20 Gennaio 2020, 08.00
Racconti del lunedì

Il tappo, una cornice e la cartolina

di Ezio Gamberini

Rafael, Filipe e Joaquim si prendevano cura amorevolmente e con infinita pazienza dei loro splendidi sugheri, sulle colline portoghesi che si affacciano sull’Atlantico…


La maggior parte delle querce da sughero aveva superato i duecento anni, alcuni esemplari i trecento, e la lungimiranza dei tre soci, che erano innanzitutto amici fraterni, permise che ogni anno fosse pianificata la coltivazione di nuove pianticelle, pur sapendo che il primo sughero disponibile da utilizzare per la produzione sarebbe stato pronto non prima di venticinque anni.

Insomma, un investimento a lungo termine, riservato a chi coltiva l’arte della pazienza!

Tutti e tre erano decorticatori provetti, e quando a maggio iniziava la stagione della raccolta, che si svolge fino ad agosto, poiché con il caldo il legno trattiene l’acqua e ciò rende più facile staccare la corteccia, potevano finalmente esibire tutta la loro maestria nel compiere le operazioni necessarie per ottenere un sughero di qualità superiore: l’apertura, con il primo colpo di accetta che fende il tronco, la separazione, in cui la tavola di sughero è staccata dalla sottocorteccia, la tracciatura, con la quale è ricavata la sezione che uscirà dal tronco, l’estrazione, che deve essere eseguita con la massima attenzione affinché non si rompa, e infine la scalzatura, con la quale alcuni pezzi di corteccia sono lasciati alla base del tronco per tenere lontani i parassiti.

Tutte le operazioni erano svolte con estrema cura e con il massimo rispetto della quercia, che avrebbe riposato per i successivi dieci anni, tempo necessario per produrre del nuovo sughero.

Subito, a occhio, era possibile individuare il sughero che sarebbe servito per fabbricare i tappi più preziosi, utilizzati per preservare le pregiate bottiglie di vino prodotte dalle più rinomate aziende vitivinicole del mondo, che erano da tempo immemorabile abituali clienti della società amministrata dai tre soci.

Il prodotto di seconda qualità invece era dirottato in altre filiere, utilizzato per la fabbricazione di oggetti per svariati utilizzi: nel campo dell’edilizia per l’isolamento termo-acustico delle pareti, e poi calzature, articoli per la casa e mille altri impieghi...

Il sughero dei nostri Rafael, Filipe e Joaquim pervenne alfine alla definitiva destinazione d’uso: il più pregiato in una rinomatissima casa vinicola francese, e quello di “seconda”, parte in una fabbrica di cornici e parte in una di articoli per cartolerie, sparse per l’Europa…

Trascorsero un paio di lustri, e quel fine d’anno fu davvero fantastico per molti, ma non per quella vedova che, sola soletta, stringeva al petto la foto del suo amato marito, strappatole all’improvviso due mesi prima; quella fotografia era incastonata in una stupenda cornice di sughero!

Altri due genitori, invece, avevano collocato sul mobile in sala l’originale e colorata cartolina in sughero, ricevuta poco dopo Natale, in modo da poterla vedere in ogni momento, e percepire così la presenza della loro figliola, mittente della missiva, che amavano teneramente.

Il cenone di San Silvestro, infine, era stato davvero straordinario in casa Tirintelli-Bernazzoni-Vox, nobili di alto lignaggio ed elevatissimo reddito: in dieci, escludendo la figlia di sei anni, avevano stappato e “prosciugato” sei bottiglie di selezionati vini, tra cui una pregiatissima Romanée-Conti Grand Cru da ottomila euro, il cui tappo, annusato, osannato e riverito fino a pochi minuti prima e che ora invece giaceva abbandonato e ignorato, anzi, quasi ripudiato in un angolo del sontuoso desco, potete ben immaginare da dove proveniva.

La piccola lo prese, gli infilò quattro stuzzicadenti, e intimò:

“Hop, hop, trotta somarello!”.

Ovviamente il “somarello” non si mosse, pertanto la piccola, in un eccesso d’ira, lo gettò nel camino, tra i ceppi scoppiettanti, e in pochi istanti del celebre, pregiato e indispensabile tappo non restò che un etereo e impalpabile sbuffo di cenere.

“Sic transit gloria mundi”, così passa la gloria del mondo.



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