Invictus

In particolare catalogando le migliori catture non solamente per via delle dimensioni ma soprattutto per le emozioni che hanno saputo regalarmi o per il grado di difficoltà riscontrata.

Ricordo, infatti, piacevolmente alcune trotelle pescate nei torrenti di alta montagna dove, a causa di una vegetazione riparia molto fitta, riuscire a lanciare l'artificiale con precisione e accuratezza era davvero un impresa. Oppure un lento avvicinamento presso una lama promettente dall'acqua cristallina e trasparente senza mettere in allarme i salmonidi. Un lancio perfetto, sia esso con la canna da mosca o da spinning, nel punto desiderato dove si ritiene stazioni il pesce (dopo aver'letto' l'acqua come diciamo noi pescatori) è una soddisfazione impareggiabile.

L'emozione più grande mi è stata generosamente donata da una sublime fario selvatica accorsa affamata verso la mosca secca inghiottendola con un gorgo accompagnato da una rapida fuga verso la tana. E quella volta che, mentre ero sul punto di guadinare una grossa iridea, si è liberata con un colpo di pinna lasciandomi comunque una piacevole sensazione.

Tutti questi ricordi sono presenti nei diversi articoli pubblicati sul blog da ormai quasi sei anni e mi sento di affermare che la pesca può rappresentare per eccellenza la condizione di 'invictus', proprio perché c'è sempre da imparare e non si esce mai sconfitti, anche quando non si cattura. Arrivederci al prossimo anno...

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