29 Novembre 2020, 09.00
Gavardo
Blog - Maestro John

Il senso di ogni cosa

di John Comini

Mercoledì ho vissuto una giornata piena di emozioni: tristezze, riflessioni e felicità. Provo a raccontarvela. Ma poiché la mia attuale moglie quando scrivo mi sgrida sempre: “Te set tròp longh, taja, taja!”, mi sforzerò di essere breve


Al mattino faccio un giro nei paraggi della casa. È giorno di mercato, ma ci sono solo gli alimentari concentrati in Piazza Aldo Moro. C’è gente seduta sulle panchine.

Le panchine… Ci sono panchine per tutte le stagioni della vita. Panchine nel cortile della scuola, dove a ricreazione giocano bambini di ogni colore. Panchine dove gli studenti si siedono in attesa dell’arrivo della corriera. Panchine per leggere i libri e per sognare.  Panchine al cimitero, per poter parlare alla persona cara che ti ha lasciato. Panchine accanto al fiume, dove si siedono le mamme del Chiese (brave mamme, non mollate, siamo tutti con voi!). Panchine in chiesa per pregare, per far pace con Dio e con i fratelli. Panchine che sono un letto per i clochard. Panchine fredde della solitudine, dove si aspetta qualcuno che non verrà mai. Panchine dell’amicizia: perché quando stai bene con una persona, basta una panchina, l’importante è stare insieme. Panchine piene di segreti, che sentono le confidenze degli innamorati: due cuori e una panchina. Panchine dove gli anziani riposano e raccontano storie mescolando i ricordi.

Mi incammino verso il Parco Baronchelli. Sui muri due manifesti: “25 novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. Ci sono le belle immagini di due ragazze, fotografate da Thea Pasini e da Elisa Rosina, con le scritte “…per le sue ali che avete tarpato” e  “…per la libertà che le avete negato”.

Durante il lockdown c’è stato un aumento
di violenze “casalinghe” sulle donne. Le telefonate al numero verde antiviolenza 1522 sono aumentate del 120 per cento. E molte vittime per paura non sporgono denuncia, oppure rimangono inascoltate. A leggere le statistiche dei femminicidi e dei maltrattamenti ti vien da star male. Quando scrivono queste orribili notizie, i giornali spesso pubblicano i visi dei due innamorati felici. Cosa accade poi, per passare dall’amore alla tragedia? Ci sono ancora donne uccise da maschi pieni di orgoglio, di voglia di possesso. “Questo non è amore” ha scritto la polizia in un video.

Nel parco c’è una panchina diversa. Rossa. È dipinta con il colore del sangue, perché simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza. La panchina è stata dipinta dalle associazioni La rosa e la spina, Non Solo 8 Marzo e I Giorni. Nel pomeriggio (tramite facebook) interverranno il Sindaco, l’avvocato Guatta Cristina del Centro Anti violenza, il mio grande amico Deni Giustacchini con la dolce moglie Gabriella e l’amica Caterina Manelli su questo straziante tema.

A volte ti viene addosso la disperazione. Pensi: quando noi uomini cambieremo in meglio? Ma poi ti vengono alla mente persone che credono ancora nell’amore.

Come quell’anziano, Giuseppe Giordano, che non si separa mai dalla foto della moglie Ida. «Io vivo per questo pezzo di carta, lo so che è solo una fotografia ma mi aiuta da quando mia moglie non c’è più. La metto a capotavola quando mangio, la guardo negli occhi, le parlo, la appoggio sul cuscino prima di andare a dormire. E così ho l’impressione di avere la mia Ida sempre vicino, e mi sento meno solo. La porto in collina dove passeggiavamo, mi siedo sulla stessa panchina con la sua fotografia incorniciata, andiamo in riva al mare dove nuotavamo da ragazzini e la metto in modo che guardi il mare accanto a me.»

O come quel “vecio” alpino Stefano Bozzini che, seduto nel cortile della struttura in cui sua moglie Carla era ricoverata, le aveva suonato la serenata con la fisarmonica.

E quando la moglie non ce l’ha fatta, la Sindaca di Piacenza ha scritto: “In quella serenata tutti abbiamo riconosciuto l’Amore. Oggi, la malattia ha spezzato il loro abbraccio e vorrei rivolgere a entrambi, nella commozione dell’intera comunità, un pensiero speciale. Dicendo grazie, al signor Stefano, per quel gesto di tenerezza che ci ha ricordato cosa significhi, davvero, volersi bene. Fare di tutto perché l’altra persona non si senta sola, trovando il modo di superare qualsiasi barriera. Non avere paura di mostrarsi vulnerabili, di manifestare ciò che si prova. Saper toccare il cuore di coloro che amiamo, sino all’ultimo istante.”

Tornando a casa, mi telefona mia sorella Rita, felice. Mi comunica che mia sorella Valentina le ha dato una splendida notizia, da diffondere a tutti: è nato Nicodemo, il figlio di mio nipote Rosario Ardesi e della bella Alice Foglio. Che gioia! Saprò poi, tramite un articolo di Maria Paola Pasini, che a Bagolino le campane sono state suonate a festa per la nascita di due bambini: Francesco, accolto da mamma Denise, papà Fabio e Alice, seguito a distanza di poche ore da Nicodemo.

Era il 31 agosto dello scorso anno quando Alice e Rosario si sono sposati, nella splendida chiesa di San Giorgio. Fuori c’era il diluvio, ma il simpatico don Paolo ha detto nell’omelia: “Fuori piove, ma il sole lo portate voi.” C’erano i miei nipoti, fratelli di Rosario: Nazarena, Filippo, Leonardo, Ludwig e Romualdo. C’era Veronica, sorella di Alice, ed il fratello Michelangelo. Quando è entrata la sposa (bellissima!), con i bravissimi ragazzi del coro che cantavano, non ho potuto trattenere le lacrime.

Dedico ai due bambini, nati nel giorno di Santa Caterina di Alessandria (e Caterina è il nome della nonna materna di Rosario) la canzone di Fabrizio Moro, “Il senso di ogni cosa”:
“Ma che dire, che fare quando io non posso fare a meno di te
che sei l’infinito fra i miei desideri
tu che sei il sogno più grande fra i sogni più veri
e questa canzone che gira e rigira la dedico a te
il mio unico amore, il senso di ogni cosa che c’è.”

A sera giunge la notizia che ci ha lasciato Diego Armando Maradona, el Pibe de Oro. Come ha scritto Gene Gnocchi “Sta già dribblando tutti, lassù”.

E anche stavolta non sono riuscito ad essere breve! Pazienza, stasera farò quaresima. Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,
maestro John

Nelle foto:
1) Panchine nella neve sulla Via Romana
2) I fantastici gemelli Rosario e Filippo da ragazzi
3 e 4) Alice e Rosario sposi felici



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