29 Gennaio 2021, 09.55
Casto Provincia
Storia

Un valsabbino alla tomba dei Prodi

di Federico Vaglia

C’è anche la lapide di Silvio Bernardi, patriota di Casto, fra quelle restaurate dall’associazione Capitolium (gestore dell’Ossario di Monte Suello), nel cimitero Vantiniano di Brescia


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Il cimitero Vantiniano di Brescia raccoglie e serba le ceneri di grandi uomini che larga parte hanno avuto nella storia patria. Nell’emiciclo verde prospicente la cappella di San Michele, progetto primigenio di un giovane Rodolfo Vantini, fanno bella mostra di sé molte lapidi, a ricordo di tanti individui più o meno conosciuti.

Tra questi cenotafi ve n’è uno di classica memoria costituito da marmoreo piedistallo sormontato da un’urna infiorata magnificamente scolpita da Pietro Faitini, importante scultore ottocentesco conosciuto per la sua maestria in Europa e negli Stati Uniti.
La lapide ricorda il nome di Silvio Bernardi ispettore telegrafico che partecipò a tutte le guerre del Risorgimento del 1848, 1859 e 1866. Nato a Casto, portava un nome importante; infatti per parte di madre era nipote del più famoso Silvio Moretti, grande patriota di Comero poi morto allo Spielberg nelle austriache galere.

Il 25 marzo 1848 ancora giovinetto, con il padre Antonio, ufficiale di una colonna di insorti, partecipò all’assalto di Rocca d’Anfo presidiata dagli austriaci, dando il proprio aiuto nel trasporto di armi e munizioni. Purtroppo la prima Guerra d’Indipendenza nel 1849 finì malamente e ancora non era il tempo dell’alloro della vittoria per l’agognata unità d’Italia. Come tanti anche Silvio ed il padre furono costretti all’esilio per evitare le purghe austriache e ripararono in Piemonte a Torino.

Nel capoluogo piemontese esercitava l’ing. Gaetano Bonelli autorevole scienziato che aveva portato in Italia la conoscenza del nascente telegrafo Morse e che indusse nel 1850 il regno piemontese alla costruzione di una linea telegrafica fra Torino e Genova permettendo una maggiore velocità nel passaggio di comunicazioni sia civili che militari.

Si venne a creare una scuola di elettrografia ed il Bernardi fece parte del primo nucleo di alunni a cui fu insegnato l’utilizzo del nuovo mezzo di comunicazione e grazie alle sue doti si distinse a tal punto da diventare il miglior collaboratore dell’ing. Bonelli. Cominciò così un’avventura che portò il giovane Silvio a ricoprire nel tempo incarichi sempre più importanti viaggiando in mezza Italia.

Nel 1855 in qualità di ufficiale telegrafico di prima classe venne mandato in Sardegna quale addetto alla spedizione di corrispondenza dei privati durante un’importante epidemia di colera. Nel 1857 è nominato ispettore telegrafico per le linee ferrate. Nel 1859 già impegnato quale verificatore di prima classe al palazzo del governo di Milano, fu assegnato al quartier generale di Vittorio Emanuele II per dirigere l’ufficio telegrafico, posto che andrà a ricoprire nuovamente nel 1866 in Val Sabbia durante gli scontri in Tirolo alle dipendenze dirette di Giambattista Pentasuglia, suo professore molti anni prima alla scuola di telegrafia ed ex garibaldino dei Mille.

Nel 1877 Bernardi è promosso direttore compartimentale a Bari ed in seguito nel 1878 lo ritroviamo direttore nella stessa veste a Venezia dove era domiciliato negli ultimi anni della sua vita.

Nel 1889 alla sua morte avvenuta il 21 novembre, per gli importanti incarichi ricoperti, ebbe l’onore con imponente funerale, di essere seppellito nell’arcata dei Prodi presso il cimitero Vantiniano. Per i servizi resi fu decorato di medaglia dell’ordine della Corona d’Italia e dell’ordine Mauriziano.

Federico Vaglia
Associazione culturale Capitolium
gestore Ossario di Monte Suello

La lapide nella foto, presente nell'emiciclo verde antistante la cappella di San Michele all'interno del cimitero cittadino, è parte dei vari cenotafi restaurati da Associazione Capitolium in convenzione con il Comune di Brescia




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