Le ombre lunghe dei La Crus

Un luogo suggestivo per molti ma di fondamentale importanza per Mauro Ermanno Giovanardi che, come lui stessa racconta, gli ha letteralmente salvato la vita. Una data particolarmente intensa ed importante per i due La Crus che in quest’intervista ci raccontano di loro e di come è nato questo progetto.

Appuntamento sabato 6 luglio nella suggestiva cornice del Laghetto delle Danze del Vittoriale di Gardone Riviera per un altro appuntamento del festival Tener-a-mente.

MENTRE LE OMBRE SI ALLUNGANO, appunti scenici per voci suoni e immagini. Come sono nati questi appunti e cosa disegneranno nella serata del 6 luglio al Vittoriale?

M E Giovanardi: nacquero 20 anni fa da un’idea di commistioni di linguaggi con Francesco Frongia del Teatro dell’Elfo. Che secondo lui, i La Crus, per le loro caratteristiche musicali, erano adattissimi per il teatro. E decidemmo così di costruire un’impalcatura drammaturgica quasi wagneriana oserei dire, dove musica, cinema, teatro e poesia, si fondevano in un unico racconto intimo ed emozionale. E metterli in scena in un luogo così magico come il Vittoriale sarà una cosa molto speciale.

Una serata in un posto suggestivo e molto particolare come il Laghetto delle Danze del Vittoriale degli italiani. Che sensazione provi e che effetto fa sapere di esibirsi lì?

C Malfatti: Non sono mai stato al Vittoriale, ma ho sempre desiderato visitarlo è quindi un grande onore poter fare questo spettacolo in una situazione sicuramente meravigliosa.

M E Giovanardi: a me il Vittoriale, senza entrare troppo in dettagli privati ed intimi (ci andai la prima volta in un momento molto difficile e delicato della mia esistenza) mi ha salvato la vita. Ti dico solo questo. Pensa un po’ per me cosa sarà…

Oltre ad essere un autore sei anche uno straordinario interprete e credo ci sia bisogno di artisti che sappiano riproporre con questo tipo di energia e delicatezza la grande canzone d'autore. C'è ancora posto e ce ne sarà in futuro per questa forma d'arte? diventerà un "classico intramontabile" o semplicemente passerà di moda?

M E Giovanardi: Guarda ieri sera c’è stata la “prima” al teatro dell’Elfo ed ero curiosissimo anche io di capire se uno spettacolo così dopo 20 anni fosse ancora attuale o se segnasse il passo del tempo. Al di là che è stata una serata pazzesca, di una emozione provata poche volte per davvero, la soddisfazione più grossa è stata che tutti, ma proprio tutti quelli che l’avevano visto, sono rimasti stupefatti nel sapere che non avevamo messo mano a nulla o quasi. Che lo spettacolo ha due decenni, e di quanto sia attuale. Sono arrivati nei camerini anche un paio di amici discografici che non lo videro ai tempi dicendoci che niente, eravamo troppo troppo avanti con i tempi. Artisticamente, son soddisfazioni vere. Ma che siam stati dei precursori per tante cose un pochino ne siamo consapevoli. La ricerca costante era nel nostro DNA

Quando sono nati i La Crus com'era l'ambiente musicale e culturale intorno a voi? quali erano le difficoltà maggiori e quali erano invece gli stimoli che vi arrivavano?

C Malfatti: I La Crus sono nati in una situazione in cui si sperimentava e si faceva musica senza un vero obiettivo, se non quello di essere soddisfatti di quello che stavamo facendo. Questa era una sensazione comune nel nostro ambiente musicale, tutti cercavano di conquistare un loro spazio senza essere certi di riuscire ad ottenerlo.

Mi dici un libro, un film ed una canzone a te particolarmente cara?

C Malfatti: scegliendo un po’ a caso: Purity di Jonathan Franzen, Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, Untold di RY X
 M E Giovanardi: Direi sicuramente Le Poesie Del Disamore di Cesare Pavese, Dead Man di Jarmusch e "break on through" dei Doors

Info e biglietti: www.anfiteatrodelvittoriale.it

In foto: Mauro Ermanno Giovanardi

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