L'Assunta
di John Comini

E' appena cominciata e prosegue l'avventura dei ciclisti gavardesi dell'Avis in direzione di Santiago de Compostela... e John Comini documenta.

Sabato 15 agosto 2009
 
Cesare Pavese si chiedeva: “A che serve passare dei giorni se non si ricordano?” E qui in Spagna il gruppo ciclistico dell’Avis ne ha di cose da ricordare! La giornata di oggi, ad esempio, Festa dell’Assunta, una giornata di splendido sole (pure troppo…), in cui una stupenda distesa di altopiani si tinge di tutte le gradazioni del giallo e del marrone, si mescola a macchie di vigneti dal verde intenso e si confonde con un cielo azzurro come non mai.
 
Il paesaggio è davvero fantastico, ti coglie impreparato nonostante tutti immagini viste sulla Spagna. Lo stupore ti assale davanti ad una distesa sconfinata, correndo col furgone sulle larghe strade spagnole, percorse da pochissime auto rispettosissime del codice, mentre sulle strette strade del Cammino di Santiago sudano e sbuffano i dieci ciclisti del gruppo Avis.
La seconda tappa è partita da Puente la Reina: un villaggio straordinario, visitato la sera prima: come potremo dimenticare  la via principale, con i bellissimi portoni medioevali, la chiesa con la statua della Madonna Bambina, il ponte alto sul fiume Arga, uno dei simboli del Cammino, dove un tempo si incontravano i pellegrini provenienti da Aragona con quelli provenienti dalla Francia?
E poi i bambini che giocavano in strada, felici come solo i bambini possono esserlo, mentre vicino i pellegrini sostavano nell’ostello, oasi benefica e davvero miracolosa per i piedi e l’anima.
Qui la comitiva avisini ha potuto trascorrere una serata rilassante, fatta di comicissime battute, di cordialità e di birre fresche, medicina poco ortodossa per spegnere l’arsura della serata afosa.
 
Al gruppo si è affiancata Cristina, una cordiale ragazza trentina incontrata prima di cena (era scesa all’aeroporto di Pamplona con  bici e sacchi di scorta) e stamane è stata compagna di pedalate e di fatica.
E’ proprio così: il Cammino di Santiago sembra fatto per favoriree gli incontri belli e strani, come quello con due attempati ma arzilli inglesi, ormai in pensione, che da 5 anni stanno girando in bici il mondo in lungo e in largo (hanno apprezzato l’Iraq…) e che se ne staranno in giro ancora per un paio d'anni, prima di tornarsene a casa, novelli Ulisse sui pedali.
Nella città di Estella lo staff di supporto, sul comodo furgone della ditta Otelli, con l’efficiente Simona a far da navigatrice, ha acquistato le vettovaglie (pani lunghi alla francese, prosciutto e frutta fresca) per un pranzo veloce a Logrono, un centro che sulla carta pareva piccolo ma che si è rivelata una città con tutti i sacri crismi.
Una cosa inoppugnabile è riscontrare la pulizia delle strade spagnole, oltre che la civiltà del traffico: chiunque attraversi le strisce pedonali ha il diritto di far fermare le auto (sembra un miracolo per noi italiani…).
 
Ad un certo punto si sono sentite alcune esplosioni. Il sottoscritto, da sempre leopardianamente pessimista, ha pensato a bombe dell’Eta: ma si trattava di petardi fatti scoppiare in occasione della festività dell’Assunta.
Abbiamo così avuto la fortuna di incontrare una processione dei religiosissimi spagnoli, con tanto di statua della Madonna su un baldacchino portato a spalle da baldi giovani vestiti di bianco con fasce rosse, preceduta da vivacissimi bambini con occhi grandi e neri che tenevano in mano bandiere e crocifissi, al grido di “Viva Maria!”.
Il gruppo degli ardimentosi, con i bravi e inseparabili Sergio e Jerry spesso davanti a mò di staffetta, una volta rifocillatosi, visto il caldo (se 40 gradi vi sembran pochi…) e vista la distanza da Haro (111 km di su e giù), ha pensato bene di sbagliar strada e di allungare il tragitto di altri 25 km.
 
Le due simpatiche donne cicliste, Barbara e Domenica, sono state ancora una volta eroiche ed hanno avuto il plauso di tutta la truppa.
Sulla strada sterrata hanno notato una rete metallica con appese centinaia e centinaia di piccole croci di legno, testimonianza del passaggio dei pellegrini… un po’ più in là si sono osservate miriadi di piccole sculture formate con sassi del Cammino.
Come scriveva qualcuno, “alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza, più profonde del linguaggio e delle abitudini: seguire i propri sogni e imparare a essere se stessi, condividendo con gli altri la magia di quella scoperta.”
 
Al bravo Arturo, entusiasta responsabile dell’impresa, è giunto un messaggio che inizia testualmente: “Queridos amigos, el día 18 de agosto a las 11 horas aproximadamente les estaremos esperando en León, enfrente del Hostal de San Marcos (paso obligado del Camino de Santiago)…”
In buona sostanza, martedì prossimo a León, sede della Federazione Spagnola di Donatori di Sangue, il Presidente Nazionale Martin Manceñido Fuertes, accompagnato da vari membri dell'Organizzazione nazionale e dell'Associazione di Donatori di Sangue di León, formeranno il comitato di benvenuto alla comitiva gavardese.
Il benvenuto avverrà come si faceva anticamente da queste parti: verranno offerti frutti secchi e bibite "per seguire el Camino".
Al benvenuto assisteranno anche le Autorità del Municipio di León ed ovviamente i Mezzi di Comunicazione. In tal modo, come desiderano i gentilissimi ospiti, lo sforzo del  gruppo AVIS di Gavardo, che mira alla promozione della donazione di sangue, avrà eco in León e in tutta la Spagna. Olè!!!
“E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita.” (Hermann Hesse)

 

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