13 Settembre 2020, 09.06
Blog - Maestro John

Vecchia scuola addio

di John Comini

Cammino davanti alla mie vecchie scuole elementari, tra Via Fossa e Via Santa Maria. I ricordi invadono la mente. Non ho nessuna foto di quel periodo. Ma nel giardino segreto della memoria si conservano mille immagini


Ho avuto la “signora maestra” Scolari nei primi due anni e poi il “signor maestro” Grumi. C’era la cattedra, sopra una pedana di legno, come di legno erano i nostri banchi a due posti, con il piano di lavoro inclinato, il boccettino dell’inchiostro e la sedia fissa.

Dopo la Messa in parrocchia, mi incamminavo con la blusina nera ed il numero della classe scritto in caratteri “romani”. Nella cartella di pelle c’era la penna con il pennino, il libro di lettura e il sussidiario, un quaderno a righe ed uno a quadretti, una matita ed una gomma per cancellare.

Non c’era ginnastica. Alcune volte ci si alzava accanto al banco: due o tre flessioni, le mani alzate ritmicamente per una decina di volte. Tanto poi il pomeriggio, dopo la scuola, giocavamo per ore, fino al tramonto.

La guerra era finita da poco, c’era ancora una casa bombardata: nell’atrio della scuola c’erano i manifesti che avvertivano i bambini di non toccare le bombe inesplose. Le lezioni iniziavano con una preghiera.

In classe eravamo tutti maschi. Eravamo amici: molte persone entrano nella nostra vita, ma soltanto i veri amici lasceranno impronte nel nostro cuore. Ci scambiavamo le figurine del Risorgimento. Invidiavo l’amico Teddy, la mamma le vendeva!

Sulla lavagna nera il capoclasse con il gesso divideva il mondo in buoni e cattivi. Il maestro ci chiamava per cognome, mai per nome. E guai a dargli del tu.

Ero un bambino tranquillo. Parlavo solo se interrogato. In fondo, ero un bambino invisibile. Ma con il mio amico Deni, Paolo, Beppe e gli altri amici, era tutto un misterioso chiacchiericcio. Ogni tanto venivo richiamato per una bacchettata sulle gambe. Se ti muovevi, ne arrivava un’altra. Quindi bisognava stare fermi, eroicamente immobili. Ma i miei non mi hanno mai sgridato, mai. Forse perché non dicevo loro che ero stato punito!

L’amico Franco mi ha raccontato che aveva un maestro che non usava la bacchetta. No, usava le mani! Mani grandi, da contadino. Un giorno ha preso una grandiosa manata in faccia. E il bambino? Muto. Se no si rischiavano sculaccioni a casa.

Un giorno il mio maestro ha rotto la bacchetta, picchiandola sulla lavagna. Un mio compagno, che abitava in campagna, il giorno dopo ne ha portata una: lunghissima. Pensava di aver fatto bella figura, ma il primo che ha subito una bella bacchettata è stato lui. La giustizia esiste!

Non eravamo ossessionati dalla pagella, non c’erano gerarchie tra bravi e meno bravi. Sì, magari sapevamo chi fosse quello bravo bravo, ma non c’era competizione o scherno o bullismo. Quando un mio caro amico è stato bocciato, mi sono stupito: ma come, ma se era così bravo a giocare con me?!

E comunque le bocciature non creavano traumi e si ripeteva tranquillamente l’anno. I genitori facevano i genitori, non avevano tempo per fare gli avvocati dei figli, si fidavano della scuola.

C’erano gli esami in seconda e in quinta. In compenso l’inizio della scuola era il primo di ottobre ed il giovedì era vacanza. Bei tempi.

Si studiava spesso a memoria: poesie, tabelline, canzoni. Se non prendevi un bel voto, c’era sempre un amico che ti consolava. L’amico è colui che quando tutto va male è ancora lì al tuo fianco.

A scuola c’erano anche momenti di noia. Allora si guardava fuori dai finestroni. Era una scuola di pensiero: nel senso che stavamo fermi, seduti, a pensare ad altre cose...
I bidelli riempivano i calamai con bottiglioni pieni di inchiostro.

La blusina nera serviva anche
per camuffare le macchie d’inchiostro. Si utilizzava la carta assorbente, ma certe volte avevamo il volto inchiostrato, non solo le mani. C’era il dettato o il tema, dove il pensiero volava. Chissà che fine avranno fatto i temi di tutti i bambini?

Ricordo la festa degli alberi, la gita a San Martino, i teschi di quei poveri soldati che vennero a visitarmi per molte notti.

Poi sono andato alle medie. C’era stata la riforma, la scuola di Avviamento al lavoro era stata abolita (errore!). Le medie erano all’oratorio. Il massimo per me: al mattino a scuola, al pomeriggio a giocare a balunsì.

Il tempo è passato. Veloce come il vento. Tanti amici li ho rivisti molti anni dopo, magari abbiamo fatto fatica a riconoscerci. Ma ognuno ricorda il suono della campanella, la voce del maestro, i volti dei compagni, di quando la vita scorreva lenta come il fiume Chiese (ah, il Chiese!).

Perché tutti noi siamo stati bambini, con la nostra bella blusina, le macchie d’inchiostro, le ginocchia sbucciate e il cuore pieno di sogni… Addio, vecchia scuola. E un caro saluto ai bambini di oggi.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John

Nelle foto:
- Una vecchia cartolina con la foto delle ex scuole elementari
- Un gruppo di amici nel 1960 (si riconoscono i maestri Grumi, Simoni ed Ongaro)
- I mitici maestri di Gavardo, tra cui le maestre Scolari e Cirimbelli ed i maestri Cantoni e Baronchelli, papà dell’indicabile maestro Silvano (grazie a Carlo Zanetti)
- Una classe seconda di Desenzano (grazie all’amico Franco Franzoni)




Vedi anche
02/06/2019 10:03

Le lezione del maestro Salvatore L’ho incontrato poche volte, Salvatore Filotico. Ma in quel breve tempo ho apprezzato il suo essere maestro, la sua voglia di costruire rapporti solidali, la sua profonda cultura accompagnata ad una grande dose di umorismo

08/04/2018 10:50

Le tasche piene di sassi Accadeva spesso. A ricreazione, in cortile. Un bambino correva verso di me esclamando “maestro John, guarda che bello!” E mi mostrava un sasso. Io esprimevo stupore. Ma non fingevo. Era stupore per la poesia che i bambini hanno nell’animo

05/12/2021 09:25

I bei giorni Fra tanti giorni tristi, ci sono anche giorni belli. Come quattro compleanni, due mostre e uno spettacolo (dove reciterò anch’io, ahi John!)

17/04/2022 09:00

Uova e ovetti In tempi di amarezze, si possono gustare dolci notizie che ci tirano su il morale.

31/03/2019 10:05

L'ora in più Un altro compleanno: 67! Ammazza! Ma da domani dirò 68, così mi abituo al tempo che passa e vola via 




Altre da Maestro John
14/04/2024

Vota Antonio!

I 95 anni di Antonio Abastanotti, la manifestazione a difesa del Chiese, sei compleanni, addio a don Dino Rivetta e vari eventi

08/04/2024

Ciao, Paolo!

Ci ha lasciati il prof. Paolo Canipari, a lungo insegnante al “Battisti” di Salò e da sempre impegnato nei circoli Anpi e Arci di Salò

07/04/2024

Quando si parlava solo in dialetto

Il dialetto di ieri, “90 pagine più o meno”, Cèco Masulì e le campane salvate, sabato a Brescia per il Chiese, tre compleanni, un ricordo, un addio e vari eventi

31/03/2024

Amore, oratorio e spiedo

Il 60° di nozze di Mariangela e Isaia, il 50° di sacerdozio di don Flavio e don Angelo, un libro di storie gavardesi e un audiolibro, otto compleanni, Pasqua e vari eventi

24/03/2024

Fioretti

La Quaresima e i fioretti, il problema del perdono, due truffe diffuse, la Via Crucis in Monticello, Orsolina Avanzi e Cecilia Zane, una poesia, tre compleanni e vari eventi.

17/03/2024

Padri, canestri e dischi

Auguri ai papà, il Basket Gavardo, Gian Giustacchini e gli “Overbridge”, auguri a don Luca Galvani, altri cinque compleanni, due addii e vari eventi

10/03/2024

Scintille

Gli 80 di don Eugenio ed i 31 di don Luca, “L’avaro” a Vestone, il rogo della “vècia”, Cèco ricorda, Nick Blaze a Montichiari, altri 4 compleanni e vari eventi.

03/03/2024

Nel cuore, nell'anima

Il 50° di Bruna e Nello, per Ezio e per Flavio, l’Avis Gavardo, Antenore a Bagolino, il coro La Faita, Vestone in rosa, La casa sull’acqua, Cèco ricorda, 4 compleanni, un addio e vari eventi

25/02/2024

La forza della vita

Le tante persone che non si rassegnano, i volontari AVG, la RSA La Memoria, un progetto in Bangladesh, le suore in Brasile, due poesie, un compleanno e vari eventi

18/02/2024

Il teatrino di Suor Anna

Suor Anna di Casa San Giuseppe, Camilla e Laura nel servizio civile, le serate del CAI, l’illusionismo di Nick Blaze, alpini ad Agnosine, un augurio e vari eventi