08 Agosto 2021, 07.13
Blog - Maestro John

Luca, il parroco e due suore

di Maestro John

Vi vorrei parlare del futuro diacono Luca Galvani, del parroco di Gavardo monsignor Italo, ricordandovi che lunedì al Salone ci sarà la serata dedicata a Suor Liliana Rivetta (via mail le prenotazioni).


Cominciamo, per via gerarchica, dal parroco don Italo Gorni, monsignore… ma non troppo. Sì perché, essendo modesto, non ama essere chiamato così.
In questi giorni, per la preparazione della serata dedicata a suor Liliana Rivetta, l’ho contattato varie volte e l’ho apprezzato come persona disponibile e cordiale.
Inoltre è un fine umorista: io gli scrivevo di essere santo perché sposato, lui ribadiva il concetto in modo arguto.

Mi ha promesso che un giorno mi racconterà alcuni aneddoti, come quella volta che ha sbagliato funerale!
Gli ho proposto di scrivere un diario, anziché “Il diario di un prete di campagna” di Bernanos, il “Diario di un monsignore di Vallesabbia.”
Certamente avrebbe successo, e rivelerebbe la vita complessa e spesso sconosciuta di un sacerdote.

Don Italo (e questa per me è un’idea giustissima) pranza con gli altri sacerdoti della parrocchia, condividendo il cibo e i vari problemi dell’unità pastorale.
Non sapevo fosse una vocazione adulta. Nativo di Botticino Mattina, ha svolto il servizio militare ed è stato ordinato sacerdote nel 1985. È stato vicario parrocchiale a Lumezzane San Sebastiano dall’85 al ’97: ricorda di aver visto lo spettacolo “W il parroco!” del Gruppo Teatrale Gavardese, con il mitico Gaetano Mora.
È stato parroco di Serle e di Castello di Serle, prima di giungere a Gavardo.

Al simpatico don Italo dedico queste parole del Santo Curato D’Ars, patrono dei sacerdoti: “I nostri errori sono granelli di sabbia accanto alla grande montagna della misericordia di Dio.”

Una notizia stupenda: Luca Galvani la mattina di sabato 11 settembre verrà ordinato diacono dal Vescovo Tremolada nella Cattedrale di Brescia.
Nel pomeriggio ci saranno i Vespri ed il Canto di Ringraziamento del Te Deum presieduti da don Luca (e sottolineo il “don”!) nella splendida Chiesa di Santa Maria. Ci saranno due giorni di festa per vivere un momento straordinario per lui e per tutta la Comunità.

Non sia geloso l’altro Luca, il curato molto simpatico e preparato, ma anche Luca Galvani è davvero una bella persona! 
Lo conoscevo come vicino di casa, mi ha sempre salutato con un sorriso luminoso e sapevo dalle sue amiche che, nonostante l’impegno negli studi, dedicava il tempo libero nelle attività dell’oratorio.

L’ho conosciuto meglio quando nel 2013, con il Gruppo Teatrale, abbiamo rappresentato “W il parroco!”  per il 40° anniversario di sacerdozio di don Giacomo Bonetta.
Luca faceva la parte di un ragazzo che partiva militare: si era dimostrato un attore fantastico, serio e ‘professionale’.
Fortuna volle che due anni dopo lo incontrassi di nuovo, questa volta seminarista. Ero stato chiamato, tramite l’amica Caterina Manelli, da don Alessandro Tuccinardi, allora vicerettore del Seminario diocesano (adesso è parroco di Manerbio).

Si trattava di far vivere ai seminaristi un’esperienza di condivisione dei valori quali amicizia, solidarietà, donando gioia alle persone grazie al teatro.
In occasione dell’anno giubilare dedicato alla misericordia, con seminaristi ed amici (tra i quali Paola Rizzi, Antonella Pialorsi, Maria Baronchelli, Silvia Zucchetti, Elisa e Domenico Catterina, Laura Nicolini e la stessa Caterina Manelli) abbiamo messo in scena con vero successo “All’occhio Pinocchio!” al Cine-Teatro Pavoni di Brescia ed al Salone di Gavardo.
Insuperabile il bambino Pinocchio interpretato da Davide Catterina di Prevalle, a quel tempo mio bravo alunno.

Tra gli attori-seminaristi c’erano Alex Recami, Luca Signori e il “nostro” Lorenzo Bacchetta, adesso valenti sacerdoti!
Dietro le quinte  don Alessandro, una magnifica persona, seguiva con affetto la sua banda scatenata di futuri sacerdoti. Ancora una volta ho apprezzato Luca Galvani che ha recitato nelle parti del Pazzariello e del Direttore del circo, tra applausi ed entusiasmo incontenibili.

Qualche anno fa ero salito a prendere il fresco sul Monticello, e per caso ho sentito Luca Galvani che parlava con l’altoparlante ai ragazzi del Grest presso la bella Casa degli Alpini. Ho così potuto apprezzare, senza farmi notare, le sue doti di comunicatore, sia nell’animazione dei giochi di gruppo, sia nel coinvolgimento dei ragazzi nei momenti di preghiera e di spiritualità.
Grande Luca (guarda che sono sincero, eh!)

E quando Luca qualche giorno fa
mi ha donato l’immaginetta con la scritta “Ordinazioni Diaconali: Perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” ho scoperto che diaconi diventeranno anche altri “attori” di quello spettacolo: Michele Dosselli, Matteo Piras (faceva il carabiniere) e Denny Sorsoli (che interpretava il narratore).

Che bellezza! Caro Luca, accompagnandoti con la preghiera in questo tempo di preparazione al sacramento dell’Ordine, ti ripeto quel che spesso ti dico quando ti incontro: “Certamente sei avviato a diventare Papa!” Un Papa Luca non c’è ancora stato… Sarebbe bello che tu, il giorno dell’elezione al soglio pontificio, proclamassi: “Un caro saluto al maestro John!”. Io a quel tempo sarò in Paradiso, dove vanno tutti gli uomini sposati, eh eh eh!

Termino con una stupenda lettera di suor Mariateresa Goffi, che lunedì porterà la propria testimonianza al termine dello spettacolo “Cara Liliana…”.
È datata 22 febbraio del 1979 ed è stata pubblicata su “Il Ponte”: parla del lebbrosario di Alìto, dove aveva prestato servizio anche la cara suor Liliana Rivetta.

"Gavardesi carissimi, desidero anzitutto assicurarvi che le vostre offerte specificamente date per le Missioni, sono andate a beneficio non solo dei lebbrosi di Alito, ma pure di tanti vecchi soli, di vedove con bambini orfani, di  ammalati di lebbra che non hanno l’aiuto di un centro come il nostro.
A nome di tutti questi fratelli e mio, grazie di cuore.

L’Uganda è sotto molti punti di vista, un Paese meraviglioso. In certi posti la natura e la vegetazione sembrano voler supplire alle tensioni politiche e alle debolezze umane. Anche Alito, il lebbrosario nel quale mi trovo ormai da qualche mese, è tutto un fiore!
Tutto intorno è un mondo di colori caldi e vivaci, tipicamente tropicali sono gli alberi ricchi di frutta e il caldo veramente estivo.

Quando ho accettato di venire e continuare la mia vita missionaria fra questi fratelli, il pensiero delle piaghe e delle deformazioni causate dalla lebbra, e soprattutto il pensiero dell'odore fetido causato dalla cancrena, bloccavano un po' il mio entusiasmo.
Quale è stata invece la mia sorpresa nel constatare che in questo posto è più familiare il profumo dei fiori che la puzza delle piaghe... Certo, c’è anche quella, ma ci sono già abituata.
Veramente mi sono sentita presto a mio agio fra questi fratelli che mi hanno subito accettata fra loro.

Questo è un centro dove si curano 5889 ammalati di lebbra dei quali 849 bambini. Io ho la responsabilità dell'ospedale (non certo da confrontare a un ospedale europeo) dove gli ammalati vengono portati quando hanno complicazioni causate dalla lebbra; diversamente vengono seguiti e curati da una suora, nei 180 dispensari i quali, nella maggior parte dei casi, non sono che un punto di ritrovo sotto una pianta.

Un giovane medico indonesiano divide il suo tempo fra l'ospedale, cioè la sala operatoria, la clinica delle ulcere, il giro dei malati e i 180 dispensari. Siamo coadiuvati nel lavoro da 48 ammalati di lebbra, attualmente controllati da sulfamidici preparati a questo scopo. Vi assicuro che il lavoro non manca; devo pure assicurarvi che il mio è più un ricevere che un dare; o, meglio, un vero scambio di beni.

La pazienza, la serenità, l’ospitalità, il desiderio di essere utili che vedo in questi ammalati nonostante i loro limiti, mi sono di continuo esempio. Ammiro anche la loro forza nel soffrire e accettare una situazione politica, ambientale ed economica che non è certo delle più facili.

Qui si tocca con mano la realtà meravigliosa che Gesù è venuto a portare la salvezza a tutti gli uomini, e che Lui vuole continuare a salvare per mezzo nostro, oggi. E mentre ci sforziamo di sanare nel Suo Nome, noi siamo a nostra volta, guariti dal nostro egoismo, dalla nostra autosufficienza, dalla nostra "superiorità", dal nostro efficientismo, proprio da questi nostri fratelli che noi pensavamo da meno di noi e ai quali pensavamo di poter portare la nostra "elemosina"...

Che esempio!...Uniti nella preghiera ringraziamo il Padre dal quale ci viene ogni consolazione perché a nostra volta possiamo consolare chi è nel dolore. Vi saluto con tanta riconoscenza, Suor Mariateresa Goffi”


Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!
maestro John

Nelle foto:
1)Foto di gruppo delle famiglie Rivetta e Seminario. Liliana è la terza da destra, con il velo.
2)Il sorriso di Luca Galvani
3)Don Italo al battesimo di Angelica, figlia di mia nipote Barbara Barovelli e di Giulio Del Bono (nella foto Angelica è in braccio a mio figlio Andrea, padrino insieme a mio nipote Marcello Maruelli)
4) Suor Mariateresa Goffi in Uganda




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