Arrivati! E poi subito ripartiti
di John Comini

Ultima corrispondenza dal Nord della Spagna dal nostro John Comini, attento osservatore e ottimo comunicatore, al seguito dei dieci ciclisti avisini di Gavardo lungo il «Camino» che li ha portati a Santiago de Compostela.

Venerdì 21 agosto 2009
 
Passa il tempo sopra il tempo/ ma non devi aver paura/ sembra correre come il vento/ però il tempo non ha premura./ Piangi e ridi come allora/ ridi e piangi e ridi ancora /ogni gioia ogni dolore/ puoi ritrovarli nella luce di un’ora. (De André)
 
Arrivati! E poi subito ripartiti… Ieri sera ci aspettava un’ottima paella e del sangria che ha riscaldato un clima freddo e ventoso.
Per la prima volta si sono rese utili le coperte dell’albergo! E poi, sulla terrazza, tutti insieme a cantare le canzoni di De André, di Vecchioni, di De Gregori, di Vasco e compagnia bella (qualcuno abbozzava qualche attacco di Renato Zero o dei Pooh, ma il chitarrista Arturo declinava l’invito).
Nel frattempo si notavano alcuni pellegrini partire nel buio della notte, sotto le vaghe stelle… Poi suonava il silenzio da parte delle cameriere (vicino c’era un ostello con viandanti presumibilmente distrutti) e buonanotte ai suonatori.
 
Stamattina i ciclisti sono partiti come allegri  vagabondi: Santiago era a poco più di una sessantina di km, ormai era fatta…sulla carta! Perché era un continuo saliscendi (alla fine della settimana il gruppo ha superato i 900 km con un dislivello complessivamente superiore al Monte Bianco…)  e i magnifici 10 non hanno potuto partecipare alla rituale celebrazione della S. Messa del pellegrino del mezzogiorno.
Santiago di Compostela, finalmente! Quanti pellegrini! Sbucavano da ogni dove, da ogni vicolo, cantando e chiacchierando in una babele di lingue… Tutti impolverati, tutti stanchi, tutti elettrizzati, tutti in attesa di qualcosa…
Alcuni “furgonauti” (dopo aver dato un passaggio ad una “guida” scout marchigiana, bloccata dal mal di schiena) hanno percorso a piedi l’ultimo tratto, per poi partecipare alla Messa, con l’animo in apprensione per la sorte dei nostri ciclisti.
La folla di fedeli che assiepava la cattedrale di San Giacomo era davvero incredibile, e c’era parecchio frastuono tra le antiche volte, ma durante la funzione il silenzio era davvero “sentito”.
Poi finalmente sono arrivati i ciclisti… E davvero difficile, forse impossibile, raccontare l’emozione vissuta da tutti…Ognuno in cuor suo avrà ripercorso questa settimana, densa di piccole e grandi cose, ognuno avrà percepito il senso del tempo trascorso insieme…
 
Mentre il gruppo si recava presso il vicino Ufficio del Cammino per farsi dare il visto finale della Credencial, si poteva ammirare la folla di pellegrini che formava un formicaio, nell’enorme sagrato dinanzi alla magnifica cattedrale…
Gruppi che gridavano all’unisono alzando in cielo i bastoni, ragazzi che si gettavano a terra e se ne stavano poi immobili ad ammirare la facciata della chiesa, ragazze che piangevano, giovani che si abbracciavano sfiniti e felici, gente che si fotografava, gente che pensava, gente che pregava, gente che guardava…
Bastava vedere i volti di quelle persone per capire il grande significato del Cammino di Santiago… Quando Giovanni Paolo II aveva celebrato qui la Giornata Mondiale della Gioventù nel 1989, aveva dato ancor più risalto ad una delle esperienze più significative della fede cristiana .
 
Certo, il traguardo del Cammino di Santiago è solo la tappa intermedia di un percorso che –se ognuno di noi lo vorrà- dovrà poi continuare nella vita di tutti i giorni.  Certo, sarebbe bello se i problemi si risolvessero con una faticosa scarpinata o con una lunga biciclettata. Il Cammino è una proposta, sta a ciascuno farla propria e interiorizzarla…
“Vedrai vedrai/ vedrai che cambierà/ forse non sarà domani/ ma un bel giorno cambierà…” (L. Tenco)
 
Grazie ai magnifici 10 ciclisti: Barbara, Cama, Ciba, Dorina, Giovanni, Jerry, Valter,  Paolo, Sergio e capitan Arturo. Grazie al gruppo ciclistico dell’Avis, anche noi familiari abbiamo potuto vivere questa magnifica avventura: Carla, Domenica, Emi, Giulia e Simo.
Grazie alla ditta Otelli di Sarezzo che ha offerto con grande generosità il comodissimo furgone. Grazie alle mountain-bike che non ci hanno mai tradito. Grazie al paesaggio (e a Chi l’ha creato). Grazie alla Spagna e alla cordialità dei Donates de Sangre del signor Martin! Magari fossero tutti così sensibili all’importanza della donazione!
 
Stasera tappa di ritorno a Leòn, dove abbiamo avuto la fortuna di osservare la cattedrale illuminata. Uno spettacolo! La sera è arrivata molto tardi, siamo tutti stanchi ed emozionati…Domani si riparte, a casa qualcuno ci aspetta…
“E’ una giornata senza pretese non ci succede una volta al mese, stiamo qua abbracciati ad aspettare la sera/ E se mi guardi io non ti vedo/ ma mi ricordo del nostro amore/ siamo qua, messi qua, ad aspettare la sera…” (V. Capossela)
 
Buon Cammino a chi è solo…
Buon Cammino a chi è lontano…
Buon Cammino a chi non si sente amato…
Buon Cammino a chi non si sente compreso…
Buon Cammino a chi ha bisogno di aiuto…
Buon Cammino a chi non ha lavoro…
Buon Cammino a chi non crede più in niente…
Buon Cammino a chi è disperato…
Buon Cammino a chi vuol cambiare questo mondo…
Buon Cammino a chi crede ancora nella speranza…
Buon Cammino a chi è in un letto d’ospedale…
Buon Cammino ai bambini del Mali e del Saharawi…
Buon Cammino agli anziani…
Buon Cammino a chi tira avanti la baracca ogni giorno…
Buon Cammino a chi ha crede ancora nei sogni e nella poesia…
Buon Cammino a chi dona qualcosa agli altri…
Buon Cammino a chi vive la propria vita ogni giorno, semplicemente…
A Santiago di Compostela ho visto due bambini che dormivano sulla carrozzina, trainata dal papà ciclista, con la mamma in bici che li seguiva… Dormivano, e forse sognavano, in mezzo al chiasso e alla confusione….Buon Cammino anche a voi, bambini, e che San Giacomo vi protegga nel cammino difficile, incerto e meraviglioso della vita!

”Di acqua e di respiro di passi sparsi di bocconi al vento di lentezza
di incerto movimento di precise parole si vive…
di alti  di bassi  battiti del cuore  fasi della luna  e ritmi della terra…
e si sbaglia il passo  si vive di fortune raccontate e di viaggiare  e si cammina stanchi si vive di lenta costruzione  e di tempo che ci inchioda
si vive di pane  di speranza di bere  un vino buono per l'estate  rotolando si vive
 si vive di sguardi fermi  di risposte folgoranti  di lettere partite
che aspettiamo in cima al mistero di essere così soli… Di questo si vive
e di tant'altro ancora…”    (Ivano Fossati)
P.S.- Se tutto va bene, torniamo per domenica sera… a Dio piacendo… Buon Cammino a tutti!

 

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