Dalla piana ai monti

Questo tratto di via Francigena è risultato fra i più impegnativi di tutto l’itinerario, ma l’Appennino tosco-emiliano ha regalato scorci mozzafiato, paesaggi collinari incontaminati, castelli, antiche pievi e casolari. Le tappe sono state: Fiorenzuola, Costamezzana, Fornovo Taro, Cassio, Passo della Cisa (in provincia di Parma), nonché Pontremoli e Aulla, in provincia di Massa Carrara, in Toscana.

I chilometri percorsi, in gran parte in salita, sono stati 168, ovvero 24 al giorno (non pochi, trattandosi di itinerari montani). Fortunatamente i superstiti Angiolino, Pedro e Giuseppe sono stati raggiunti dai ristabiliti Paolo, Adriano e Lorenzo e da Giorgio. Così, Amos, subentrato a Rosalia,  ha potuto riassaporare l’ebbrezza della joëlette e si è lasciato andare a questo commento, appena appena entusiasta: ”Cari amici del Gruppo whatsapp Francigena, vi rubo solo un attimo per commentare questa esperienza fantastica, stupenda, superiore, meravigliosa, incredibile, ai limiti della realtà, una cosa venuta dal cielo, con compagni al pari livello, un momento straordinario, sbalorditivo, strabiliante, sorprendente, stupefacente, spettacoloso, indescrivibile, indicibile, ineffabile, inaudito, splendido, incantevole della mia vita. Grazie CAI Gavardo”.

Un simile tripudio di aggettivi credo non sia mai stato dedicato al nostro Sodalizio, in tutti i suoi settantacinque anni di vita. Di sicuro, si è portato appresso un vocabolario! Ma Amos è un informatico di valore ed allora nei pomeriggi, dopo il riposino, ha impartito ai Volontari preziose lezioni al computer.  

In questa settimana, l’Ammiraglio Ceserino ha potuto rilassarsi un poco, dopo le fatiche di quella precedente, in quanto le cene sono state consumate, in gran parte, presso locande o all’interno degli ostelli. A farla da padrona la zuppa di funghi, ma non da meno i ravioli di patate al sugo di funghi, contornati da funghi fritti, trifolati e grigliati. Una sera il calabrese Giuseppe (che ha sopportato stoicamente piaghe ai piedi, fin dalle risaie di Vercelli, senza mai mollare) ha dato saggio delle sue capacità culinarie preparando una squisita pasta al tonno e alici.

Dai Colli piacentini alla Lunigiana il territorio è un concentrato di castelli, pievi, casolari, distese di ginestre che ti invitano alla meditazione, soprattutto quando il cammino è meno impegnativo e lo sguardo può spaziare dal bosco al cielo. A Fornovo, il Gruppo ha visitato la Pieve romanica di Santa Maria Assunta, innalzata in epoca longobarda, con all’interno pregevoli fregi narrativi e pezzi scultorei di ambito antelamico. Da segnalare, sulla facciata, la scena raffigurante l’Inferno e i vizi capitali.

A Pontremoli (in latino Pons Tremulus, ad indicare il pioppo usato nella costruzione del primo ponte), non è mancata la visita al castello del Piagnaro, chiamato così per le tipiche tegole, dette piagne, e che attualmente ospita il Museo delle statue stele lunigianesi.  Ad Aulla (XXX tappa dell’itinerario di Sigerico), i Volontari hanno trovato ospitalità presso l’antica abbazia (e annesso ostello) di San Caprasio, nominato patrono dei pellegrini della Via Francigena e dove sono visitabili gli scavi archeologici e il museo del pellegrino.

Nella quarta settimana i pellegrini sono attesi dalla Versilia e dal mar Tirreno: chissà che non ci scappi una bella nuotata!  

In foto:
1 – Comincia l’avventura di Amos
2 – Colazione offerta dai residenti di Bardone
3 – Finalmente la Cisa
4 – I pellegrini lasciano l’Emilia e sono in Lunigiana

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