita che ho scelto.”
Suor Liliana non è morta per caso. La sua morte ha illuminato la sua vita. Quando a Gavardo giunse la terribile notizia della sua uccisione, erano tutti increduli, devastati dal dolore: nel paese è scesa la tristezza. Era San Lorenzo, quando la notte cadono le stelle. Si dice che “le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.” Suor Liliana salì in cielo a 37 anni. Era il centenario della morte di san Daniele Comboni, che disse: «Se avessi cento vite le darei tutte per l’Africa». Liliana era la prima suora comboniana uccisa in missione.
Ai suoi funerali in Uganda, tutti piangevano attorno alla sua bara. Soprattutto i suoi bambini, le sue ragazze. A Gavardo, in casa Rivetta, le suore Comboniane la vegliarono. Niente camera ardente: tutto bianco, niente lutto! La sua mamma usciva solo di notte per abbracciarla.
I funerali si svolsero il giorno di San Rocco. Quello fu il giorno in cui, nonostante il caldo, soffiava il vento della tenerezza. Quello fu il giorno in cui tutti si strinsero accanto a Liliana in un solo, grande abbraccio. C’erano tantissime suore e una marea di persone. Una cosa così non s’era mai vista. A migliaia si strinsero intorno a lei per darle l’ultimo saluto.
Non fu usato il carro funebre, i suoi amici fecero a gara per portarla a spalle dalla casa alla chiesa e dalla chiesa al cimitero. Tutti vollero toccare la sua bara ricoperta di fiori bianchi, prima che venisse tumulata in un applauso festoso di mani alzate al cielo. Ci volle un’ora, mentre le 200 consorelle cantavano il “Magnificat”.
Nella sua stanzetta trovarono solo una Bibbia, una biro, alcuni fogli di carta bianchi, qualche capo di biancheria e un paio di zoccoli. Erano tutti i suoi averi.
Molte volte il mondo ci sembra davvero brutto. Tutti siamo arrabbiati, tutti siamo scontenti, il futuro ci appare sempre più incerto. Tanti non credono più in nulla. Ma ancora una volta ci aiutano le parole di Martin Luther King: ‘Le tenebre non possono cancellare le tenebre. Soltanto la luce può farlo. L’odio non può cancellare l’odio. Soltanto l’amore può farlo’.
Qualcuno ha scritto che c’è solo una storia, la più antica, la luce contro l’oscurità. A volte sembra che l’oscurità stia vincendo, ma grazie alle persone buone la luce non smette mai di brillare. Perché ogni uomo è fragile, è fango e spirito. Capace di meschinità, di mediocrità se non di orrore. Ma anche capace di dolcezza, di tenerezza, di amore senza confini. Ci manca il sorriso di suor Liliana, il suo modo di essere. Ma lei sarà giovane e sorridente per sempre, nell’infinita tenerezza dell’amore di Dio.
Ricordo alcune comboniane: suo Margherita Baresi, suor Maria Teresa Goffi, suor Bianca Bresciani. E i comboniani padre Ezio Bettini, padre Giampiero Baresi, padre Gabriele Chiodi, padre Severino Perini, Fratel Angelo Pedrotti, don Italo Giustacchini.
* Oggi il mitico don Gabriele Banderini fa il suo trionfale ingresso a Bedizzole accompagnato dal suono di ben due bande. Don Gabriele è la simpatia fatta persona. Quando ti siedi a tavola con lui, dispensa pillole di saggezza alternate a battute sulla vita dei sacerdoti ed a gustosi aneddoti sullo spiedo. Le sue omelie sono sempre profonde e contrappuntate dal senso dell’umorismo. Del resto, Dio non è stato il più grande umorista, avendo creato l’uomo?
* Si commemora il 4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. A tutti i ragazzi caduti in guerra dedico la canzone “Stelutis alpinis”
“Se un mattino tu verrai fino in cima alle montagne
troverai una stella alpina che è fiorita sul mio sangue.
Per segnarla c’è una croce, chi l’ha messa non lo so,
ma è lassù che dormo in pace e per sempre dormirò.
Tu raccogli quella stella che sa tutto del tuo amore
sarai l’unica a vederla e a nasconderla sul cuore.
Quando è sera e resti sola non piangere perché
nel ricordo vedrai ancora tu e la stella insieme a me”
* Oggi alla scoperta del passato al Museo Archeologico coi bambini 6-11 anni
* a Villanuova pomeriggi Danzanti al Circolo ACLI
* giovedì pomeriggio alla Biblioteca di Gavardo letture di Inaià e Tatiana per bambini 3-6 anni
* giovedì dalle 15 nella Sala Civica Cecilia Zane di Gavardo il Comune con l’Associazione Labsus organizza una giornata di riflessione su “Amministrazione condivisa dei beni comuni e patti di collaborazione”
* giovedì sera al Salone di Gavardo Paolo Borzacchiello, esperto di intelligenza linguistica, inizia un corso per genitori e insegnanti organizzato dalla scuola materna Morelli Rebusca di Muscoline
* venerdì al Centro Sociale di Gavardo Laboratorio di Burraco, conduce Mariangela
* nei ristoranti di Serle tutti i venerdì cena per la rassegna “Profumo di spiedo”
* venerdì nella scuola Primaria di Villanuova Enrico Giustacchini presenta il nuovo caso del giudice Albertano, conduce Marcello Zane, partecipano rievocatori in costume medievale dall’Associazione Christian Hubmann
* sabato alle ore 10 al Centro Sociale “i Pini” di Salò importante incontro con
l’insegnante e scrittrice Sonia Coluccelli sul tema “La scuola primaria Montessori, un’educazione cosmica”
* sabato a Vobarno “Concerto” con Charlie Cinelli e Lorenzo Monguzzi, in collaborazione con l’Associazione Fabbrica di nuvole
* sabato al Cinema Aurora di Ponte Caffaro arriva la Signora Maria con “Ahi Maria!”: risate garantite per passare una serata serena
* domenica alle 16.30 al Teatro Salone di Gavardo a grande richiesta torna “W il nuovo parroco!” che il Gruppo Teatrale Gavardese ha dedicato a don Dario Guerra per il 50°di sacerdozio: tornano betoneghe, bùli, perpetua, preti e suor Canestrina, don Dario è già volato in Argentina ma sarà lì fra noi col suo bel sorriso
* Grazie al Comitato Genitori ed al Gruppo di Cammino, ora gli alunni gavardesi possono essere accompagnati a scuola con il servizio Pedibus: camminare fa bene alla salute, non inquina e si creano nuove amicizie.
* Questa settimana compiono gli anni tre persone meravigliose: l’eccellente maestra Raffaella Polini, la simpatica Manuela Guatta Caldini moglie dell’amico juventino Sandro Cavagnini e la dolce Meri. Grazie di esistere, belle ragazze!
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!
maestro John
Nelle foto:
1) Liliana Rivetta bambina (a destra) con mamma, le sorelle Aldina, Silvana ed il piccolo Angelo in braccio al papà
2) Don Gabriele (a destra) durante la Messa a Limone, con don Flavio, don Eugenio, don Dario, don Diego e don Italo (foto dell’amico Antenore Taraborelli)
3) Il Gruppo di Cammino impegnato nel Pedibus (dal Facebook Sindaco Comaglio)
4) La locandina dello spettacolo di domenica 13 a Gavardo