07 Dicembre 2014, 12.00
Anfo Valsabbia
Libri

Le origini della Rocca d'Anfo e di S.Antonio

di Giancarlo Melzani

Il quarto Quaderno delle edizioni di Anforacconta raccoglie un importante contributo storico-artistico di Romeo Seccamani, che ipotizza la contemporanea genesi del complesso fortificato di Rocca d’Anfo e del ciclo di affreschi di S. Antonio di Castér


Due straordinarie emergenze nel panorama sociale e politico di fine ‘400 tra Brescia e Trento, che affondano le loro radici in pieno Umanesimo, e alle quali oggi si tenta concretamente di far esprimere in pieno le innegabili potenzialità attrattive per qualificare l’offerta turistico- culturale valligiana.

Il volume è stato presentato venerdì 7 novembre nella sede della Comunità di Valle, alla presenza di un folto e interessatissimo pubblico, con una puntuale e affascinante relazione di Alfredo Bonomi che ha brillantemente assolto il compito di riassumerne i fondamentali assunti critici, sia storici che artistici, condensando il filo di un ampio discorso che porta Romeo Seccamani a ipotizzare la chiamata in causa dei grandi nomi di Fra’ Giocondo e Liberale da Verona.

Gianmaria Flocchini e Claudio Ferremi, Presidente e Assessore alla Cultura della Comunità, insieme a Gianpietro Mabellini Sindaco di Anfo, nello sponsorizzare concretamente l’iniziativa, hanno sottolineato l’impegno delle rispettive istituzioni nel valorizzare quanto di meglio il territorio possa offrire dal punto di vista culturale, nel senso più ampio del termine, ponendo il Quaderno della nostra Pro Loco come primo passo su questa strada.

Da sottolineare infine che la pubblicazione ottiene il prestigioso patrocinio dell’Ateneo di Brescia, nonché l’importante concreto sostegno offerto dallo Studio d’Arte Zanetti di Bagolino.

Sempre su Anforacconta è riportato uno stralcio della prefazione al volume.

Questo nuovo studio di Romeo Seccamani è l’ultima più evidente testimonianza del suo fortissimo legame con il territorio di Anfo e della sua passione per ogni segno di storia, religione, arte, cultura, che in questo territorio ancora resiste.
E se molti di questi segni sono inesorabilmente scomparsi, egli ce li fa riaffiorare con puntiglioso scavo e visionaria fantasia evocandoci la suggestiva e vigorosa epopea di una comunità e di un ambiente in profonda, orgogliosa dinamica dialettica, e in definitiva, ci costringe a riflettere sui suoi valori e comportamenti, confrontandoli nel tempo.

Un pur sommario repertorio della sua attività, di impegno civile e culturale, condensatasi negli anni fondamentalmente in numerosi scritti e innumerevoli scatti fotografici, può dare un’idea del costante impegno che il Nostro ha energicamente messo in campo, partendo giovanissimo da Sindaco del paese, fondatore della locale Pro Loco, valido pittore e altrettanto valido restauratore, via via scrittore, fotografo, e non da ultimo agricoltore; e tutto con riconosciuti esiti tutt’altro che dilettanteschi. Non a caso ha dato alla sua principale attività di restauratore il motto di Laboratorio di ricerca, facendo di questi sostantivi il paradigma del suo modo di intendere l’esistenza sua, e implicitamente anche quella di tutti gli uomini in generale.

***

Il restauro della chiesetta di Sant’Antonio, che gli è stato affidato e che è ora in corso, rappresenta proprio il giusto coronamento della sua vita professionale e umana: obiettivo tenacemente perseguito e felicemente “imposto” alla distratta e smemorata comunità.
Romeo fin da giovanissimo si è sentito attratto dall'arte figurativa in tutte le sue forme e si è dedicato con passione, sacrificio, studio e talento ad essa. L'altro suo grande amore è stato il suo paese, Anfo, un microcosmo che non si è mai stancato di osservare, descrivere, salvaguardare. E proprio qui, fin da quando era un giovane restauratore, aveva scoperto uno “scrigno” prezioso, che andava pulito, studiato, restituito all'ammirazione di tutti: la chiesetta di Sant’Antonio sul dosso di Castér.

Erano gli anni Sessanta e allora il giovane Romeo poté partecipare al recupero e alla sommaria pulitura, che gli furono sufficienti però per rendersi conto di essere di fronte a un'opera di grande valore, come fu subito confermato anche da tutti gli studiosi che visitarono la chiesetta.
In seguito vennero commissionati però solo interventi di ordinaria manutenzione e la chiesetta fu pressoché abbandonata.
Ma non da Romeo che spesso ne parlava e interessava studiosi, sperando di risvegliare nella autorità competenti il giusto interesse per questo santuario che egli ritiene fin da allora accogliere sulle sue pareti forse il più bel ciclo di affreschi del Quattrocento della nostra provincia.

Sono passati quarant'anni e, finalmente, ora si sta procedendo a un vero e proprio restauro.
Il presente volume non è tuttavia la storia di questo restauro; esso è stato in gestazione per tutti questi anni di oblio generale, oggetto per Romeo di continuo approfondimento e studio, di confronti stilistici ed estetici, di riscontri storici, per cercare di capire perché qui e per mano di chi sia sorto questo santuario.

Il restauro attuale è iniziato grazie alla decisione della Parrocchia di Anfo,
con il contributo della Fondazione Comunità Bresciana e prosegue ora con quello della Fondazione Cariplo, tramite il Distretto Culturale della Valle Sabbia.
La lettura di questo testo ci permette di condividere con Lui il suo stupore di fronte alla bellezza degli affreschi, alla raffinatezza delle soluzioni rappresentative, ma anche l’opportunità di verosimilmente ipotizzare come mai proprio qui sia stato possibile il manifestarsi di un'opera così completa e imprevedibile, squadernando un suggestivo mosaico del periodo storico in cui si realizzò.

Dal punto di vista storico, si tratta di un'indagine completa e documentata che porta alla ribalta personaggi noti e meno noti del tempo, mentre dal punto di vista artistico mette in luce con appassionata sinestesia la poetica del maestro rinascimentale autore degli affreschi che potrebbe essere, secondo Romeo, Liberale da Verona: tutto ciò ci fa riflettere sulla laboriosità e sulla fatica della ricerca ma nel contempo ci partecipa nei risultati un autentico piacere etico ed estetico.

Il definitivo restauro di Sant’Antonio potrà essere accompagnato da un’altra pubblicazione, che scientificamente ne esponga, come si usa, le varie fasi e le modalità di intervento. Così come qualche altro testo forse illustrerà con ulteriori particolari una Rocca restituita alla pubblica fruizione: i due monumenti valsabbini più significativi per storia e arte sono per felice combinazione sul territorio di Anfo, e Romeo sicuramente auspica che la loro giusta valorizzazione contribuisca alla sua prosperità.

Da Anforacconta di Giancarlo Melzani

In foto: particolare di un affresco; momento della presentazione del libro; Sant'Antonio di Caster; la copertina del libro di Seccamani.
 



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