Il comico opinionista che ha calcato il palco di Zelig e Colorado Cafè si è presentato al numeroso pubblico della Festa in veste di cantautore.

Ruolo che è risultato a lui congeniale, “un ritorno alle radici…” ci racconta in una chiacchierata prima dello spettacolo.

“..ritorno favorito ed incentivato anche dagli amici del Club Tenco, che due anni fa gli proposero l’idea di realizzare un disco dove re-interpretare le canzoni del cantautore francese George Brassens”.

 

Per quest’operazione è andato alla ricerca dei migliori musicisti presenti sulla scena italiana, solo per citarne alcuni: Ellade Bandini, Mauro Pagani, Giorgio Conte.

Alle traduzioni ha lavorato con Patrucco anche Sergio Secondiano Sacchi, colonna portante del Club Tenco.

Il risultato è davvero eccellente. La voce di Alberto, decisa, graffiante ed irriverente, si fonde a meraviglia con i suoni raffinati e ricercati degli arrangiamenti. Come in un crescendo si sente spuntare il violino di Pagani, il flauto di Giovanni Blok e lo scaccia pensieri di Antonio Silva. Più di trenta i musicisti che hanno voluto partecipare a questo lavoro.

 

Il difficile lavoro di traduzione è pienamente riuscito, lo spirito delle canzoni è rimasto intatto e la metrica non ne ha risentito: un lavoro certosino, di penna e di cuore.

Lo spirito ironico e dissacrante di Brannsens è riproposto con nuova forza e vigore, con dolcezza ed eleganza.

Il titolo dell’album è “Chi non la pensa come noi” e si trova in tutti i negozi di dischi.

 

Durante lo spettacolo le canzoni sono state intervallate da monologhi che hanno toccato temi di attualità e di interesse sociale.

Come lui stesso ci racconta “…il comico è badile e piccone, deve distruggere; ad altri il compito di costruire”.

E lui demolisce, distrugge, annienta divertendosi un mondo!. Ci parla poi di teatro, televisione, censura, e di come sia poco libero il mondo della comicità.

Una voce fuori dal coro, interessante, pungente e fastidiosa. Continua così.