Ono Degno sul piede di guerra contro Telecom
di Cesare Fumana

Da due anni continue interruzioni del servizio, da un anno ancora più frequente. Iniziata una raccolta firme contro l'azienda telefonica.

Sono davvero esasperati e sul piede di guerra nei confronti di Telecom Italia gli abitanti della frazione Beata Vergine di Ono Degno, nel comune di Pertica Bassa. Da quasi due anni continuano ad avere disservizi sulla linea telefonica.

«Prima il problema – ci riferisce arrabbiato Gian Marco Dusina, uno dei residenti – si ripeteva quasi una volta al mese; dall’inizio di quest’anno la frequenza è di molto peggiorata e si ripete circa ogni 10 giorni, se non settimanalmente. Il telefono rimane senza linea per circa cinque o sei giorni, fin quando degli operatori non intervengono, ma il problema continua a ripresentarsi».

E ogni volta bisogna chiamare la Telecom, con le estenuanti attese prima che un operatore risponda. Le famiglie interessate sono circa una trentina sulle cinquanta residenti, molti anche gli anziani per i quali il telefono è uno strumento indispensabile per comunicare, considerando anche che la frazione non è ben coperta dalla rete dei telefonini.

«È una truffa – ci ripete il signor Gian Marco – noi paghiamo regolarmente la bolletta per un servizio che non riceviamo. Dovremmo cominciare a non più pagarle». Sono in molti a pensarla come lui, ma chi è passato ai fatti si è visto subito tagliare i fili del telefono. C’è chi sta pensando addirittura d’intentare una causa nei confronti dell’azienda.

In particolare dopo i temporali la vecchia centralina, che avrebbe bisogno di essere sostituita, salta. Alcuni cittadini hanno cominciato nel frattempo una raccolta firme e anche l’Amministrazione comunale intende mandare una protesta formale all’azienda telefonica, anche perché del problema ne risente anche la scuola elementare. «È mia intenzione scrivere una lettera a Telecom – spiega il sindaco Manuel Nicola Bacchetti – nella quale chiederò di provvedere alle dovute riparazioni o altrimenti inviterò i miei concittadini a non pagare le bollette. Forse l’unica maniera per farsi ascoltare è quella di minacciare di non pagare».

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