Avrà una finalità benefica l'esilarante spettacolo messo in scena dal Gruppo Salvadàk, “Nella Valle del Caffaro è nata una stella e mezza … forse anche tre o quattro” presso il teatro dell'oratorio di Bagolino
Sarà replicato venerdì 10 giugno a Bagolino, presso il Teatro Oratorio alle ore 20.30, lo spettacolo di cinemateatro “Nella Valle del Caffaro è nata una stella e mezza … forse anche tre o quattro”. L'incasso sarà devoluto a sostegno dei progetti e dei servizi socioeducativi della Cooperativa Sociale Cogess, pertanto il Gruppo Salvadàk, organizzatore dello spettacolo, auspica una buona partecipazione di pubblico, considerando anche che non ci sono più le restrizioni dovute al covid; infatti i posti a sedere sono ora tutti disponibili, non è più richiesto il greenpass, ma soltanto il controllo della temperatura, l'igienizzazione delle mani e l'uso della mascherina.
Nato al tempo del covid, questo spettacolo giunge alla sua rappresentazione ultima con una serie di adattamenti dovuti al mutare della situazione dopo due anni di lavorazione continuamente interrotta da lockdown vari, norme sanitarie limitative, innumerevoli problemi tecnico-organizzativi. Si compone di una rappresentazione teatrale dal vivo e da video girati durante le parziali liberalizzazioni dei vari confinamenti della pandemia, e soltanto una parte della grande mole di lavoro realizzata viene portata in scena con i necessari aggiustamenti tecnici e narrativi.
“Nella Valle del Caffaro è nata una stella e mezza … forse anche tre o quattro” è stato definito dai suoi stessi ideatori uno spettacolo strampalato. E lo è.
Del resto non potrebbe essere considerata diversamente la vicenda di una suocera, la Gedàsä Gärétä, dall'età imprecisata compresa tra i 60 e i 90 anni, che oltre a tenere a bacchetta la sua bizzarra famiglia, riesce a mettere in crisi una affermata professionista dell'informazione televisiva (peraltro già abbastanza destabilizzata di suo), e a diventare l'opinionista della Valle del Caffaro, dispensatrice di riflessioni sui generis sulla vita e sul mondo. Il tutto condito da un colorito linguaggio dialettale, specifico del luogo e anche ostico in alcune espressioni idiomatiche, ma di effetto spassoso per i contenuti paradossali veicolati dalle vicende trattate, spiegate anche in lingua italiana per buona parte dello spettacolo.
La Gedàsä Gärétä, già nota alla gente di Bagolino per i suoi messaggi alla popolazione al tempo del covid duro, è il personaggio centrale della narrazione, sostenuto anche da altre figure di cui la più popolare è Costanza Versiversaille, già conduttrice radiofonica della Radio Canài délä Tópä che aveva tenuto banco di sera durante la seconda ondata della pandemia; un terzo personaggio invece di nuova ideazione è Lady Diavola, cantante trasgressiva destinata a spopolare con il suo tormentone canoro tutto frutto della creatività eccentrica del Gruppo Salvadàk.
Facendo i salti mortali per rispettare i tempi dello spettacolo, tutti e tre i personaggi suddetti sono interpretati dalla stessa attrice, Versilla Salvadori, che in questa rappresentazione teatrale mette in atto tutta la sua esperienza di teatro dialettale bagosso e la sua grande passione per la recitazione, realizzando una performance di tutto rispetto (ricordando sempre che parliamo di teatro amatoriale).
Se la Gedàsä Gärétä rappresenta nello spettacolo la Stella nascente della Valle del Caffaro (anzi di più, una Stella e mezza perché una sola non basta a definirne l'inspiegabile carisma), con lei nasce anche la Stella teatrale della sua interprete nei multiformi risvolti di personaggi dalle caratteristiche più diverse, … e forse nascono anche altre tre o quattro Stelle del teatro di Bagolino, i personaggi e chi in scena dà loro voce, aspetto, gestualità.
Ecco così emergere gli interpreti Marco Melzani e Claudio Sbarberi, comprimari nello spettacolo e componenti con la stessa Versilla Salvadori del Trio Rrrö, che portano in scena e in video personaggi strani e divertenti per le storie strambe della nostra opinionista della Valle del Caffaro; e insieme a loro Emanuele Ferremi, chiamato a fare da filo conduttore delle varie parti che compongono lo spettacolo, che si è ben calato nella parte del presentatore scafato e ambizioso.
Così ce n'è per tutti, di gloria, poca, e di lavoro, tanto. Il Gruppo Salvadàk, selvatico letto male, si è buttato con una certa dose di incoscienza in una difficile impresa di cinemateatro, data l'esiguità dei mezzi tecnici a disposizione e delle complicazioni intervenute a causa della pandemia, riuscendo però a portarla a termine anche se con modifiche del progetto iniziale.
E questo grazie alla coesione del gruppo che ha lavorato con determinazione nonostante le difficoltà incontrate: Valerio Galli (riprese video e montaggio), Susanna Zanetti (commento musicale, musiche originali e classiche), Antonella Lombardi (trucco e parrucco), Gianni Ferrandi (animazioni video, logistica), Sergio Marca (amplificazione audio), e La Premiata Ditta Marisa & Luciano (testi, sceneggiatura, fotografia, e coordinamento di scena).
Troppo lungo citare anche i numerosi collaboratori che hanno sostenuto il lavoro del gruppo, ma sarebbe bello sapere anche chi ha generosamente contribuito alla realizzazione dello spettacolo; così se volete saperne di più, venite ad assistere allo spettacolo, perché saranno tutti ringraziati.
In questo modo anche voi contribuirete alla raccolta di fondi a favore della Cooperativa Sociale Cogess, e in più vi divertirete (o almeno si spera). Partecipate, partecipate numerosi!
Nelle immagini:
Stilizzazione del personaggio della Gedàsä Gärétä a firma di Marta Zanetti
Locandina dello spettacolo “Nella Valle del Caffaro è nata una stella e mezza … forse anche tre o quattro”