In occasione della presentazione della Rassegna in agrodolce, è stata illustrata anche la storia del Teatro Gavardo curata dal regista e autore John Comini, il "nostro" Maestro John
L’invito della cortese vicesindaco e assessore all’Istruzione Ombretta Scalmana a preparare una scheda di presentazione del Teatro Gavardo, in occasione della rassegna gavardese, mi ha fatto ripensare alla passione per il teatro che da sempre mi ha fatto emozionare. La mia vita è scandita da centinaia e centinaia di spettacoli (era forse un modo per fuggire dalla mia attuale moglie?).
Insieme al mio grande amico Andrea Giustacchini ed al fratello Enrico, nel 1976 abbiamo creato il Teatro Poetico Gavardo, con azioni di strada. Le parole e i gesti raggiungevano lo spettatore occasionale, il passante, la gente alle finestre. Poi ci innamorammo del Don Chisciotte, della pazzia propria dei sognatori, dei santi, di coloro che vedono le cose con gli occhi dell’anima e che trasfigurano e idealizzano la vita. Lo spettacolo “Don Chisciotte” è stato il nostro iniziale cavallo di battaglia.
Poi con altri teatranti (fra cui mia sorella Valentina, Paola Rizzi, Marina Remi, Rosa Micheli, Elisa Danieli, Peppino Coscarelli e Renato Meloni, che ci ha lasciati troppo presto) rappresentammo spettacoli comico-popolari di grande successo. “Il malato immaginario”, “L’avaro”, “Il borghese gentiluomo”, “Il soldato spaccone” e molti altri spettacoli furono richiesti sia in provincia sia in varie regioni, e il nostro furgone sembrava la carretta dei comici della commedia dell’arte.
Come maestro, nella scuola di Prevalle avevo creato la tradizione dello spettacolo finale, con tutti gli alunni, rielaborando fiabe e storie, da Peter Pan a Pinocchio, da Ulisse al Signore degli Anelli. Il mio amico Andrea Giustacchini creò spettacoli indimenticabili, come "Büli" (1987), insieme ad attori del Gruppo Teatrale Gavardese, la Banda "Viribus Unitis" ed il Coro La Faita. O come il monologo “Canti ultimi” (1992), con le poesie di David Maria Turoldo.
Significativo, nel 2005, lo spettacolo del Teatro Poetico Gavardo “L’ultimo inverno”, con la partecipazione del coro “La Faita” diretto dal maestro Valerio Bertolotti: storie della Resistenza in Valle Sabbia, tratte dal diario di Angio Zane della Brigata Perlasca e con lo struggente racconto del sacrificio di Emiliano Rinaldini.
Nel Teatro Poetico Gavardo ha recitato talvolta il compianto Gaetano Mora, protagonista del Gruppo Teatrale Gavardese che, nato nel 1983, ha realizzato spettacoli comici in dialetto bresciano come “W il Parroco”, in cui recitavano una trentina di persone, tra le quali Paola Rizzi, Peppino Coscarelli e Caterina Manelli.
Con la conclusione dell’avventura del mitico Teatro Poetico Gavardo, si è voluto continuare la passione teatrale con il Teatro Gavardo. Nel 2006 per “Acque & Terre Festival”, avevo scritto lo spettacolo in dialetto bresciano “Paese mio che stai sulla collina”, ideando per Paola Rizzi il personaggio comico della Signora Maria, un’anziana signora che si trova all’aeroporto per la prima volta, tra annunci in inglese, metaldetector, ricordi ed il matrimonio con suo marito Piero. Dovevano essere solo 3 repliche, ma le battute fulminanti, il ritmo comico e la magistrale interpretazione dell’attrice, grazie al passaparola hanno dato il via a centinaia di repliche.
Sulla scia del primo monologo e per soddisfare le sempre più pressanti richieste, sono nati “Non voglio mica la luna” (2008), “Non sono una signora” (2010), “Una vita spericolata” (2012, in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’Avis Gavardo), “Tutta colpa del Piero” (2013), “Bella senz’anima” (2015) e “Ahi Maria!” (2019), sempre scritti da me e con la preziosa collaborazione di Peppino Coscarelli.
Nel 2008, camminando con l’amico Maurizio Abastanotti, che stava scrivendo il libro “A chi dimanda di me” sulle lettere dei soldati valsabbini e gardesani nella Grande Guerra, è nata l’idea di affiancare la presentazione del bellissimo libro ad uno spettacolo teatrale. È nato così il monologo in dialetto bresciano “La guerra negli occhi”. Anche qui successo inaspettato: dovevano essere una decine di repliche, stanno viaggiando verso il centinaio, grazie alla magistrale interpretazione di Andrea Giustacchini, la cui narrazione percorre alcuni episodi della vita di un semplice soldato, dalla trionfale partenza verso una vittoria che sembrava certa e rapida, alla tragica realtà della guerra di trincea.
Insieme alle vicende del protagonista si intrecciano le storie di quattro suoi amici di paese, che rimarranno segnati per sempre dal dramma della guerra. L’amico Deni riesce a bloccare l’attenzione del pubblico per un’ora abbondante, con momenti di grande commozione.
Va ricordato che, insieme ad alcune attrici dell’Illustre Teatro di Vestone, il Teatro Gavardo ha partecipato a due eventi: la rappresentazione de “La cassapanca dell’Adele” tratta dal bel libro di ricordi del grande amico Antonio Abastanotti, e nel 2012 “Una piccola storia”, scritta appositamente in occasione delle Feste Decennali della Madonna della Rocca, insieme al Coro La Faita.
Con Andrea Giustacchini abbiamo continuato questo percorso di teatro civile, con rielaborazioni dei libri dell’amico Maurizio Abastanotti, sempre editi da Liberedizioni di Marcello Zane. Nel 2011 da “Il garibaldino nella foto” ho tratto “Wanted Garibaldi”, con musiche dell’amico Luca Lombardi e la partecipazione di Peppino Coscarelli (che solitamente riveste il ruolo di organizzatore del Teatro Gavardo).
Poi sono venuti nel 2012 “Dov’è Nikolajewka?” e, nel 2015 (tratto da “Del mio lungo silenzio”) “Qui tra le rocce e il cielo” (ambedue con musiche originali di Luca Lombardi e video di Sara Ragnoli). Nel 2014 è nato “Il colore della pioggia”, sempre con Andrea Giustacchini e musiche di Luca Lombardi (liberamente ispirato all’omonimo fumetto di Chiara Abastanotti e Chiara Onger) dedicato alla memoria delle vittime della strage di Piazza Loggia a Brescia del 28 maggio 1974.
Nel 2017 il Teatro Gavardo ha presentato “Lettera a don Milani”, con Luca Lombardi, Andrea Giustacchini e Paola Rizzi: un affettuoso ricordo di don Lorenzo, un prete sempre dalla parte degli ultimi. Si racconta il suo modo di essere maestro, di offrire gli strumenti culturali di base per capire, di condurre l’allievo in un cammino dove non esistono certezze, bensì il primato della coscienza.
Nel 2021 il Teatro Gavardo ha realizzato “Il fiume della vita”, basato su racconti e ricordi dei nostri anziani: infanzia, famiglia, scuola, lavoro, nozze, guerra, emigrazione…L’evento, organizzato dalla Fondazione La Memoria onlus di Gavardo, oltre a Paola Rizzi e ad Andrea Giustacchini ha visto la partecipazione del Coro La Faita. Il progetto, cofinanziato da Fondazione Comunità Bresciana e da uno sponsor privato, è stato patrocinato dal Comune di Gavardo con il contributo anche della sezione Avis di Gavardo, il cui presidente è Arturo Tebaldini.
Sempre nel 2021 l’amico Andrea è stato interprete straordinario di “Cara Liliana…”, in ricordo del 40° anniversario del martirio di suor Liliana Rivetta. Ho immaginato di scrivere a suor Liliana una lettera, parlando della sua vita e del suo amore per tutti, soprattutto i bambini.
Va ricordato che con Paola Rizzi, con la Signora Maria, abbiamo aderito con un video alla campagna “FAI” per il luogo del cuore che ha il Castello di Brescia come candidato, insieme a personaggi famosi come Fabio Volo, Ambra e Cinelli. Ce l’abbiamo fatta, il Castello è giunto terzo!
Inoltre, sempre con un video, abbiamo inviato un messaggio per la salvaguardia del fiume Chiese contro il depuratore del Garda a Gavardo e Montichiari.
E come mi dice sempre l’amico Alex Savoldi (con il quale ho fatto molti spettacoli del Gruppo Teatrale e per i bambini): “John, anche quando sarai in pensione e ti ritirerai da eremita su qualche monte, farai teatro anche con le lumache!” Teatro Lumaca…può essere un’idea…
maestro John
In foto:
. John Comini
. Paola Rizzi
. Luca Lombardi
. Andrea Deni Giustacchini