Questa volta ho deciso di spingermi oltre le solite buche che ben conosco e che circoscrivono il mio mondo. Oltre le cosiddette colonne d'Ercole alla ricerca di un "mondo pescabile nuovo" in quelle buche più in alto vicino ai 1900m, dove l'acqua scorre ancora più pura come la mia adrenalina.

Sto camminando, in compagnia di mio fratello, da circa un'ora e mezza (fra l'altro sul ripido sentiero ho incontrato un bell'esemplare di 'boletus edulis' alias porcino) e resisto alla tentazione del richiamo soave del ruscello che scorre imperterrito sotto di me, perché voglio pescarlo oltre la frontiera simbolica  
della confluenza con un altro piccolo rio.

Affronto questa avventura con la mia fidata canna da spinning da 1,80m (il cui ingombro minimo la rende perfettamente trasportabile con lo zaino) e un mulinello Shimano taglia 2000. A causa del caldo torrido e degli scarsi eventi pluviometrici, impiego un rotante argentato del nr.1 che ben si presta alle ridotte dimensioni delle buche.

Sto ancora fantasticando su quali tesori gialli e preziosi si nascondano sotto le acque, (mi riferisco ovviamente alle trote e non a pagliuzze d'oro) della splendida cascata ammirata con il binocolo il giorno prima, dove inizia la nuova frontiera.

Al primo lancio si appalesa subito una rustica fario da consumarsi gli occhi, la rilascio e subito dopo l'altra (non si è verificato il sortilegio della 'maledizione del primo lancio', vedasi articolo). 

Spingersi oltre il conosciuto, esplorare, risalendo a fatica ripidi pendii, scegliere il percorso migliore verso lo spot successivo, spesso porta a enormi soddisfazioni, proprio come accaduto in questa meravigliosa uscita.

Alla prossima conquista...