La vera storia si racconta così

A quanto pare le Olimpiadi sono attesissime: proprio da tutti ovunque.
Lo dimostra un 40% di share confermato dalla RAI alle ore 2.00 della notte del 6 agosto, mentre la TV nazionale mandava in onda la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici 2016.
Ce ne dà prova anche YouTube, che fra i primi risultati video all'inserimento del binomio "olimpics 2016", colloca il telegiornale di India TV, che surclassa i più noti colleghi internazionali come BBC e company.

"Giochi Olimpici" è la parola giusta e non è un semplice concetto di forma: con il più ben noto termine "olimpiade" si indica invece il periodo di quattro anni che intercorre tra un evento e l'altro.
Si chiamano così perché vennero istituiti intorno all'anno 770 a. C. nella città di Olimpia, in Grecia. Erano investititi di un'importanza religiosa nel vero e proprio senso del termine: vennero infatti istituiti in nome di Zeus e, addirittura, concedevano un momento di effettiva tregua politica in periodi di guerre.

Nella storia moderna, fu la lungimirante Europa a volerli re-instaurare, precisamente il barone francese Pierre de Coubertin, che insistette per riorganizzare la ricorrenza ad Atene nell'anno 1896.
Al contrario dei generali del Peloponneso, quelli europei non compresero a fondo il significato di "tregua": durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale i giochi olimpici furono cancellati e fu inoltre proibito alle nazioni sconfitte, fatto salvo per l'Italia, di parteciparvi in occasione dell'edizione del 1948.

Il simbolo dei cinque cerchi simboleggia l'unione dei cinque continenti nel mondo, mentre il motto ufficiale latino ""Citius, Altius, Fortius", che significa "più veloce; più alto; più forte", venne pronunciato per la prima volta a Parigi nel 1924.
Si dice inoltre che la famosissima espressione "L'importante non è vincere, ma partecipare" venne affermata proprio dal barone Pierre de Coubertin.

Emblema dei Giochi Olimpici, la fiamma, che tradizionalmente viene mantenuta accesa nel braciere per tutta la durata dell'evento: il rito del trasportarla da Atene alla città prediletta per lo svolgimento dei giochi fu introdotto in epoca moderna, nel 1936 da Carl Diem, il segretario generale del comitato organizzatore tedesco.

Una simbologia millenaria che perpetua fino a oggi e che ci rassicura sulla continuità dei cerimoniali, delle usanze, della storia stessa. Qualcosa che resta, al di là tempo, che ci unisce, che ci rasserena, specialmente se si pensa che un millesimo di secondo nel conteggio di un gara in velocità può cambiare le sorti della democrazia.
Nel 2016, a cambiarle, una statuaria Gisele Bundchen che sfila in abito argento a Rio de Janeiro, una città devastata dall'inquinamento e dalla crisi socio-economica di un Paese orfano persino del suo presidente, al momento sospeso.