Doppio centro

Con la consueta curiosità e trepidazione su cosa mi attende in quel corso d'acqua, risalgo il tortuoso sentiero immerso in una rigoglioso bosco composto da slanciati abeti e solidi faggi.

È l'ambiente ideale per la crescita del pregiato fungo, simbionte proprio con queste piante, ovvero il 'boletus edulis', alias il porcino. Ed è proprio mentre, giunto in prossimità della riva del torrente, sto studiando la strategia per affrontarlo, che scorgo la sagoma inconfondibile di un bel boleto vicino alla radice di un abete: che spettacolo!. L'umidità del torrente costituisce infatti un toccasana per la crescita e lo sviluppo di questa straordinaria specie di fungo. La giornata non poteva iniziare nel modo migliore.

Riprendo (a fatica) la concentrazione necessaria per preparare la battuta di pesca innescando il classico rotante nr.1 argentato con pallini rossi data la non elevata portata. Il torrente presenta le caratteristiche tipiche della natura alpina, scendendo rapido verso valle, tra cascatelle, brevi raschi e buche promettenti.

Colmo di adrenalina effettuo il primo lancio con la canna da spinning di 1,80m ad azione morbida verso la tipica schiuma bianca (dove l'acqua risulta più ossigenata) e inizio un recupero piuttosto sostenuto al fine di infastidire 'eventuali' salmonidi presenti.

Dopo alcuni giri di mulinello, ecco da sotto un masso comparire una trota di buone dimensioni che insegue l'artificiale ma senza affondare l'attacco, per poi rifuggire in tana. Pazienza, l'importante è avere constatato che il torrente è 'vivo', e posso proseguire con fiducia.

Non tarda ad arrivare infatti la cattura di un buon esemplare: una graziosa fario selvatica di montagna. Stupendo!. In un'unica uscita ho fatto un doppio centro, ma non è solo fortuna, bisogna solamente sperimentare con fiducia. Alla prossima avventura...

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche