08 Novembre 2020, 09.00
Gavardo
Blog - Maestro John

Missionari gavardesi nel mondo

di John Comini

Dopo le Cresime di sabato, ecco le Prime Comunioni di domenica. Ci sarà anche la dolce Alessandra, figlia di Alberto Amaglio e della mia dinamica nipote Donata Franceschetti; sua madrina sarà la simpatica Daniela Corsetti.


Nonostante le limitazioni causa Covid, sarà un giorno di grande letizia: i ragazzi vivranno un evento davvero unico, potranno partecipare alla Messa, accedendo alla mensa del Corpo e Sangue di Cristo. Penso ai sacerdoti: sono sempre più pochi, ma abbiamo sempre più bisogno di loro in questi tempi difficili (ma quando i tempi sono stati facili?). E penso ai missionari, che si impegnano a diffondere il Vangelo in tutto il mondo.

Ricorrono i 60 anni dell’invio da parte della Diocesi di Brescia dei primi sacerdoti Fidei Donum. Papa Pio XII, il Papa Buono ed il vento dello Spirito del Concilio ha spinto tanti sacerdoti e suore ad incontrare i poveri, a condividere con loro la vita: il grido di aiuto è in tutti gli angoli del mondo. Con l’aiuto di mia sorella Rita, di mia cognata Teresa e del mitico Antonio Abastanotti (approfitto per salutare la sua Maria, cuoca sopraffina!), ho provato ad elencare in ordine sparso alcune persone partite in terra di missione. Alcuni non sono più tra noi, ma rimangono nel cuore della loro gente…

don Giovanni Arrigotti.- Nel 1964, dopo l’esperienza di tre anni a curato a Gavardo, partì per l’Africa. “Andammo a convertire quei popoli, ma ci hanno convertito loro. Lì a Kiremba, in Burundi, non vedevano sacerdoti missionari da due e tre anni. Ci accolsero a braccia aperte. Ci portavano i frutti della loro terra e partecipavano in massa alle Messe in un capannone enorme che poteva contenere fino a 2.500 persone. Al mio ritorno, pensavo di smuovere un po’ di più il cuore dei bresciani. Ho portato in Italia il tesoro grande di una fede che loro avevano e noi non avevamo. In missione si sperimentava una fantastica collaborazione con i laici nella liturgia e nella pastorale. Si è perso lo spirito dell’essere comunità. Cosa significa fare missione oggi? Significa metterci più coraggio, cercando di andare in mezzo alla gente.”
don Dario Guerra.- Dal 1973 è a Lanus, nella periferia di Buenos Aires in Argentina (terra del Papa). Ora è distante dalla sua comunità, prova dolore per non poter celebrare con la sua gente. Don Dario è cugino di Rina Saccani, moglie del caro Tano Mora; ci seguiva sempre a vedere gli spettacoli del Gruppo Teatrale Gavardese.

padre Scopo Pietro (Felice).- (Gavardo 1913- Brescia 1990) Religioso francescano minore, fu missionario per 33 anni in Somalia. Nella capitale Mogadiscio fondò il periodico "Il Faro", che negli anni Cinquanta fu a lungo l’unico giornale scritto e pubblicato in italiano in Somalia. Fu eletto superiore regolare della missione e vicario generale della Diocesi di Mogadiscio. Nel 1985, costretto per le condizioni di salute a ritornare in Italia, fu cappellano presso l’Ospedale Civile di Brescia.

padre Gabriele Chiodi.- (Gavardo 1914- Milano 2008) Nel 1947 i superiori lo mandarono negli Stati Uniti, dove i Comboniani si erano insediati da poco. Nel 1968 venne mandato a Saint Jean de Québec in Canada, poi fu destinato al Messico fino al 2003. Sebbene ci fosse una temperatura torrida, si sentiva felice con il suo popolo, lavorando insieme ai sacerdoti locali fino a quando la salute glielo permise.
padre Amos Bertuetti.-  Barnabita, partì per la Missione in Sud America nel 1955 e tornò a Gavardo per gravi motivi di salute. Morì all’età di 92 anni. Racconta di quando era in Amazzonia: “Mentre camminavamo nella foresta, sulle nostre terre passavano gli aerei diretti in ogni parte del mondo: due realtà che si incontravano senza conoscersi e senza amarsi. Lassù, sugli aerei, uomini d’affari, turisti, politici che vivevano nel pieno del benessere: là sotto umani senza nome, che nascevano, vivevano e morivano in uno stato di assoluta povertà. Gli uomini della “civiltà” degli aerei si interessavano troppo poco a questi loro fratelli, sparsi come formiche in una foresta  immensa e ostile. Al massimo destinavano loro, quando un missionario bussava alla loro porta, qualche briciola insignificante del loro troppo star bene. Ma questo, evidentemente, non è Cristianesimo né tanto meno civiltà.”

padre Giampiero Baresi.- Gavardo 1936- 2018) Nato in una famiglia numerosa di 13 figli, nel 1974 è partito per il Brasile, dove ha lavorato sia nella pastorale che nella formazione, ma sempre con un’attenzione intelligente e sollecita verso i più poveri.
Per lui la missione era condividere la vita della gente, la sua storia, le sue difficoltà. Aveva scelto la regione di San Paolo, una periferia abbandonata, spesso teatro di conflitti. Fu uno dei promotori di un’iniziativa che fece molto parlare: il 5 x 2. Ispirato al miracolo contenuto nei Vangeli dei 5 pani e dei 2 pesci, ebbe l’idea di mettere insieme 5 famiglie di persone con regolare lavoro con 2 di disoccupati, adottati perché almeno non mancasse loro il cibo. Padre Gianpiero dette un contributo straordinario nella comunicazione. Gli piaceva scrivere e scriveva molto bene…

suor Margherita Baresi.-  Comboniana in Eritrea, insegnò matematica all’università dell’Asmara. È sorella di padre Giampiero e di don Innocente, che ha lasciato un segno indelebile a  Bagolino (dal ’53 al ’63), a Treviso Bresciano (dal ’63 all’80), a Sabbio Chiese (dall’80 al 2005), per poi tornare a casa, a Gavardo, paese al quale è sempre stato molto legato.

don Pierluigi Murgioni.- (Gavardo 1942- Gaino 1993) Missionario fidei donum in Uruguay dal 1968 al 1977, durante la dittatura militare, quando predicare il Vangelo e parlare di giustizia significava essere un pericoloso avversario del potere. La sua vicenda ricalca quella di tanti testimoni che incarnando lo spirito del Concilio Vaticano II e della Conferenza di Medellin, fecero la scelta dei poveri e denunciarono le ingiustizie strutturali che stravolgevano la realtà sociale e civile di tutta l’America Latina. Don Pierluigi fu imprigionato e torturato per cinque anni: fu sempre sostenuto dal suo vescovo mons. Morstabilini e dai sacerdoti incaricati di fargli visita nel penitenziario di Libertad (un nome tragicamente beffardo). Don Saverio Mori, compagno di seminario e di missione in Uruguay, arrestato pochi giorni dopo don Pierluigi e rilasciato quasi subito, non si fece intimidire e continuò a visitare in carcere don Murgioni, che sempre trovò in lui un fratello che lo sostenne nei momenti più difficili. Espulso dal Paese, fu nominato dal vescovo Bruno Foresti parroco di Cecina e Gaino. È salito in Paradiso a soli cinquantun anni, lasciandoci come ultimo dono la traduzione del Diario di Oscar Romero.

Monsignor Cesare Polvara.- Classe 1951, grande ciclista dal grande sorriso, è stato curato a Fiumicello, Fidei Donum in Uruguay (1982-1991), parroco di Bargnano e Frontignano, di San Paolo, di Scarpizzolo, di Sant’Angela Merici e di Rovato. Ora è tornato a Gavardo, dove i tanti amici gli vogliono un bene dell’anima.

don Flavio Saleri.- Nato a Lumezzane S. Sebastiano nel 1949, indimenticabile curato a Gavardo dal 1974 al 1982, anche lui come don Cece in Uruguay come Fidei Donum. Quando è tornato hanno detto tutti: “Se l’è deentàt màgher!” È stato poi direttore dell’ufficio missionario diocesano di Brescia dal 1992 al 2002, poi al Centro Unitario Missionario di Verona dal 2002. Viceparroco di Santa Maria Assunta in Chiesanuova a Brescia dal 1992.  Nel 2005, rettore del Seminario Diocesano. Però non sei ancora monsignore, caro don Flavio! Come mai?
Padre Ezio Bettini.- Anche lui classe 1951, comboniano, si impegna per le adozioni a distanza in Sud Sudan, terra di conflitti etnici e di forti contrasti.

don Carlo Tartari.- Nato a Gavardo nel 1973, curato a Leno, addetto alla pastorale giovanile delle parrocchie dei Santi Faustino e Giovita e di S. Giovanni Evangelista in città, è direttore dell’Ufficio per le Missioni. In questo ruolo ha accompagnato il Vescovo mons. Tremolada in Brasile, dove ha incontrato mons. Piero Conti, Vescovo di Macapá, una persona meravigliosa che conobbi quando da giovane ero rappresentante diocesano dell’ACR.

don Luigi Franceschetti.-  (Brescia 1939-Gavardo 2019) Fratello di Franca, Margherita, Fausto e del mio caro cognato Sergio. Prete degli ultimi e tra gli ultimi, una vita dedicata a un apostolato di frontiera, tra i poveri del Venezuela.
Là «padre Luis» (come lo chiamavano i suoi parrocchiani) era amatissimo, si era impegnato senza risparmio al miglioramento spirituale e materiale delle popolazioni più disagiate. In un territorio vasto quanto l’intera Valsabbia, aveva fatto edificare venti chiesette, nelle quali si recava a turno a celebrare. Alla sua straordinaria intraprendenza si devono la realizzazione di strutture educative, case-rifugio per giovani donne e centri di accoglienza per studenti bisognosi.

padre Severino Perini.- Di Soprazzocco, ha celebrato la Prima Messa nel 1968.  Padre comboniano in Brasile, impegnato al fianco dei poveri nelle favelas, ha sempre pensato che il cristiano per sua natura deve coniugare la fede con la giustizia.
Approfitto per ricordare don Fausto Gheza, ex parroco di Soprazocco, che si è spento domenica scorsa, all’età di 89 anni. Originario di Piancogno, è stato parroco a Zocco di Erbusco e Soprazocco di Gavardo. Riposa nel cimitero di Soprazzocco.

don Tranquillo Comini.- (Salò 1916-Asti 1994) Mio zio, era missionario in Perù.
Da giovane a Salò era chiamato “l’aocàt Cumì” perché era molto abile nella dialettica.
suor Maria Teresa Goffi.- Missionaria comboniana, sorella del simpatico Piero e della mia amica Gabriella (grande artista), è stata accompagnata in convento dalla “zia Ninì”, persona attiva nel gruppo missionario. Ha donato cure e sorrisi in Uganda, anche presso i lebbrosi. Ha vissuto un’intensa esperienza missionaria negli USA, a Chicago. Ora è a Limone sul Garda, presso la Casa natale di San Daniele Comboni, dove svolge un prezioso servizio di incontri ed approfondimento spirituale.

suor Bianca Bresciani.- Comboniana, anche lei è nata nel 1951come don Cece e padre Ezio. Ha donato il proprio servizio nello Zambia, ora è Brescia. È una persona che sente intensamente lo spirito missionario, al servizio dei fratelli più bisognosi.

Angelo Pedrotti.- (1922-1988) Fratello comboniano nel Sudan a Khartoum, dalla salute delicata, nel 1952 ricevette la destinazione per la missione. A Khartoum si dedicò all'assistenza dei ragazzi, alla distribuzione di libri e di cancelleria. Si trovò bene a Khartoum, perché era nella terra di mons. Comboni, bagnata dal suo sudore e santificata dalle sue reliquie. Il diabete lo costrinse a rientrare in Italia, dove fu inviato nell’Istituto Comboni di Brescia con l’incarico di sagrestano.

don Italo Giustacchini.-
Padre comboniano in Sudan a Khartoum insieme a fratel Pedrotti.

don Sandro Mora.-
Soprapontino, religioso dell’Opera Don Orione, missionario in Madagascar nella missione di Faratsiho, altopiano di duemila metri, vive l’attività pastorale della propria parrocchia che ha una sede centrale e più di 50 parrocchie nei vari villaggi-comunità.

suor Giuseppina Abastanotti.- Detta Giusy, sorella del caro Agostino, ostetrica e poi suora delle piccole sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld. Missionaria in Tunisia, si occupa dell’assistenza ai poveri a Nettuno, vicino a Roma.

don Angelo Nolli.- Classe 1948, è stato curato a Gussago (1974-1979), “fidei donum” in Ecuador (1979-1998) e in Brasile (1999-2001). Dal 2002 al 2010 si è dedicato alla vita eremitica. Cappellano all’Ospedale “La Memoria”, amministratore parrocchiale di Sopraponte, suo paese natale, nonché vicario zonale della zona pastorale Morenica del Garda, ora è parroco di Villanuova.

Umili Serve del Signore di Casa san Giuseppe.- Suor Scolastica, suor Ignazia, suor Vincenza… con la collaborazione di suore brasiliane, hanno sviluppato un progetto a Fortaleza, città popolata da centinaia di migliaia di persone che vivono all’ombra di edifici lussuosi e imponenti. Lì hanno costruito una scuola e un punto di riferimento importante per famiglie abbandonate a se stesse. Promuovono le adozioni a distanza. Ci sono bambini che ti sorridono anche se hanno visto il buio della paura. Ci sono bambini in cui traspare un raggio di sole in un ambiente dove regna la notte e il fango. Ci sono bambini che ti sanno donare la gioia di vivere, e la speranza è  che possano diventare adulti diversi con una vita diversa. Affinché il futuro di oggi sia migliore di quello di ieri.

Gabriele Devoti, Nicola Bonvicini e altri volontari, persone che per un periodo della propria vita hanno scelto di dedicarsi a progetti di solidarietà. Come gli amici del gruppo Mali-Gavardo, uniti a Cuore Amico. Come il gruppo Caritas, e il gruppo Missionario, e i volontari della Bottega dei Popoli che da anni diffonde la cultura del commercio equo-solidale. O l’Associazione Rio De Oro per i bambini Saharawi. Tante stupende iniziative che donano una piccola goccia di speranza in un mare sempre più in tempesta.

padre Livio e padre Italico Bosetti.- Padre Livio ha svolto la sua missione prima in Italia e dal 1975 come missionario in Brasile. Dapprima si è occupato dei bambini abbandonati, poi ha fondato un Istituto dove si accolgono i niños de rua, ma anche ragazze madri. Ha aperto inoltre una scuola professionale per avviare i ragazzi al lavoro. Ci ha lasciato pochi giorni prima della ricorrenza del 62°anno di sacerdozio, ma rimarranno per sempre i segni della sua presenza operosa. Non posso dimenticare il fratello, padre Italico, piamartino. Chiamato dai ragazzi 'don Kilometro' per la statura longilinea, negli anni Cinquanta fu protagonista della formazione religiosa e civica dei giovani salodiani. Fu ideatore della «Città del fuoco», grande kermesse che mise in evidenza doti morali e culturali dei ragazzi dei rioni salodiani, in competizione per la conquista del ruolo di sindaco. Una sorta di consiglio comunale dei ragazzi ante litteram.

Suor Liliana Rivetta.- (Gavardo 1943-uccisa in Uganda il 10 agosto 1981) Una Santa (qualcuno avvisi Papa Francesco!). Una donna innamorata di Dio e degli africani: “Loro hanno bisogno di me e io di loro” Tra le sue carte è stata trovata una poesia da lei composta. Si intitola “Prima che il giorno sia compiuto”

‘Se dovrò morire, che io muoia
mentre le corde del mio liuto sono ancora tese
prima che gli uccelli lascino il cielo
e tutto il loro canto sia cantato.
Se dovrò andare, che io vada
mentre sento ancora, e ancora so
che la terra è bella e tutta ardente
e Dio e io siamo giovani.
Se dovrò dormire, che io dorma
prima che le mie ore siano trascorse,
prima che le nevi dell’inverno siano cadute
e il giorno dell’estate sia compiuto.
Se dovrò appassire, che io appassisca
prima che la mia fede sia tutta tradita
e la speranza e io troppo profondamente
siamo adagiati in un qualunque sole del mattino.’

Commovente, vero? Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John

Nelle foto:
1) Prime Comunioni di tempo fa
2) Don Saverio Mori alla Prima Comunione di miei ex alunni a Prevalle (grazie alla maestra Franca Filisina per la foto)
3) I tre fratelli religiosi della famiglia Baresi
4) Don Murgioni (a destra) con Papa Paolo VI



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