Sono almeno 4 mila metri cubi di neve, quelli caduti ieri mattina sulla Sp 669 fra Valle Dorizzo e il Gaver, dove c'č mancato poco che al maresciallo toccasse di assumere il ruolo dell'ostetrica. Strada ancora chiusa, fin da Bagolino.
Slavina da record ieri mattina fra Valle Dorizzo e Gaver. La montagna ha scaricato il suo peso bloccando a monte tre veicoli che erano transitati poco prima, compreso il Defender dei carabinieri bagossi che erano saliti fin lassĂą per verificare che tutto fosse a posto.
C’è mancato poco che il blocco della circolazione diventasse emergenza e che al maresciallo venisse chiesto di sostituire l’ostetrica. Per fortuna Stefano Marca aveva visto la mal parata ed era già sceso a Bagolino con la moglie Marica, in attesa di Gabriel, gravidanza a termine.
Il rischio di rimanere sotto.
“Mi ha fregato, questa volta mi ha fregato. C’erano solo una ventina di centimetri di neve fresca qui sotto, come fai a pensare che poco più su aveva già superato il mezzo metro. Fradicia com’era, logico che quel canalone o un’altro avrebbero scaricato”.
Paolo Salvadori è ancora pallido quando lo incontriamo davanti al caminetto dell’albergo Caminetto, in Valle Dorizzo. Erano all’incirca le otto e mezza quando la gran massa nevosa ha ceduto alla forza di gravità e lui è fra quelli che l’hanno scampata bella.
Ha scaricato la Valle di Dores.
La slavina è scesa lungo l’impluvio di “Dores”, che incontra la Sp 669 cinquecento metri scarsi dopo le ultime case dell’ultima frazione Bagossa e Paolo c’era da poco passato sotto alla guida dell’Unimog attrezzato di pala: “Quando la neve è così bagnata e così tanta non ci si infila da quelle parti, troppo rischioso, lo so bene. Si chiude la strada e basta” aggiunge.
A trarlo in inganno lo scarso deposito nevoso a quota milledue che non lasciava presagire tanta abbondanza alle quote appena superiori.
Anche i carabinieri ostaggio della natura.
Un po’ di apprensione devono averla provata anche il maresciallo Rizza ed il suo sottoposto, che a bordo del Defender seguivano a poca distanza l’Unimog precedendo a loro volta il fuoristrada Younday del Nerio.
Su quest’ultimo mezzo c’erano anche gli uomini dell’Edison che ogni martedì salgono al Lago della Vacca per dare il cambio ai colleghi che gestiscono l’omonima diga.
E’ il Nerio a caricarli sul “gatto” della Sat per risparmiare loro un bel po’ di strada a piedi.
Erano giĂ scesi tutti.
In Gaver non c’era nessun altro e i carabinieri erano saliti fin lassù per appurarlo, in vista del pericolo che si stava delineando: “Sapevamo che Maurizio della locanda Gaver era sceso, Stefano del Blumon Break l’avevo appena incontrato in paese – conferma il maresciallo -. Quando siamo arrivati al Campras e abbiamo visto che non c’era nessuno abbiamo fatto subito dietrofront. Ci avremo messo più o meno otto minuti fra il salire e lo scendere, la slavina intanto era venuta giù”.
Paura che qualcuno fosse rimasto sotto.
Impegnati a ripulire la 669 dalla neve, ieri mattina, erano in due. Paolo davanti aveva il compito di prendere la neve a monte e di spostarla in mezzo alla strada. Venti minuti dopo seguiva Matteo, anche lui un Salvadori della Salvadori Costruzioni, con l’altra pala per sgomberare anche l’opposta corsia di marcia. Arrivato davanti alla montagna di neve ha preso a chiamare al telefonino il maresciallo e il cugino.
Inutilmente perché da quelle parti i cellulari non funzionano. “Ho fatto il giro della slavina a piedi e con il cuore in gola – ci dice, finchè non li ho visti dall’altra parte”.
Slavina da record.
E’ Matteo a farci una stima della massa nevosa: “Calcolando che sarà alta sei o sette metri e profonda una quindicina, che ha occupato quasi sessanta metri di strada e che ha un po’ la forma a cupola, lì adesso ci sono da spostare almeno 4 mila metri cubi di neve. Ci vuole un giorno e mezzo di ruspa per ripristinare la circolazione”. Sul posto per coordinare gli interventi è sono saliti anche gli uomini del servizio di Manutenzione strade della Provincia, con il “capo” Arrighini.
I Salvadori hanno cominciato il lavoro già ieri mattina e col buio della sera sono riusciti ad aprire un primo varco, sufficiente per trarre d’impaccio i mezzi che erano rimasti bloccati dall’altra parte.
Strada ancora chiusa.
La strada però è rimasta chiusa e fin dalla circonvallazione di Bagolino. Le forti precipitazioni in quota che sono andate avanti per tutto il pomeriggio, infatti, hanno reso pericolosi anche i canaloni chwe sovrastano la strada prima di Valle Dorizzo.
Questa mattina salirà a dare un’occhiata il nivologo della Provincia.
Per il fine settimana le previsioni meteo segnalano bel tempo. Speriamo che per allora il Gaver possa nuovamente essere raggiungibile.