È il titolo della mostra personale di Paolo Melzani in corso a Brescia presso l'Associazione Artisti Bresciani e che chiuderà questo 31 maggio
“Una sola verità, tanti punti di vista”, è il titolo della mostra personale di Paolo Melzani che è esposta a Brescia presso la galleria dell'Associazione Artisti Bresciani (AAB), nell'ambito delle iniziative per Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023; in dirittura d'arrivo, la mostra, inaugurata il 18 Maggio scorso, chiuderà il prossimo 31 Maggio (visite dalle ore 16 alle 19.30).
La produzione artistica di Paolo Melzani si è sviluppata per oltre vent'anni nel campo delle incisioni; dal 2014 l'artista di Bagolino si è dedicato alla tecnica della china a colori, esordendo con un'opera dal titolo predittivo più che significativo, “Salto nel buio”, a definire l'inizio di un nuovo percorso pittorico e l'avventura di una ricerca in un campo inesplorato.
Visitando la mostra, noi che lo conosciamo, abbiamo capito perché per moltissimi mesi Paolo Melzani è stato pressoché irraggiungibile. Sto preparando la mostra, diceva, sono molto impegnato, non posso distrarmi. E scorrendo i 35 quadri esposti all'AAB riusciamo a comprendere quanto lavoro abbia comportato per questo artista la realizzazione di opere tanto complesse sul piano espressivo e tecnico.
Lo stile che caratterizza questo filone pittorico è stato definito metafisico, spaziando i temi in ambiti culturali trasposti in una dimensione spazio-temporale asincrona, onirica, surreale, in cui confluiscono elementi filosofici, naturalistici, storici, architettonici.
Troviamo quindi elementi di storia della filosofia nell'opera “Le categorie” (richiamo alle categorie kantiane), “La caverna” (il mito della caverna di Platone), “Il ragno di Nietzsche” (teoria dell'eterno ritorno); spunti dalla storia e preistoria umana in “Dolmen del tempo”, “Lo spaventapasseri”, “Metanaquane”, dove menhir, dolmen, incisioni rupestri si integrano con elementi filosofici e quesiti esistenziali; elementi architettonici spaziano dai modelli classici rinascimentali e barocchi alla architettura rurale montana , come in “Il pozzetto”, “Il chiostro”, “Giocando con Pulcinella”, mentre la componente surreale e metafisica è estremizzata in opere come “ Le tre scale”, “Fontana e tre drappi”, “Campanile di San Rocco”, trovando l'acme in “La magna terra” che unisce in sé elementi architettonici, antropologici, religiosi/spirituali, in un inquietante mix di quesiti culturali-esistenziali che inducono ad una riflessione non superficiale.
L'aspetto naturalistico è presente in tutte le opere, rappresentando lo stilema distintivo dell'artista; ritroviamo così alberi, rocce, acque, montagne, erbe, cardi, soffioni, e gli immancabili alchechengi, quasi una firma autografa che ne definiscono l'autenticità creativa; elementi che spesso richiamano l'ambiente naturale montano e in particolare il paese d'origine: “Romanterra”, “Meditando nel chiostro”, “Blumone”, “I soffioni di Lucrezia”.
Si tratta in ogni caso di opere enigmatiche, in cui confluiscono temi di spessore culturale, ma anche motivi esistenziali estremi, rappresentati dalla assenza o irrilevanza della figura umana, che nelle opere appaiono sempre di spalle, mai di fronte, defilati, senza identità definita, mai protagonisti, addirittura ombre (“Le tre scale”), sostanzialmente assenti dalla Storia.
La tecnica pittorica, china a colori, china e acquerello, è utilizzata dall'artista con una padronanza che riflette lo studio e l'applicazione dedicati alla realizzazione precisissima dell'opera; si tratta di una tecnica difficile, laboriosa, che l'artista ha utilizzato con un dispiego di tempo e meticolosità per molte ore al giorno e per molti mesi di lavoro, rivelando uno stile originale e personalissimo.
La visione delle opere impone una lettura non approssimativa per la loro complessità tematica ed espressiva, che proprio per queste caratteristiche possono porre riflessioni e domande diverse e indurre a conclusioni non univoche, perché, come afferma l'artista, esiste “una sola verità e tanti punti di vista”. Ancora poche ore quindi, per chi non abbia visitato la mostra o voglia rivederla, per cercare nella visione del mondo e dell'arte di Paolo Melzani la verità che egli ha voluto rappresentare attraverso i suoi quadri, e i molteplici punti di vista che tale verità sa suscitare.
In foto: Mostra personale di Paolo Melzani, presso AAB, Brescia, 18 Maggio/31 Maggio 2023 : "La caverna", "Romanterra", "Il chiostro", "Le categorie"