18 Gennaio 2022, 08.21
Bione
Amarcord

Bione e Cà Serena nel 1961

di Gilberto Vallini

Nello scritto di Gilberto Vallini, allora sindaco di Bione, pubblicato sull'opuscolo "Cà Serena" edito per volere dei Combattenti, uno spaccato di Bione come poteva essere sessant'anni fa


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Bione e Cà Serena visti da uno che li conosce


Seconda, terza, quarta: il motore non si sforza troppo nel partire da Brescia. Muso rivolto a Nord, si fila in direzione Valle Sabbia.
Si innesta la terza a Caino; polizia permettendo si può spegnere il motore alla sommità del S. Eusebio; si reinnesta la terza a Casa D'Odolo, si mette in prima nel «budello» di Agnosine (ma durerà poco perché c'è in ballo la circonvallazione).
Poi ancora quarta e terza e si è a Bione.

Ca’ Serena è di là del paese, come un antico castello a dominio della meravigliosa Conca che domina Odolo, Preseglie e Vestone.
Guardiamo l'orologio: sono quarantacinque minuti che siamo partili.
Guardiamo il tachimetro: abbiamo percorso trenta chilometri.

La nostra utilitaria non è fornita di altimetro, ma una vecchia lapide murata ci avverte che siamo a 600 metri sul livello del mare. Davanti a Ca' Serena, sventola, su un altissimo pennone, il Tricolore. Ad occhio e croce è a quota 620.
Non è la quota dell’Adamello né dell’Ortigara.
Non è la quota di El Alamein né della depressione di El Quattara, non quella di Nikolajewka.
Eppure le riassume tutte: quelle nominate e le altre, gli abissi ionici e le ambe, le steppe ucraine ed il Sahara.
Una fibra per ogni Caduto, una goccia d'anilina per ogni combattente, un sospiro per ogni ferito: ecco il Tricolore di Ca' Serena.

Ma non di questo dobbiamo parlare. Altri lo farà in questa stessa sede.
A noi è il paese che lo ospita che interessa.

Una prima constatazione
: l'anno scorso chi giungeva quassù, era coperto di polverone, c'erano buche e «scanafossi», rullio e beccheggio. Oggi un magnifico nastro d'asfalto collega Bione con la città.
E’ un'opera coraggiosa per un comunello che non giunge ai 1500 abitanti. Coraggiosa ma necessaria. Indispensabile.

Ai tempi Umberto I infatti, quando il percorso Brescia-Bione si effettuava con carrozze più o meno rinforzate, nei traini, ai due versanti delle «Coste», Bione era un posto ricercato per la villeggiatura familiare: aria frizzante, altitudine media, ospitalità ottima, cucina buona, prezzi miti, ne facevano un centro ideale per il soggiorno estivo del medio-piccolo borghese.
Questo turismo, che faceva capo per lo più a case private, è continuato fino all'ultimo dopo guerra. Poi le strade disastrose, il rimontare di altri centri, la scarsità di acqua potabile lo fecero gradualmente diminuire.

Oggi alla strada si è provveduto
, all'acqua pure, imbrigliando quattro sorgenti sotto San Vigilio: e il turismo è ripreso abbondante, favorito anche dalla permanenza estiva dei quattrocento bambini ospitati ogni stagione a Ca’ Serena.

Ma Bione, ovviamente
, non può vivere di solo turismo: oltre tutto non è nemmeno perfettamente attrezzato anche se si continua a migliorare. Eppure sono sempre più numerose le villette che sorgono a corona dell'antico agglomerato.
Da dove vengono i mezzi? Dai castagni secolari che coprono le forre di solenne frescura, dalle abetine che si scorgono in direzione di Nozza, da quelle che non si scorgono, su nel «piano della Glera», oppure dai verdi prati costellati di noci che scalano la montagna e scendono verso la valle?
Ni un ni l’autre, direbbero i francesi.
Una volta sì, questi fattori erano importantissimi per l'economia locale: dove non arrivavano si ricorreva all'emigrazione.

Oggi non più, o comunque molto meno: dalla confinante Val Trompìa è emigrata la «febbre dell'ottone».
Al tradizionale nucleo familiare di tipo contadino, è subentrato il groppo misto «coltivatore-artigiano-operaio». Le piccole officine si moltiplicano. Quaranta, cinquanta: difficile dire. Ogni giorno se ne scopre una nuova. Altri vanno al lavoro ad Agnosine, altri ad Odolo. Anche quassù, il miracolo economico è arrivato; con una fisionomia sua, innestandosi sulla tradizione senza trasformarla.

Questo è Bione: vicino alla città, aria ottima, panorama incantevole, buone passeggiate, gente laboriosa ed ospitale.
Di questa collana, Ca' Serena è la perla più lucente: una perla dai vividi riflessi tricolori.

Gilberto Vallini
Sindaco di Bione




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