16 Marzo 2022, 10.06
Blog - 21 grammi di psicologia

Attacchi di panico

di Sabina Moro

Oggi parliamo di attacco di panico, come possiamo riconoscere se abbiamo sperimentato un attacco di panico? Scopriamolo insieme


“L'ansietà è un sottile rivolo di paura che si insinua nella mente. Se incoraggiata, scava un canale nel quale tutti gli altri pensieri vengono attirati”.

All’interno dei disturbi d’ansia troviamo il disturbo da attacchi di panico.

L’attacco di panico è caratterizzato da un aumento improvviso di paura, che raggiunge il picco in alcuni minuti. Studi hanno dimostrato che le donne hanno una probabilità doppia di sviluppare questo disturbo, anche se le manifestazioni cliniche sono simili per l’uomo e per la donna.

Tra i sintomi sperimentabili possiamo trovare:

- palpitazioni;
- tachicardia;
- sudorazione;
- tremori;
- sensazione di soffocamento;
- dolore al petto;
- nausea;
- sbandamento;
- brividi o vampate di calore;
- formicolio;
- paura di perdere il controllo;
- paura di morire.

L’attacco di panico è solitamente seguito dalla preoccupazione di avere, in futuro, un nuovo attacco di panico e da un cambiamento di comportamento per limitare la probabilità che si ripresenti un attacco (per esempio, limitare l'attività sportiva, non frequentare posti sconosciuti, uscire solo accompagnati o con oggetti di sicurezza).

Secondo il modello dell’attacco di panico, la persona interpreta in modo catastrofico una o più sensazioni corporee, collegate all’ansia, che sono emerse improvvisamente, temendo che stia accadendo qualcosa di pericoloso. In questo senso, come in un circolo vizioso, la persona faticherà a rilassarsi e continuerà ad allarmarsi perché non comprende l’origine delle sensazioni, contribuendo ad aumentare le sensazioni temute, fino ad innescare un attacco di panico.

Per la terapia cognitivo comportamentale la persona ha un ruolo attivo nel mantenimento dell’ansia, soprattutto nel momento in cui continua a concentrarsi sulle sue sensazioni fisiche e ad alimentare, nel proprio dialogo interiore, interpretazioni catastrofiche ed esiti negativi.

Successivamente all’attacco di panico si rimarrà in uno stato di ansia in quanto la persona non trova spiegazione sul motivo per cui sono emerse le prime sensazioni corporee. Spesso infatti la persona avrà la tendenza a rivolgersi ad un medico per controllare il proprio stato di salute, che però non riscontrerà nessuna patologia.  

Il primo attacco di panico solitamente viene sperimentato in un periodo di stress elevato, anche se altri fattori che possono influenzare l’emergere di ansia sono i tratti di personalità, la familiarità, fattori genetici, l’uso di alcuni farmaci e l’uso di sostanze.

Dott.ssa Moro Sabina
3934107718
sabina.moro@outlook.it
Instagram: 21grammi_di_psicologia



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