Un fiume di denaro e tanti dubbi

Prima 2,5 milioni di euro di fondi per i Comuni confinanti per la realizzazione di un ponte sul torrente Caffaro la cui costruzione è terminata nel 2017, ma non è mai entrato in funzione.

Ora 904 mila euro per realizzare un ponte provvisorio accanto a quello obsoleto in ferro del 1906 perché questo possa essere recuperato, allargato e irrobustito.
A tanto ammonta l’impegno della Provincia autonoma di Trento per tentare di risolvere i problemi di viabilità che da decenni attanagliano la 237 del Caffaro e le vie che vi confluiscono in prossimità del confine regionale.

E c’è che si chiede se questo conto, piuttosto salato e al momento infruttuoso, sia stato fatto con la necessaria oculatezza.
A mettere nero su bianco, con l’ennesima interrogazione sul tema, è il consigliere trentino per il Movimento 5 Stelle Alex Marini: «Siccome i soldi pubblici non possono e non devono essere spesi come noccioline, mi chiedo se la Provincia di Trento abbia fatto tutte le verifiche del caso prima di stanziare nuove risorse pubbliche per la posa di un terzo ponte sul Caffaro – afferma Marini -. In particolare se l’ente abbia provveduto a prendere in considerazione le richieste delle Amministrazioni comunali di Storo e Bagolino per arrivare ad aprire in sicurezza ed efficienza il secondo ponte sul Caffaro, che resta ad oggi l’emblema dello sperpero di milioni di euro pubblici».

I lavori per la posa del terzo ponte, quello provvisorio, che dovrà garantire il passaggio in entrambi i sensi di marcia anche dei mezzi pesanti, sono cominciati a metà marzo e per ora limitati alla modifica della viabilità “accessoria”.

A causa dell’aumento dei prezzi, non saranno sufficienti i 904 mila euro stanziati a Trento: ce ne vorranno altri 251 mila messi a bilancio dalla Provincia di Brescia.