Risplende a Bione... il campanile
di Ubaldo Vallini

Giornata da segnare sul calendario, quella di ieri a Bione Pieve, dove il campanile dell’Assunta ha ripreso a segnare le ore e a suonar campane, dopo mesi di inattivitŕ

Risale allo scorso mese di marzo, infatti l’innalzamanto delle impalcature necessarie per la sistemazione del tetto e per una quando mai doverosa azione di pulizia delle pareti. Protezioni per gli operai, che hanno imposto il silenzio alle campane e il fermo dell’orologio a quattro quadranti.
Ieri questa sorta di camicia di forza attorno al campanile è stata velocemente smantellata e tutti hanno potuto osservare quanto sia riuscita l’operazione di recupero strutturale ed estetico.
 
Tanto che i bionesi non hanno mancato di dichiarare la loro meraviglia nel rivolgere lo sguardo all’insù, soprattutto nello scorgere le lavorazioni sugli intonaci rimessi a nuovo, celate per decenni dal muschio e dai depositi di smog.
Il Campanile della Pieve di Bione era stato alzato di alcuni metri nel 1952 e da allora nessuno piĂą aveva potuto metterci mano.
 
L’intervento di restauro, a cura dell’impresa Garattini-Malzani, è inserito in una più ampia operazione di recupero dell’intera struttura della chiesa che, al pari di molte altre valsabbine, ha dovuto subire la violenza del terremoto del 2004. L’intero progetto, affidato all’impresa Walter Cornalini, prevedeva una spesa di 760 mila euro, 500 mila dei quali coperti dalla regione Lombardia con i fondi per la ricostruzione. “Ci vorranno più soldi perché ogni giorno troviamo delle sorprese che rallentano i lavori e li fanno costare di più” ci ha confidato don Aurelio, che non molla mai il cantiere.
 
Tempi? “Ci piacerebbe finire per il prossimo Natale, ma ancora non sappiamo se ci riusciremo – aggiunge il parroco -. La facciata è stata ancorata con delle chiavi alla copertura resa antisismica. Sono emerse alcune fessurazioni lungo gli arconi, ad ogni modo mi hanno assicurato che l’intera struttura non dovrebbe avere più problemi. Ora stiamo aspettando l’autorizzazione per ripulire di fuori e di dentro anche il resto della chiesa, già che ci sono le impalcature, in particolare la controfacciata”.
 
Il caso ha voluto che qualche tempo prima del terremoto, erano state notate alcune fessurazioni sulle cinque guglie che sovrastano la facciata.
Pietre che giĂ  avevano perso le palle di rame che portavano in punta.
Le profonde crepe avevano consigliato la rimozione dei manufatti con una gru ed è stato un intervento fortunato: sarebbero certo caduti “naturalmente” e pericolosamente la notte del terremoto. Il progetto di restauro prevede che anche le guglie rientrino nella loro sede originaria.   

 

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