15 Ottobre 2014, 07.50
Gavardo
Centrale a biomassa

Obiettivo 4 mila firme

di Redazione

Per l'esattezza 4.355, ovvero la metà più uno degli aventi diritto al voto a Gavardo. "Centrale a biomassa, no grazie" è lo slogan scelto dal Comitato Gaia di Gavardo che ha coinvolto i due gruppi consiliari di minoranza ed il Movimento 5 Stelle e prosegue nella campagna di sensibilizzazione della popolazione


In una sala civica colma oltre la sua capienza e con la gente assiepata anche all’esterno si è svolta Gavardo la serata organizzata dal Comitato GAIA dal titolo “Centrale a Biomassa, no grazie”.
La serata ha visto l’intervento del portavoce del comitato, Filippo Grumi, che ha illustrato in breve il perché della nascita del sodalizio e le iniziative che lo stesso ha messo in atto per tenere viva l’attenzione sul progettato impianto cogenerativo a biomassa che l’amministrazione intenderebbe realizzare nelle vicinanze del centro commerciale Bennet.

Illustrate le attività del comitato, è stato presentato il documento di sintesi del progetto redatto da un gruppo di lavoro ad hoc costituito da elementi del comitato stesso, dei due gruppi consigliari di Gavardo Rinasce e di Gavardo in Movimento e dal Movimento 5 stelle Gavardo.

Un documento di sintesi
che riporta l’analisi scrupolosa dell’impianto con evidenziate le problematicità per la salute e le, a detta del gruppo di lavoro, assurdità progettuali che lo portano ad essere un impianto ben 5 volte più grande del necessario e paradossalmente non sufficiente a coprire i fabbisogni invernali degli edifici serviti, sempre nel documento si propongono anche vie alternative per la produzione ed il risparmio di energia a costi decisamente inferiori e ad impatto zero sull’ambiente.

Sono poi seguiti gli interventi dei relatori, Filippo Grumi ha descritto sinteticamente le funzionalità dell’impianto per poi cedere la parola al suo concittadino Roberto Guatta, esperto termotecnico con esperienza pluriennale e che vanta progetti di tutto prestigio anche con l’università degli studi di Brescia, che utilizzando una terminologia accessibile al vasto pubblico presente in sala ha dimostrato l’insostenibilità economica dell’impianto e i suoi aspetti tecnici contraddittori.

«Secondo la buona prassi - ha affermato l'esperto -, un investimento ammortizzabile in 5 anni è un investimento da fare, se arriva a 10 anni ci si deve pensare, se supera i dieci anni non è da fare, qui siamo di fronte ad un investimento che forse si ammortizza in 20 anni».

Sono stati poi illustrati anche interventi alternativi di micro cogenerazione con impianti a metano presso edifici del tutto simili a quelli in esame a Gavardo che hanno evidenziato che esistono vie praticabili con costi decisamente inferiori ad un decimo di quanto costerebbe la sola centrale.

La parola è passata poi al docente universitario Michele Corti che ha evidenziato l’impossibilità del recupero di cippato, il combustibile della centrale, da una filiera corta tutta valsabbina e che, citando anche impianti realizzati in provincia di Brescia, quali Rodengo Saiano e Marmentino solo per citarne alcuni, in cui sono numerosi sono i problemi di malfunzionamento, senza considerare che questi impianti altamente inquinanti si inseriscono in un contesto come quello della valle padana e del bresciano in particolare, tra i più inquinati a livello mondiale.

Ultimo intervento, forse il più delicato è toccato a Roberto
Del Bono, esperto in problematiche legate ai rischi della salute dovuti all’inquinamento che ha spigato, citando numerosi studi internazionali, quali siano le strette correlazioni tra inquinamento ambientale e problemi sulla salute, in particolare legati alle emissioni di polveri ultrasottili e gas inquinanti che non possono essere filtrati dagli impianti e che si è evidenziato in alcuni studi, possono avere influenza anche sui feti portando alla nascita con percentuali superiori alla media, di bambini sottopeso.

Alla fine della serata è partita, con il gesto simbolico delle prime 4 firme dei rappresentanti il gruppo di lavoro, la raccolta firme per la petizione in cui si chiede lo stop alla centrale e lo studio di soluzioni alternative.
Raccolta firme che vedrà gazebo in piazza e al mercato da qui fino a fine novembre con il preciso intento di superare quota 4000 o come sperano quelli del comitato «arrivare a 4.355, ovvero la metà più uno degli elettori di Gavardo».

La preoccupazione per la realizzazione dell’impianto sì è anche estesa ai residenti nei comuni limitrofi che per varie ragioni frequentano Gavardo e che hanno chiesto e ottenuto la possibilità di aderire alla petizione con un modello specifico.

«Alla fine di questa serata - dicono quelli del comitato - è apparso chiaro che questo progetto non è pensato e non è nemmeno utile a Gavardo e ai suoi cittadini ma soddisfa logiche diverse ed è per questo che essi vi si opporranno in tutti i modi».



Commenti:
ID50781 - 15/10/2014 13:20:00 - (RIFLETTO) - tutela della salute

Garantire la tutela della salute e l'incolumità dei cittadini è un dovere di chi amministra ed in funzione di ciò devono essere operate le scelte per un buon governo del territorio. Un plauso al comitato.

ID50797 - 15/10/2014 19:07:23 - (maxero) - perdiamo tutti

Il Trentino è colmo di centrali a biomassa. Quasi sempre adiacenti ad edifici pubblici. Sono certo che anche loro tengano alla propria salute, che abbiano riflettuto e valutato ogni aspetto. Sicuramente non dobbiamo insegnare noi ai trentini come si vive. Ci sono altre centrali in costruzione in Vallesabbia anche di dimensioni considerevoli. Temo che Gavardo non coglierà un'occasione e si ritroverà circondato di centrali in altri comuni limitrofi. Qualcuno vincerà questa battaglia ma tutti noi cittadini in fondo perderemo. Pensiamoci con serenità.

ID50799 - 15/10/2014 20:02:57 - (RIFLETTO) - Trasparenza

Ma allora se è così opportuno, perchè tanto mistero, tanti ripensamenti e tante mezze verità da parte di chi sostiene l'opera? Sarebbe interessante confrontare le caratteristiche delle centrali installate nel Trentino o in altri Comuni della Vallesabbia, che ben poco hanno a che vedere con quella proposta a Gavardo: diverse le modalità di approvvigionamento, diversa la resa (rispetto alle necessità oggettive) diverso l'ammortamento.

ID50800 - 15/10/2014 20:24:03 - (maxero) - precisazione

Le mie sono solo riflessioni non verità assolute a differenza delle sue. Quindi capisco che non è un problema di inquinamento come affermava nel primo commento. Lei ne fa un problema economico di ammortamento e di approvvigionamento. Bene...Ragioni condivisibili ma che possono essere utili a favorire un miglioramento del progetto stesso piuttosto che ad un affossamento. Spero lei possa mettere a disposizione le sue competenze per una soluzione positiva.

ID50801 - 15/10/2014 20:50:12 - (PETER72) -

Il progetto della centrale di Gavardo non mi sembra assolutamente assimilabile alle centrali esistenti in Trentino, vuoi per le diverse dimensioni dell'impianto, vuoi perche' non e' adiacente agli edifici da servire, vuoi perche' le potenzialita' di approvvigionamento dai boschi di Gavardo sono nettamente inferiori da quelle del Trentino. Le "logiche diverse" che spingono a portare avanti il progetto sono invece forse abbastanza chiare, non certo il benessere comune ma forse il semplice interesse di qualcuno

ID50802 - 15/10/2014 21:10:49 - (maxero) - ora mi è chiaro

Quindi non c'entra l'inquinamento come lei mi conferma. Ma le ragioni del no sono un misto di ragioni tecniche di progetto e di probabili furberie personali di qualcuno. Per quest'ultima motivazione se ha maggiori elementi dovrebbe rivolgersi alla magistratura. Se invece le sue sono semplici preoccupazioni non si può di certo bloccare ogni cosa nel dubbio che...Mi capisce che così non dovremmo più fare nulla nella nostra vita. Io sono sempre fiducioso fino a prova contraria. Anche lei dovrebbe volgere in positivo i suoi timori magari proponendo un comitato di controllo o qualcosa di simile.

ID50804 - 15/10/2014 21:35:25 - (PETER72) -

Le ragioni del no come lei le definisce sono tecniche per quanto riguarda la limitata efficienza dell'impianto (come gia' scritto la lontananza dagli edifici da servire e quindi la logica dispersione di calore, la poca capacit di approvvigionamento dai boschi vicini quindi piu' traffico sulle strade nonche' inquinamento). Il tutto aggravato da un notevole impatto ambientale considerate le emissioni inquinanti che produrra' un impianto di simili dimensioni oltre ai possibili rischi di incidente che non sottovaluterei. Comunque se lei e' cosi' fiducioso (o forse interessato) faccia a meno di firmare la petizione, io invece non ne vedo l'ora...

ID50805 - 15/10/2014 21:43:16 - (maxero) - che volgarità

Se qualcuno si pone laicamente delle domande deve avere degli "interessi"? Lei sposta il piano dialettico verso il tifo da stadio. Mi spiace smentirla ma non ho alcun interesse economico. Le sue illazioni sono una vera volgarità. Buona serata.

ID50806 - 15/10/2014 22:37:01 - (robvi) - Bisogna documentarsi prima di scrivere ...

spett. Maxero, anzichè porsi "laicamente" delle domande, provi a leggersi la documentazione pubblicata sul sito del Comune e capirà che quanto affermato dal comitato Gaia, non è dettato da un generico ostracismo al progetto, dalla constatazione della sua completa inutilità ed insostenibilità. L'esempio del Trentino non c'entra nulla con Gavardo; la hanno a disposizione del combustibile e lo utilizzano per soddisfare dei fabbisogni reali. Qui invece, il combustibile bisognerà comperarlo, i fabbisogni non ci sono (produrre acqua sanitaria per le scuole ? e chi l'ha mai vista l'acqua calda a scuola? ed in estate che ne facciamo dell'acqua calda ?) ed inoltre l'impianto sarà estremamente inefficiente a causa della notevole distanza dagli edifici da servire (1.770 mt). Ma non occorre che mi risponda, basta che Lei perda un oretta a leggersi la documentazione e probabilmente capirà tutto da solo ...

ID50808 - 15/10/2014 22:49:21 - (maxero) - lo farò

Apprezzo la sua risposta e la ringrazio. Tra l'altro ritengo molto più sensato un impianto nelle adiacenze degli edifici pubblici. Leggerò quanto a disposizione. Ho partecipato all'ultimo incontro ma mi è spiaciuto non trovare al tavolo dei relatori posizioni a favore. Per chi come me si è avvicinato solo da poco alla questione è parso più un comizio. Spero che alla prossima invitiate anche chi l'impianto lo sostiene motivatamente.

ID50809 - 16/10/2014 02:19:35 - (RIFLETTO) - ma mi faccia il piacere.............'cca nisciuno è fesso

con manierismo e in modo canzonatorio vuole provocare (davvero molto, molto, molto prevedibile). Sono in tanti a saper fare i conti con la penna e, ne converrà, l'approvvigionamento del "cippato" comporta necessariamente un transito cospicuo di mezzi ALIAS INQUINAMENTO e, se non prontamente disponibile, la centrale, che così progettata non può fermarsi, magari dovrà essere alimentata con materiale di provenienza estera o con qualcos' altro (sempre biomassa è) ALIAS INQUINAMENTO. Non prenda fischi per fiaschi e le verità assolute ricerchiamole nel dialogo e nel confronto rispettosi.

ID50816 - 16/10/2014 09:50:24 - (Matteo) - Perchè sì e perchè no

Sarebbe assai strano che in un incontro del comitato per il no ci fossero relatori a favore del progetto. Democrazia vuole che chi è per il no spieghi perchè no, e chi è per il sì spieghi perchè sì. Mi sembra evidente che il grande assente in questo caso sia chi vuole costruire la centrale, ovvero l'ammministrazione comunale di Gavardo. Ci perde la democrazia, ci perdono i cittadini che vorrebbero capire.

ID50835 - 16/10/2014 14:59:22 - (RIFLETTO) - informare

Quando da una profonda analisi dei dati, la conclusione l'inadeguatezza e l'insostenibilit di un progetto,i cittadini vogliono e devono saperne di pi, anche per capire la logica che a volte sta dietro alle politiche energetiche promosse da legislatori, amministratori, tecnici e imprenditori. Capire cosa si nasconde dietro la green economy diventato non solo urgente, ma vitale per la tutela della salute, dellambiente, di tutte le forme di vita. Gran parte degli imprenditori cosiddetti green hanno lasciato settori dattivit non pi cos redditizie procurandosi una nuova identit. Sorge spontanea la domanda: salute e ambiente non dovrebbero riguardare anche loro e le loro famiglie?Apparentemente s, ma vivendo totalmente immersi nel gioco di forze prevaricanti finisce per prevalere il sentimento di competizione e di dominio, di accaparramento e di subdola colonizzazione della coscienza di massa. L'informazione aiuta a formare le coscienze.

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