I 47 anni da vescovo di mons. Foresti

Sono stati festeggiati ieri, 12 gennaio con una celebrazione eucaristica presso Casa San Giuseppe a Gavardo, dove risiede dal settembre scorso, i 47 anni di ordinazione episcopale di Monsignor Bruno Foresti, vescovo di Brescia dal 1983 al 1998.

Con lui hanno concelebrato i sacerdoti che risiedono presso la casa di riposo gestita dalle suore Umili serve del Signore.

Come ha scritto lo stesso vescovo emerito sul giornale “Il Ponte” dell'Unità pastorale di Gavardo, nel numero di dicembre scorso,
«Dall'inizio di settembre da Predore, dove vivevo sul lago di Iseo sulla sponda bergamasca, dopo un periodo di degenza in Ospedale alla Poliambulanza, per problemi di salute, sono stato accolto a Gavardo, presso il Cenacolo Elisa Baldo. Sono contento di essere qui benedetto da una Famiglia Religiosa, le Umile serve del Signore, benedetto dai Sacerdoti e dai fedeli e dal personale, che mi stanno accompagnando con grande amore, donandomi consolazione.

La Parola consolazione deriva dal greco e significa "stare accanto con le parole e gesti della gioia". Io sono anziano, quest'anno il 6 maggio ho compiuto 98 anni, e come tutti coloro che vivono della perenne giovinezza dello Spirito, nonostante l'età, abbiamo bisogno di avere vicino fratelli e sorelle che mentre ci curano, nel nome del Signore, si rapportano a noi con i tratti della tenerezza e dell'affetto.

Questa è per noi la consolazione: sentire parole di speranza, siamo nel cavo caldo delle mani di Dio, percepire che non solo siamo curati, ma soprattutto siamo costantemente accolti, nella gioia e nel dolore nella salute e nella malattia perché Dio ci ama.

Una volta si insegnava che la vita è fatta di quattro momenti: il primo imparare quando si è piccoli; il secondo insegnare quando si è adulti; ritirarsi in solitudine che è il terzo momento, quello del bosco. E poi c'è il quarto momento, quando si diventa come me - mendicanti, quando si ha bisogno degli altri, per pregare, per celebrare, per spostarsi, per mangiare, per parlare.

Io desidero pubblicamente ringraziare tutti coloro che si occupano di me, di noi e ci aiutano a vivere opere e giorni intensamente vissuti e felicemente posseduti».