01 Ottobre 2021, 07.07
Anfo
Il candidato

Gianpietro Mabellini

di val.

Bancario ed amministratore di lungo corso, sindaco dal 2011 al 2016, Gianpietro Mabellini a 66 anni ci riprova


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Lo fa con “Anfo Bene Comune” ed una squadra affiatata e collaudata con l’aggiunta di qualche nome nuovo.
Fra questi c’è Giulio Arrighini, già parlamentare negli anni Novanta con la Lega Nord, rimasto poi fermamente autonomista quando il partito ha cambiato pelle ed ora facente parte del movimento Indipendenza Lombarda.

«Il programma? Prima di tutto bisognerà risolvere il problema del vecchio stabile che durante la guerra ospitava la Guardia di Finanza e poi è diventato l’asilo per i bimbi del paese – ci dice Mabellini -. L’avevamo già messo sotto osservazione più di cinque anni fa, figuriamoci oggi: il tetto è sfondato, i muri sono pericolanti e l’Amministrazione comunale non ha trovato di meglio da fare che metterci una rete che serve a ben poco.
Se quello stabile crolla, infatti, finisce sulle case sottostanti che sono abitate. Non so come si faccia a non affrontare unaquestione di questo genere».

I sassolini nelle scarpe sono tanti: «Quando abbiamo concluso il mandato dovevano arrivare un milione mezzo di euro dalla regione.
Servivano per mettere a posto il municipio, che ancora non è a norma, e la scuola materna. Con quei fondi avremmo realizzato un info-point turistico ed un piccolo supermercato».

«Invece – aggiunge -, gli attuali amministratori, solo per ripicca nei nostri confronti, sono stati capaci di perdere quei soldi.
Su questa vicenda ho fatto ricorso alla Corte dei Conti per danno erariale, vedremo come andrà a finire, intanto però quei soldi non ci sono più: i turisti che arrivano per visitare la rocca dal paese non ci passano e in occasione del lock-down i cittadini di Anfo dovevano andare fino a Lavenone per fare la spesa».

«Dicono poi che siamo contrari alla realizzazione della pista ciclabile fra Ponte Caffaro e Anfo, non c’è niente di più falso – afferma ancora Mabellini -. Quello che diciamo è che se non si va d’accordo coi proprietari e si affrontano le questioni con gli espropri a muso duro, si rischia di farla chissà quando, quella pista ciclabile».

«Poi c’è una questione di cui nessuno parla, ma che dà da pensare: cinque anni fa abitavano ad Anfo circa 500 persone e oggi ce ne sono 50 di meno. Sono meno di venti quelli passati a miglior vita e gli altri? Che fine hanno fatto?
Vogliamo capire cosa sta succedendo al nostro paese?».

Legalità e condivisione sono le parole più usate nel pieghevole distribuito in paese.

Poi c’è futuro: «Se decidete di votare pe noi, non fatelo solo per noi e per voi, ,a pensate anche ai vostri e nostri figli, fatelo per loro. Ci piacerebbe sentire dalla loro voce, con fierezza “io abito ad Anfo” e allora diciamoci chiaramente “non per noi, ma per i nostri figli”».





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