«Il baily? Mettetelo al posto del vecchio ponte»

Sembrava fosse questione di settimane, invece le bocce sono ancora ferme a Ponte Caffaro, per la partita che dovrà portare ad una soluzione per i problemi di viabilità che da anni ormai assillano il confine fra Brescia e Trento.

Vale a dire da una parte il rifacimento del vecchio ponte in ferro di inizio ‘900 che non riesce più a sopportare pesi superiori alle 40 tonnellate, mettendo in crisi le aziende che spostano mezzi pesanti fra una e l’altra provincia; dall’altra la sistemazione di quello “nuovo”, comunque chiuso da anni per un contenzioso legale, che comunque non permette raggi di curvatura adatti ai mezzi pesanti.

La scelta fatta, per metter mano tanto per cominciare al restauro del vecchio ponte in ferro e togliere le limitazioni al transito, è stata condivisa mesi fa dalle Provincie di Brescia e di Trento: si tratta di posare un terzo ponte fra i due presenti, del tipo “bailey”, provvisorio.
Trento è pronta a metterci 904 mila euro, Brescia realizzerebbe l’opera.

Il progetto però non piace al Comune di Bagolino, perché prevede di effettuare degli espropri a dei privati, la chiusura di un’attività storica come quella del Bar al Ponte che si ritroverebbe senza plateatico e con le cantine riempite di ghiaia, senza per altro risolvere forti criticità nella realizzazione dell’intervento.

«Problematiche che sono state messe nero su bianco ed inviate in Provincia a dicembre dello scorso anno» ci dice il vicesindaco bagosso Eliseo Stagnoli.

«Secondo noi il ponte bailey deve andare a sostituire quello vecchio in ferro che nel frattempo è da smontare e portare altrove per il restauro – aggiunge -. Uno scambio di ponti da realizzare in un mese e nel frattempo si potrebbe utilizzare il ponte nuovo con un senso unico alternato. Del resto il semaforo sarebbe necessario anche procedendo come vuol fare la Provincia, senza contare che la posa del bailey fra i due ponti attuali renderebbe difficile, in alcuni casi impossibile percorrere le vie laterali».

Procedendo come indicato da Bagolino, ne è convinto Stagnoli, non sarebbero necessari espropri o chiusure di attività, si risparmierebbero tempo e costi: «Restaurare ed allargare il ponte vecchio sul posto equivarrebbe a fare a mano lo scavo per le fondamenta di una casa» afferma Stagnoli.

Che conclude con una punta di rammarico: «Un vero peccato che la Provincia di Brescia, la nostra Provincia, con la quale siamo fermamente intenzionati a collaborare, nemmeno ci abbia risposto».

.in foto: il vecchio ponte; il progetto della Provincia