Dipendenza affettiva
di Sabina Moro
La dipendenza affettiva, vediamo insieme cos’è e alcuni consigli utili per poterla affrontare
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La dipendenza affettiva non compare nei manuali diagnostici come un disturbo a sé stante ma viene inserito all’interno della categoria “disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction”, senza però esplicitarne in modo specifico i criteri per l’effettuazione di una diagnosi.
Insieme alla dipendenza affettiva troviamo: gioco d’azzardo, internet, shopping, attività fisica, sesso, lavoro.
Reynaud (2010) propone dei criteri collegati alla dipendenza affettiva:
- Sensazione di astinenza in seguito all’assenza della persona amata con sofferenza e bisogno compulsivo dell’altro;
- Riduzione di importanti attività sociali, professionali o di svago;
- Tempo speso, in realtà o in pensiero, per la relazione;
- Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione;
- Ricerca continua della relazione nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
- Esistenza di difficoltà di attaccamento manifestate da ripetute relazioni amorose senza alcun periodo di attaccamento durevole o ripetute relazioni amorose dolorose.
La dipendenza affettiva può manifestarsi anche in relazioni di attaccamento con familiari o amici.
Una relazione sana dovrebbe essere caratterizzata da lealtà, impegno, soddisfazione, supporto reciproco, desiderio di intimità, risoluzione condivisa dei problemi, accettazione dei limiti dell’altro, aspettative realistiche, capacità di mantenere interessi anche in altre aree di vita (Ascher, 2015).
Alcune strategie per contrastare la dipendenza affettiva possono essere:
- Effettuare il No Contact ovvero cercare di eliminare o ridurre al minimo il contatto con il partner alla quale ci sentiamo dipendenti;
- Impara a conoscerti, cerca di capire quali sono le cose che ti piacciono, prenditi cura dei tuoi interessi, potenzia i tuoi punti di forza, scopri i tuoi valori; ecc..
- Recuperare o instaurare relazioni con persone che possono essere gratificanti;
- Fare una lista di attività piacevoli e impegnarsi nell’attuazione delle attività individuate al fine di incrementare stati di umore piacevoli;
- Fai qualcosa da solo, potenziando la tua autonomia e il tuo senso di autoefficacia;
- Rivolgersi ad un professionista se lo stato di sofferenza è elevato o abbiamo l’impressione di sentirci in trappola e di non essere in grado di trovare una soluzione. Un terapeuta potrebbe infatti aiutarti a capire le motivazioni che portano allo sviluppo di una dipendenza e aiutarti ad affrontare i sentimenti di abbandono.
dott.ssa Sabina Moro
3934107718
sabina.moro@outlook.it
Instagram: 21grammi_di_psicologia
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