Poca e ghiacciata

 
Non utilizzerò quindi i soliti rotanti (esche tipicamente di reazione) ma mi cimenterò con le 'gomme' in quanto le trote si presume siano saldamente ancorate sul fondo all'interno delle loro comode tane.
Non è la prima volta che sperimento questa tecnica (vedi articolo 'cambio tattico') anche se non rientra tra le mie consuetudini, ma approcciare nuove tipologie di pesca fa parte della nostra passione e arricchisce il bagaglio delle nostre esperienze.

La montatura è molto semplice: utilizzo del fluorcarbon la cui rigidità è fondamentale per questa tecnica mentre innesco su amo nr.6 provvisto di anello (legato direttamente alla lenza) un lombrico vinilico.
Il tutto appesantito con un piombino (il peso varia ovviamente in base ai livelli e alla portata del torrente, in questo caso solo 1 grammo) adeso alla base dell'amo.

Arrivato sul torrente noto subito con certo rammarico che l'acqua è veramente poca e addirittura risalendo alcuni tratti laterali completamente asciutti.
Inoltre faccio molta  attenzione a non scivolare su alcune lastre di ghiaccio presenti sulle rocce che bordeggiano non solo le sponde, ma anche alcune pozze dove la corrente è flebile.

Cerco di capire con i primi lanci come si muove l'esca in acqua (un paio di occhiali polarizzati sono imprescindibili) al fine di prendere sempre più confidenza con questa tecnica.
Dopo non molto arriva una violenta abboccata.

Un po' per frenesia, un po' per  inesperienza ferro a vuoto e il salmonide di buone dimensioni si slama velocemente.
Non la prendo benissimo, ma è un segnale incoraggiante, perché certifica la presenza degli agognati pinnuti.
Infatti ben presto arriva qualche piccola cattura, che altresì genera sempre grande emozione.

Fantastiche fario rustiche e colorate, smagrite dal lungo letargo invernale vengono rilasciate al loro ambiente meraviglioso nella speranza di incontrarle nuovamente con qualche kg in più.

Alla prossima con più acqua e meno ghiaccio...

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