14 Giugno 2020, 09.05
Blog - Maestro John

Un compleanno e due addii

di Maestro John

Comincio con una bella notizia. Sabato 13 giugno ha compiuto gli anni Antonio Lauro. Per tutti i suoi numerosi amici è il mitico “Tone”, e soffia su 70 candeline


Tone ha due simpatici baffetti e una silhouette simile alla mia (del resto, ci piace “meter i pè sóta la taola” e gustare ottimi cibi).
Ricordo Antonio quand’era militare a Brescia, artigliere (senza penna) che mi salutava sulla jeep.
Ad Antonio sono legato da amicizia da quando ho cominciato a frequentare la mia attuale moglie e l’amica Daniela Massolini.

Antonio è apprezzato da tutti per la sua simpatia, per il suo senso dell’amicizia e per la sua disponibilità.
Quando c’è da dare una mano lui accorre, e spesso esclama delle belle battute in dialetto.

Fino a poco tempo fa Antonio viveva con la dolcissima mamma Maria Lazzarini, una persona straordinariamente buona e simpatica. Quando con Emi, Daniela e gli amici Tiziana e Gigi di Brescia andavamo a trovarla, sempre ci accoglieva con il sorriso.
Anche quando per motivi di salute la mamma non ha più avuto l’uso della gamba, lei non si abbatteva, conservava una dolcezza meravigliosa.

E certamente questo suo carattere così dolce e altruista
l’ha trasmesso ai figli.
Sì perché Antonio aveva un fratello, buono e simpatico come lui. Si chiamava Augusto, per tutti “Gusto”. Era stato un bravo calciatore, si faceva apprezzare per essere uomo di squadra, sempre rispettoso degli avversari.

Era sposato con la dolce Anna Massolini
, e insieme formavano una coppia davvero perfetta. La figlia Cristina con il marito Luca gli aveva regalato due splendidi nipoti, Silvia e Lorenzo.
Purtroppo lo scorso anno un inesorabile male ce l’ha portato via, ma ha lasciato in eredità le sue qualità umane e la sua cordialità.

Antonio ha lavorato nelle Officine Portesi di Virle Treponti, poi è stato assunto alla Concessionaria Fiat Leone. È un grande appassionato di sport: dal calcio (juventino doc) al ciclismo, si è sempre impegnato ad accompagnare in auto qualche atleta, magari svegliandosi prestissimo, ma sempre a disposizione.
Ultimamente al bellissimo Presepio Vivente dell’antico Mulino, era apparso vestito da sacerdote.

Sembrava un prete vero, don “Tone”, con tanto di breviario e tricorno in testa! Antonio fa parte del club delle ‘Söpe de Gaart’, che si riunisce presso la Trattoria Piazza Grande per eleggere simpaticamente i personaggi più ‘stufoni’.
Lui sostiene che dovrei iscrivermi anch’io, e che vincerei facilmente il trofeo. Ma credo che mia moglie mi batterebbe, e alla grande. Quando gli ho telefonato per fargli gli auguri, Antonio mi ha detto che era stato invitato dagli amici ed obbligato a mangiare “salàm cott, oss de porsèl e cudighì”.
Obbligato, capite? Ci credereste? Auguri, mitico Tone!

Ed ora passo a due cose tristi.
In questi giorni di pioggia ci ha lasciati Bruna Abbaino. Era nata nel 1954:  sua cugina Teresa Goffi e la sua amica Lucia Tebaldini (che ringrazio) mi hanno raccontato che inizialmente lavorava all’Export 2 (le famose “sàatine”), poi quando il calzaturificio è stato chiuso ha lavorato alla Grignasco.

Bruna è sempre stata una grande lavoratrice, si è sempre comportata in modo onesto e responsabile. Aveva un carattere piuttosto riservato, e tutti le volevano bene per la sua indole discreta e cortese. Da giovane, Bruna era stata un’ottima atleta del calcio femminile.
Erano gli anni ‘69/70: Bruna giocava con la maglia numero 10, da mezzala, ed era apprezzata da tutte le compagne di squadra per essere giocatrice con buona visione del gioco e piede buono.

Teresa e Lucia mi hanno fatto leggere un bellissimo ricordo, un articolo del Giornale di Brescia che porta per titolo “Il calcio femminile di scena a Gavardo”.
Per questa iniziativa, la prima del suo genere, si rende merito ai dirigenti dell’USO Gavardo, dal presidente Codurri al Vice Cesare Bresciani, al leggendario allenatore Nino Leni.
Era la prima volta in provincia di Brescia che si assisteva ad un incontro di calcio femminile: le ragazze dell’USO gareggiavano contro una formazione titolata, la Sanyo Milano (partecipante al Campionato Nazionale).

Il pubblico aveva gradito l’iniziativa, oltre un migliaio di spettatori gremivano sia la tribuna sia i lati del campo sportivo (che a quei tempi era dinanzi all’Ospedale).
Sebbene lo scontro contro le blasonate avversarie fosse impari, alla predominanza della Sanyo le belle giallonere locali hanno opposto una volontà ed una generosità encomiabili. Era stato davvero un bello spot verso questa disciplina, spesso relegata ai soli “maschietti”.

Per la storia, ecco la formazione gavardese: Piovanelli (Goffi), Franzoni, Abbaino Franca, Maccarinelli III, Bettinazzi, Maffezzoli (Festa), Tebaldini, Maccarinelli II, Abbaino Bruna, Berardi, Maccarinelli I (Massolini).
Ovviamente il fotografo era il grande signor Buccella!

Bruna e Lucia hanno continuato l’attività agonistica, militando nella squadra Igor, nel luglio ‘69 giocarono a Catanzaro per mostrare la bellezza del calcio femminile. Bruna ha poi firmato (nelle stagioni 69/70 e 70/ 71) con la Sanyo Milano, poi dal ‘71 al ‘77 ha giocato con l’Igor Brescia che giocava in Serie B: nel ‘72 ha vinto il campionato, conquistando il diritto di partecipare alla serie A.
Ho letto un altro articolo, che narra l’incontro (sulla passerella di Mompiano) tra l’Igor e le ragazze del Milan, terminato 4-3. Il folto pubblico ha ripetutamente applaudito sia le bresciane sia le milanesi: questo si chiama essere veri sportivi!

La cara Bruna, alla morte dei genitori, ha sempre vissuto con la sorella più giovane, Bianca, a sua volta giocatrice di pallacanestro.
Spesso, insieme ad amiche e parenti, si recava nella stupenda casina del Tesio, ai tempi in cui era gestita dal papà di Teresa, il signor Pierino Goffi (il celeberrimo “Gudù”).
Bruna ha passato gli ultimi giorni terreni presso il Reparto Cure Palliative dell’Ospedale di Gavardo. Sono certo che la cara Bruna abbia avuto tutto l’affetto, le cure e l’incredibile umanità di medici e infermieri. Ciao, Bruna!

Vorrei scrivere un’ultima cosa. Ma non ci riesco.
Riguarda quel bellissimo ragazzo di Prevalle, Roberto. Dal giorno della tragedia, a tutti si è spezzato il cuore, il mondo ci è caduto addosso.
Vorrei scrivere parole di conforto, di speranza. Ma proprio non ce la faccio. La tristezza mi invade l’anima. Continuo a piangere. Mi sembra tutto così ingiusto!

Era alunno delle mie brave colleghe Rosaria Zentilini e Caterina Bonomelli, certamente l’avrò visto da bambino, magari durante gli spettacoli di fine anno. Tutti lo ricordano come un ragazzo dall’animo dolce, solare, innamorato.
È impossibile dare un senso a quanto è accaduto. È  impossibile dare un senso alla perdita di un figlio. La morte di un figlio penso sia una cosa senza senso, impossibile da comprendere…

“Voglio trovare un senso a questa storia,
anche se questa storia un senso non ce l’ha.

(Vasco Rossi)

Solo una fede infinita può tentare di rispondere a una cosa così straziante.
Posso solo ripetere quanto hanno scritto i suoi compagni di squadra del Manerba: “Vola in cielo piccolo angelo...”
Sì, vola in cielo, caro Roberto. Da lassù porta il delicato vento della tenerezza e del conforto, ad alleviare lo strazio della tua mamma, del tuo papà, della tua ragazza.

Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta. “Vola in cielo piccolo angelo...

maestro John

Nelle foto:
1) Il sottoscritto con l’amico Antonio
2) Bruna nel calcio femminile
3) Bruna con due compagne della squadra Igor (a destra l’amica Lucia)
4) La cara Bruna ad una festa di parenti ed amici in Tesio





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