Dalla Val d'Elsa alla Val d'Orcia

Lasciata la Val d’Arno, i pellegrini del CAI Gavardo, nella quinta settimana della Via Francigena, hanno attraversato l’incantevole Val d’Elsa, fino a Siena, poi hanno affrontato i saliscendi delle magnifiche Val d’Arbia e Val d’Orcia, su strade bianche, bordate di cipressi, uliveti, casali, castelli turriti ed hanno raggiunto Radicofani, punto di passaggio della mitica Mille Miglia. Distese impressionanti di vigneti del Chianti e del Brunello di Montalcino a far da corona agli orizzonti vastissimi di queste pregiate colline toscane.

In questa settimana, sono stati percorsi centosettantacinque chilometri, corrispondenti ad una media giornaliera di venticinque km, con sette tappe che si sono snodate da Gambassi Terme a San Gimignano, Monteriggioni, Siena, Ponte d’Arbia, San Quirico d’Orcia, Radicofani.

Tra le molteplici splendide località visitate, cinque centri hanno impreziosito il cammino dei nostri volontari: San Gimignano, borgo storico medievale, noto per le sue quattordici torri, ancor oggi cristallizzato nell’assetto urbanistico del XIII secolo; Monteriggioni, con la sua cinta muraria, ancor oggi perfettamente conservata, a dominare la via Cassia, a presidio della quale i senesi costruirono nel 1203 il castello, sul confine dell’odiata sfumante Firenze; Siena, uniformemente pigmentata con l’inconfondibile colore “terra di Siena”, dal rosso, al bruno, al viola, nonché città del Palio, con la sua monumentale Cattedrale di Santa Maria Assunta, il complesso museale dello spedale di Santa Maria della Scala e piazza del Campo; San Quirico d’Orcia, confinante con i più noti comuni di Montalcino e di Pienza, ai quali non ha nulla da invidiare, durante il rinascimento è stato sede di una “marca” posta sotto la protezione della famiglia Chigi-Zondadari, di cui tutt’oggi ne rimane il ristrutturato palazzo e gli Horti Leonini bellissimo esempio di giardino all’italiana; Radicofani, con la sua poderosa rocca (di cui rimangono purtroppo solo i resti) e la chiesa romanica di San Pietro, del XIII secolo, dove sono conservate opere in terracotta invetriata della scuola di Andrea della Robbia.

A Luciano, tornato a Brescia col pianto nel cuore, assieme alla moglie Elsa, Paola, Assunta, Alessandra, Stefano e Claudio, è subentrata Franca, che ha raggiunto la “ciurma” accompagnata da Cisco, Paolo, Mariella, Priscilla, Maria e Graziella.

Sperduti in mezzo a queste incantevoli vallate, fra vigneti, olivi e campi arati rosso fuoco, ospitati in ostelli di ogni sorta, i pellegrini non hanno sofferto di malinconia, improvvisando serate canterine, accompagnati dalla chitarra e dalla voce suadente del capo spedizione Angiolino, da quella baritonale di Aldo e da quella tenorile del bersagliere Adriano.

Purtroppo la “dama” di 5 litri di grappa ha subìto un drastico calo, anche perché Claudio ha impartito a dolci donzelle tedesche (in Italia, a Bologna, per il programma “erasmus”) lezioni di valzer, innaffiandole col pregiato liqueur.

A metà settimana, a Maria e Graziella è toccato il compito di preparare la cena per i quindici componenti la spedizione. Come volevasi dimostrare, si sono superate, con uno squisito risotto al gorgonzola, scaloppine con i funghi ed un supremo Morellino di Scansano, recuperato dal cambusiere Aldo in una sperduta enoteca della Val d’Arbia, a prezzo di favore!

Nel frattempo, la cura impartita a Pedro (prugne secche ogni mattina), a Gianni (kiwi), a Giuseppe (yogurt) ha prodotto gli attesi esiti! Nella sesta settimana la provincia di Viterbo attende i nostri pellegrini! Ola!    

In foto
Foto 1 – San Gimignano in notturna
Foto 2 – Monteriggioni e la sua cinta muraria
Foto 3 – Luciano e la truppa a Siena, in piazza del Campo
Foto 4 – I cicloturisti avisini gavardesi incontrano Chiara a Radicofani

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