Lavoro, finanza e impresa.
di val.

Serata partecipata e particolarmente interessante, per gli argomenti trattati e per le presenze illustri, quella organizzata dal partito democratico valsabbino che ha avuto luogo l’altra sera a Gavardo.

Per l’occasione, a parlare di “lavoro, finanza e impresa”, si sono trovati dietro ad un tavolo i parlamentari Matteo Colaninno,  Paolo Corsini e Guido Galperti.
Dopo la presentazione di Daniela Bresciani e l’introduzione a cura di Gianantonio Girelli, incalzati dalle domande della giornalista Paola Pasini, i tre hanno affrontato i nodi della questione.
Sono partiti dalle cause della crisi economica che stiamo attraversando per analizzare poi gli effetti e soprattutto le risposte che da parte del Governo italiano “insufficienti e in una direzione sbagliata”, per indicare poi una strada buona per uscirne.
 
A Matteo Colannino in particolare, abbiamo rivolto tre domande:
 
Cosa può fare il Pd  per la crisi economica attuale?
Stiamo da più di un anno combattendo contro l’idea che questa crisi sia una crisi passeggera. Il Governo ha dapprima negato addirittura l’esistenza della crisi, l’ha sottovalutata nelle misure che ha messo in campo, con un enorme dislivello tra la portata e la pesantezza di questa crisi e la quantità e la qualità delle risorse che ha messo in campo per dare agli imprenditori e alle imprese e quindi al lavoro la capacità di resistere.
Oggi noi siamo soprattutto impegnati a costruire un dibattito sul futuro del un sistema economico italiano, perché io penso che i prossimi mesi saranno purtroppo molto duri in termini di occupazione. Poi c’è bisogno di dare risposte concrete ai cittadini,a partire da quelli più deboli, più esposti e più bisognosi, C’è da costruire insieme al sistema economico e produttivo italiano una prospettiva capace di dare a tutti quanti un futuro.
 
Dal suo osservatorio cosa ci può dire dell’operazione Camozzi-INSE.
E’ un’operazione che ha visto un’importante e grande famiglia imprenditoriale bresciana salvare lavoro azienda e futuro di quell’azienda e di quei lavoratori, Quindi non faccio altro che esprimere un giudizio assolutamente positivo e mi rallegro per la riuscita di questa operazione. Non credo però che sia un’operazione facilmente ripetibile.
In questo caso c’era un potenziale ancora di futuro in quell’impresa. Normalmente di fronte a questa crisi quando le imprese chiudono o rischiano la chiusura difficilmente riaprono.
Quindi questo è stato un caso molto positivo del quale ci si deve rallegrare.
 
Bersani, Franceschini o Marino?
Io sono impegnato in questo momento per Bersani, perché penso che sia in grado di esprimere la solidità e la competenza di chi è stato al governo del paese e di chi ha governato come presidente in una regione importante come l’Emilia Romagna.
Bersani ha inoltre la capacità di comprendere e leggere i fenomeni economici, di parlare il linguaggio delle imprese, di essere percepito dagli imprenditori e di avere, diciamo, il peso specifico e le spalle robuste per gestire in questo momento il partito.
Lo dico con grande rispetto anche per Dario Franceschini, ma in questo momento io penso che Bersani sia il leader giusto per dare le risposte ai cittadini e ai nostri elettori.
 

 

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