20 Novembre 2022, 09.00
Gavardo
Blog - Maestro John

Magica Faita

di John Comini

Paese mio che stai ai piedi della collina. Si chiama Faita, uno splendore di natura, colori, leggende e storie. Ed il celebre coro ha preso il suo nome! Infine eventi ed un compleanno “speciale”


In un mondo che va verso la catastrofe ambientale, abbiamo ancora la fortuna di vedere e visitare paesaggi favolosi come la Faita. Da bambino con mia sorella Valentina, accompagnati dalla buona Rita, “saltavamo” il ruscello della Büsela e salivamo verso la casa dove abitava la famiglia Bresciani con molti bambini (Marisa coscritta di mia moglie, Santina, Giuseppe…).

Lì c’era un’altalena e giocavamo felici. Da ragazzo con gli amici pedalavo nella fresca aria del mattino verso Limone, piccolo borgo rurale sulle pendici della collina della Faita. Ero affascinato dalle case coloniche, dalle cascine, sorte attorno al palazzo padronale Bruni-Conter.

Nella chiesa di Sant’Antonio facevamo i chierichetti a don Erminio Bertuzzi: era velocissimo nel celebrare la Messa, versava tutta l’ampollina del vin santo e solo una goccia d’acqua. Lì vicino “don Sterminio” aveva creato la redazione di “Petit monde”, il ciclostile più pazzo del mondo, dove noi ragazzi eravamo liberi di scrivere, disegnare, inventare giochi e poesie con inchiostri di mille colori.

Da Limone si poteva salire verso la sommità Faita, immersi nel dolce paesaggio collinare, dove si creavano i primi bivacchi dei boy-scout e dove i bambini dell’oratorio salivano in gita. D’estate il caro Teddy con Deni vi si avventuravano a trascorrere le notti ad ammirare le stelle e l’alba sulla collina, io preferivo starmene a casa mia al cinema Bianchini, sotto le coperte e sopra i cuscini.

Della Faita (che lui chiama Faida) Eugenio Bertuetti ha scritto parole suggestive. “Era un bosco stupendo, che teneva un monte intero dalla cima al piede, dove scorreva un ruscello di chiare, fresche e dolci acque, accompagnate nel loro andare da una schiera svelta di pioppi dalle foglie allegre e canterine. La gente diceva “la Faida”, “andiamo in Faida”, “la Faida è coperta di neve”…

C’erano querce alte e solenni, castagni maestosi, faggi che parevan neri nella folta gamma dei verdi, carpini nocchiuti, bistorti, e sorbi e frassini e spini bellissimi, che d’inverno eran tutti un corallo. Il bosco era caro in modo particolare alla povera gente, la quale vive, come gli uccellini, di quello che manda il Signore. Sul finire dell’estate erano i funghi, ovuli e porcini, che più odorosi e stagni non ne dava nessun’altra terra: nel tardo autunno, fra il vulvo delle foglie cadute, occhieggiavano le ghiande e rilucevano le castagne croderine; d’inverno con le sue rame secche e i ceppi morti, il bosco forniva la legna ai focolari che n’erano privi. E di là venivano a primavera mammole e pervinche per l’altare nel mese di Maria, ciclamini per le ragazze nelle feste estive, muschi soffici come cuscini per il presepe a Natale…”

L’amico Antonio Abastanotti racconta della Zacareta, “una donna anziana che abitava in via Molino e viveva di elemosina. Per accendere il fuoco andava a raccogliere legna secca in Faita. Vestiva sempre di nero, come le donne di un tempo con la gonna lunga fino ai piedi. Talvolta si fermava in mezzo alla via, in piedi, a gambe larghe a urinare su un tombino.”

In Faita c’è la leggenda della casa del frate senza testa. Sonia Braga ne aveva scritto su “Il Gattopardo”, tra chi non crede agli strani rumori e chi li giustifica “con la particolare posizione della casa, posta su un’altura con argini sia sul versante nord che sul versante sud, cosa che favorirebbe una fortissima eco.” Ma resta l’immagine di un frate che appare senza testa nelle notti di luna piena: màma che póra!

Ci sono anche fatti storici, testimoniati da documenti. Nella Sala Medievale del Museo di Gavardo fa bella mostra di sé una sciabola. Proviene dagli scavi che all’inizio degli anni 2000 furono effettuati sulla Faita dal Gruppo Grotte. Sulla collina furono rinvenute le tracce di un accampamento delle truppe Franco spagnole: pallottole di fucile ad avancarica, fibbie e tanti altri oggetti appartenuti ai soldati che parteciparono alla battaglia della Bolina del 1705 (Guerra di successione spagnola), magistralmente raccontata da Marcello Zane nel suo libro “Notte di Pentecoste”. Gavardo in quegli anni conobbe l’occupazione delle truppe franco-spagnole e delle truppe imperiali. E appostate sulla Faita c’erano le artiglierie il cui fuoco continuo mirava a distruggere i ponti. Che tempi anche quelli!

Grazie a Simona Tebaldini, la cui mamma Giuseppina ha vissuto la giovinezza a Limone e in Faita, molti hanno potuto leggere il suo libro “Raccontami Limone” (liberedizioni) o visitare direttamente quei luoghi stupendi. Simona è bravissima a raccontare aneddoti, fatti storici, personaggi caratteristici. Sulla strada in Faita racconta che al “Casì del Roda” il Cecco Maioli da ragazzo era stato assunto per badare alle pecore. In quella casa arrivò un giovane soldato gavardese, Nino Persavalli, sfuggito alle truppe tedesche. Maria e Giuseppe Avanzi lo nascosero: lo conoscevano bene perché aveva un fratello sacerdote, il mitico don Andrea.

Il parroco don Bruno Guerra fu vittima del tragico bombardamento di Gavardo. Numerose famiglie gavardesi sfollarono a Limone: gli Avanzi (genitori di mia moglie), furono ospitati a casa del Simù, i Fenaroli a casa Gionela, i Devoti a casa di Gioanì e così molti altri. In un angolo della spianata della Faita, alla cascina Bruni, il Brù ospitava le “Umili serve del Signore” di Gavardo, anche loro sfollate. Più in basso, lungo il sentiero per la Faita, vicino al “Roccolo Bruni” c’era la Chiesa della Beata Vergine di Caravaggio (con le lapidi della famiglia Bruni-Conter) trasformata in dormitorio per le orfanelle che vivevano con le suore. Anche il padre del dottor Marco Marzollo con la famiglia fu ospite dei Bruni Conter.

L’amico Deni Giustacchini ha scritto dei partigiani che dalla Faita udirono le parole di Monsignor Ferretti al cimitero: “Sappiamo degli sbandati, di quelli che si erano dati alla macchia per non aderire alla repubblica fascista e che avrebbero voluto correre a dare una mano, poi, ma non lo fecero per non essere arrestati e che dalla collina, il giorno dei funerali, udirono la voce di un uomo di Dio, nitida come  se risuonasse lì accanto a loro, scandire dal cimitero lontano: “Una voce si udì in Rama; un pianto e un ululato senza fine. È Rachele che piange per i suoi figli e non accetta consolazione, perché essi non sono più.”

Non posso dimenticare che nell’incanto di Limone c’è la prestigiosa Villa dei Campi Boutique Hotel e l’Agriturismo Morso46, gestito da Maurizio Martini e dalla bella Emanuela, dove suonano gli amici del Km0 e dove ogni anno c’è l’incontro con i “vecchi” curati di Gavardo divenuti parroci.

Ricordo che un giorno col mio caro cognato Angelo Barovelli ci eravamo messi sul sentiero della Faita per dimagrire. Dopo una faticosa salita, in un ampio prato trovammo una rustica locanda. La roba ai ferri, innaffiata da buon vino e tante risate, ha rallegrato i nostri cuori. Siamo discesi dalla collina zigzagando. Non siamo calati per niente quel giorno, ma è aumentata la nostra felicità.

Sulle propaggini della Faita, oltre la strada dei cavatori e le ditte Aspireco e GARM (Gavardo rottamazione materiali), si può ammirare la splendida Soprazocco. Un tempo mi recavo in Prestino dove gustavo l’ottimo spiedo del caro Alfredo Bresciani e della mia collega Nadia. Lì vicino a San Quirico, nel comune di Muscoline, in mezzo al bosco c’è il “Sunclì”, dove il grande pittore Silvio Venturelli poté rilassarsi in mezzo alla natura, fra robinie, castagni e noccioli.  

A proposito, io faccio parte del Borgo della Faita!

La splendida collina della Faita ha dato il nome al famoso coro, nato nel 1966, che da anni porta il nome di Gavardo nel mondo. Ora è diretto dal bravo maestro Valerio Bertolotti, che ho apprezzato anche in numerosi spettacoli con il Teatro Gavardo. “La Faita” riesce a trasmettere il cuore che sta dentro le canzoni. E questo è frutto di un lavoro assiduo, di prove continue, di una ricerca costante.

Speriamo che la collina della Faita rimanga come splendida presentazione del nostro paese. Se costruiranno il depuratore, il pensiero delle migliaia di automobilisti sulla tangenziale sarà: “Che paés de m…”.

Alcuni eventi:

* nella sala del MAVS fino al 27 novembre mostra “Arte in Famiglia. Colori e Stoffe” con le creazioni di Daniela Zucchetti e i dipinti della sorella Sandra (orari venerdì e sabato 15-19 e domenica 10-12 e 15-19)

* oggi, domenica, ad Agnosine il gruppo “Le Due stelle” propone bancarelle, burattini, clown e gastronomia per raccogliere fondi destinati all’Associazione “Santa Lucia Bianco Blu Vallesabbia” per la raccolta di giocattoli per i bambini negli ospedali bresciani

* oggi alle 16 nella sala consiliare di Villanuova, Flora Bosio e Itala Cabrini presentano “Gli alberi ci salveranno ma solo se noi salviamo gli alberi” a cura dell’associazione “larosaelaspina”
* oggi traslazione della salma di don Innocente Baresi a Sabbio Chiese: ore 10 partenza dal cimitero di Gavardo, ore 10.30 Messa nella parrocchiale di Sabbio Chiese, segue tumulazione presso il cimitero di Sabbio Chiese

* stasera ore 18 al Teatro Salone di Gavardo proiezione di “Edith, una ballerina all'inferno”, opera dell’Associazione gavardese Violetmoon: la storia vera di una ballerina che sopravvisse all’orrore di Auschwitz
* a Villanuova pomeriggi Danzanti al Circolo ACLI

mercoledì ore 10 in biblioteca a Gavardo “Parole in coccole” letture per bambini 0-3 anni a cura delle volontarie Nati per Leggere

* lunedì all’Auditorium Roè Volciano Giuliana Tonoli psicologa e psicoterapeuta in
“Ridisegnare la bussola educativa, Le ricadute psicologiche della pandemia sui bambini” per la rassegna “Genitori si cresce” promossa dalla Fondazione Intro Il Sassolino in collaborazione con il Sistema bibliotecario

* mercoledì sera al Salone di Gavardo si conclude il corso di Paolo Borzacchiello per genitori e insegnanti organizzato dalla scuola materna Morelli Rebusca di Muscoline

* venerdì al Centro Sociale di Gavardo Mariangela conduce il Laboratorio di Burraco

*la sera di venerdì 25, giornata contro la violenza sulle donne, alla biblioteca di Gavardo Paola Baratto scrittrice e giornalista del Giornale di Brescia presenta “Una luce differente”, modera Enrico Giustacchini

* nei ristoranti di Serle tutti i venerdì cena per la rassegna “Profumo di spiedo”

* sabato  e domenica Raccolta di San Martino a Prevalle, Odolo, Idro, Villa di Salò, Muratello di Nave, Mazzano e alcuni oratori di Brescia, il ricavato verrà destinato al progetto “Acqua per il villaggio di Dakro Gare” in Togo.

* domenica  a Vobarno, nel Parco Della Salute Fondazione Irene Rubini Falck, Villaggio di Natale, mercatini con prodotti artigianali, laboratori creativi per i più piccoli e stand gastronomici con polenta e spiedo

* Questa settimana compie gli anni la mia amica Paola Rizzi. Professoressa alle Medie, animatrice del Mini-basket, con il personaggio della “Signora Maria” è diventata la star del teatro dialettale. E proprio il 13 settembre con Giovanni Antonelli ha festeggiato il 30° di matrimonio! Doppi auguri, Paola!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese! W il Tesio!

maestro John

Nelle foto:
1) Limone e Faita nel 1982, fotografia dell’amico Giovanni Lavo
2 e 3) Simona Tebaldini racconta Limone e la Faita a vari gruppi (dal Facebook Sindaco Comaglio)
4) Il coro “La Faita” nello spettacolo del Teatro Poetico Gavardo “L’ultimo inverno” storie della Resistenza in Valle Sabbia: da sinistra Rosa Micheli, Andrea Giustacchini e Paola Rizzi (foto dell’amico Antenore Taraborelli)


Commenti:
ID83070 - 20/11/2022 10:42:58 - (Geppo1950) - perfetto

Amico John il mio ex vicino Gino Frigerio dormiva spesso al Casì del Roda... ed una notte ha visto il famoso frate senza testa, scappato come una lepre si procurava abrasioni, questo lo raccontava alla mia mamma io presente, buona domenica

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