100 candeline per il Vittoriale degli Italiani

Esattamente nel 1921, Gabriele D’Annunzio acquistò da un tedesco la villa “Cargnacco” di Gardone Riviera.

«Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode.
È piena di bei libri... Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio.
E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma.
Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il Notturno».

Così scrisse D’Annunzio in una lettera destinata alla moglie Maria, pochi giorni dopo il suo arrivo a Gardone.
Dalle parole del poeta si può dedurre che egli volesse rimanere nella sua nuova abitazione solo per pochi mesi, giusto il tempo necessario per concludere un suo libro intitolato “Notturno”; tuttavia, affascinato da quella splendida villa, Gabriele D’Annunzio decise di trasformarla nella sua definitiva (e ultima) dimora.

Fu da quel momento che il poeta iniziò a personalizzare la sua nuova casa aggiungendovi una serie di oggetti e di particolari, nelle stanze e nell’immenso giardino, tanti tasselli di un puzzle che composero l’immagine dello stesso D’Annunzio: il Vittoriale è, ancora oggi, il riflesso e l’espressione di quella che era, secondo la sua poetica, l’estetica D’Annunziana e la sua concezione della vita intesa come una vera e propria opera d’arte; il giardino, inoltre, è una fusione perfetta tra arte e natura.

L’intero Vittoriale è permeato da uno straordinario simbolismo che si nasconde dietro ogni luogo.
Prendiamo ad esempio il “Laghetto delle Danze”, realizzato a forma di violino in ricordo di Gasparo da Salò, colui che inventò lo strumento, e perché D’Annunzio era un grande amante della musica; oppure pensiamo alla stravagante collocazione della nave Puglia, la quale solca un giardino piuttosto che l’acqua. Anche ogni oggetto significa qualcosa, e di oggetti D’Annunzio ne collezionava moltissimi, come si può vedere all’interno delle varie stanze.

Arrivati a questo punto alcuni di voi si staranno chiedendo: perché Gabriele D’Annunzio chiamò la propria abitazione “Vittoriale degli Italiani”? Il nome “Vittoriale” richiama la vittoria dell’Italia nella Grande Guerra cui il poeta prese parte in alcune azioni: proprio per celebrare la vittoria e, allo stesso tempo, ricordare la tragedia di questo avvenimento egli decise di ribattezzare la villa Cargnacco con il nome che conosciamo oggi.

E perché “degli Italiani”? Perché l’intero monumento è un dono di D’Annunzio rivolto a tutti noi, una sorta di seconda casa che egli ci ha regalato.
Ed è proprio con questo dono immenso che il poeta si è eternato e continua a vivere nel Vittoriale nonostante siano passati ben cent’anni!
Lo si può dedurre anche dal motto scolpito all’ingresso principale: “Io ho quel che ho donato”.

Anna Maggi

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