Carcasse di animali sotto Ponte Prada

Non è la prima volta che si fanno macabri ritrovamenti come questo, ma stavolta le carcasse di animali abbandonate sotto Ponte Prada, a Bagolino, avrebbero potuto finire nel torrente Caffaro con i conseguenti problemi igienico sanitari.
Sei gli animali morti, a diversi livelli di stato di decomposizione: un vitello, due capre, un capretto e due cani. È quanto hanno rinvenuto gli uomini del Comando stazione forestale di Bagolino, con l’ispettore capo Rolando Bontempelli, durante una perlustrazione.

Il malcostume di un tempo di abbandonare gli animali morti sul territorio, senza preoccuparsi minimamente della legge e della possibile diffusione di malattie, per qualcuno è una pratica ancora attuale. Anche stavolta liberarsene è stato facile: neppure si sono presi la briga di seppellirli.
La legge prevede l’obbligo di rivolgersi a ditte specializzate, per lo smaltimento degli animali morti, ma questo ovviamente comporta una spesa che molti preferiscono non affrontare.
In questo caso addirittura i «furbastri» hanno lanciato gli animali giù dal ponte senza preoccuparsi del torrente che scorre sotto.

Rivolgendosi alle ditte specializzate, smaltire un animale di piccola taglia morto, come un cane o un capretto, può costare all’incirca 50 euro, per un bovino ci vogliono 150 euro. E la spesa è a carico del privato, perciò in molti preferiscono sbrigarsela così. Nella vicina provincia di Trento invece è la Federazione provinciale allevatori a sostenere la spesa, e il privato sborsa al massimo 6 euro per il certificato del veterinario. Raramente in Trentino si verificano ritrovamenti del genere, mentre nei nostri comuni capita spesso: nell’arco di un anno a Bagolino è successo almeno altre due volte.

Sotto ponte Prada sembrava quasi un cimitero, una discarica di animali. Dopo il ritrovamento dei giorni scorsi gli animali sono stati rimossi, con l’aiuto degli operai del Comune di Bagolino.
Sul posto è intervenuto il veterinario dell’Asl e la ditta specializzata che ha portato il tutto in provincia di Padova, a quello che viene chiamato «stabilimento di pretrattamento», dove le carcasse vengono lavorate e poi destinate all’inceneritore.
A pagare per lo smaltimento questa volta sarà il Comune di Bagolino, intanto l’ufficio della Guardia Forestale ha sporto una denuncia contro ignoti.

Mila Rovatti da Bresciaoggi

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