Donazioni, devozione e... pedali
“Le discese ardite e le risalite”: cosě cantava il mitico Lucio Battisti. E discese e risalite sta percorrendo il gruppo ciclistico Avis di Gavardo, per prepararsi ad affrontare il Cammino di Santiago di Compostela.

Secondo la tradizione, il pellegrinaggio a Santiago viene fatto a piedi, per cogliere anche la dimensione della lentezza, per vedere con occhi diversi la natura, gli altri e se stessi. Ma il tempo è spesso impietoso e la durata delle ferie non sempre coincide con quanto si vorrebbe.
E poi c’è il fatto che a Gavardo, da una decina di anni, esiste un gruppo affiatato di persone che, oltre all’esperienza di solidarietà della donazione di sangue, ha creato un gruppo ciclistico che ama percorrere in mountain bike le strade della provincia e non solo.
 
Il viaggio nel 2000 a Roma, durante l’Anno Santo, è rimasto nel cuore di tutti i membri del gruppo. La bicicletta, allora come oggi, può diventare un mezzo per instaurare un rapporto di umana partecipazione e di condivisione di valori universali come quelli che da sempre propugna l’Avis.
Come dice il poeta, “il bello non era arrivare, il bello era viaggiare”...
Ecco allora l’idea di percorrere il magico Cammino in bicicletta, partendo da Roncisvalle fino a Santiago di Compostela, dal 14 al 21 agosto, passando attraverso i borghi che migliaia di anni hanno reso fonte di preghiera, di riflessione profonda, di speranza.
 
Ecco allora che una decina di giovani (qui l’età anagrafica non vale, conta solo quello che uno sente nel cuore) ha deciso pedalare per ottocento km, diviso in otto tappe, scortati da un gruppo di familiari che fungono da  supporto logistico, con un furgone attrezzato offerto dal team ciclistico Aspiratori Otelli - Caseificio Zani.
Un pellegrinaggio che è anche messaggio promozionale sulla donazione del sangue e che ha già visto il coinvolgimento delle Associazioni francesi (Fédération Française pour le Don de Sang Bénévole)  e spagnole (Federación Española de Donantes de Sangre)   dei donatori di sangue.
 
Ecco allora che la fatica, il solleone o la pioggia sferzante, diverranno per i ciclisti non soltanto elementi da affrontare come sfida, ma momenti che aprono l’animo alla solidarietà, all’amicizia, a ristabilire un dialogo con se stessi, con la natura, condividendo con gli altri la magia di quella scoperta.
Le vie del Signore sono infinite, e  passano anche da Santiago di Compostela.
 
 
John Comini
 
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