Ippovie e piste ciclabili
Un lettore di Vobarno esprime apprezzamento per l’Ippovia appena inaugurata e fa presente un problema, riguardo alle piste ciclabili asfaltate, per quanti come lui amano il trekking a cavallo.

Leggo, con piacere, che il giorno 21/06/2009 è stata inaugurata la tratta dell’Ippovia dell’Adamello da parte dei Cavalieri del Garda dei quali posseggo la tessera associativa. Colgo la palla al balzo per affrontare un problema attinente che riguarda la tratta della pista ciclabile in corso di esecuzione nel comune di Sabbio Chiese, che, a quanto si sente dire, pare ci siano intenzioni di procederne all’asfaltatura.
Se ciò fosse vero, sarebbe un’ulteriore limitazione alla circolazione dei cavalli, e renderebbe inutile l’Ippovia, in quanto tra poco non vi sarà più la possibilità di accedervi tramite le vecchie strade che ormai stanno diventando tutte piste ciclabili asfaltate.
Di seguito allego una mia lettera pubblicata su diverse riviste e siti d’equitazione. Vi sarei molto grato se anche voi vorrete darmi la possibilità di esporre il problema anche nell’ambito del mio territorio.

Abito a Vobarno in provincia di Brescia e da oltre venti anni trascorro il mio tempo libero domenicale in compagnia del mio cavallo, che per me rappresenta l’appagamento a tante rinunzie e sacrifici per riuscire a mantenerlo ed accudirlo in proprio.
Per gli spostamenti sul territorio, ho sempre utilizzato vecchi sentieri abbandonati e strade di campagna, che negli ultimi anni sono state quasi totalmente asfaltate e trasformate in piste ciclabili.
 
Niente da eccepire essendo anche il sottoscritto amante della bicicletta, se non ché su queste piste ultimamente stanno comparendo a raffica divieti di transito ai cavalli. Ciò, di conseguenza, costringe noi cavalieri a trasferirci sulle strade statali, dove scesi da cavallo dobbiamo tenere l’animale alla corda fino a raggiungere il primo accesso al bosco disponibile.
La cosa di per sé sembrerebbe normalissima, ma per chi se ne intende di cavalli sa come sia difficile governare un animale già pauroso di natura, in mezzo alle autovetture che incuranti del pericolo lo sfiorano anche a 100 all’ora magari aggiungendovi qualche colpo di clacson, non pensando minimamente che la persona che lo tiene riesce a guidarlo come se fosse una macchina, in quanto è un essere vivente che può avere delle reazioni impreviste dovute alla paura.
 
Tengo a precisare che il sottoscritto è sempre stato molto rispettoso sia dell’ambiente che delle altre persone e a tal fine è sempre stato munito di apposita paletta e contenitore per poter raccogliere eventuali defecazioni del cavallo.
Sottolineo, non è che io provi invidia o disprezzo nei confronti dei ciclisti che utilizzano le piste, ma sarei contento che uno sport non ne precluda un altro, altrimenti che senso ha che Province e Regioni investano risorse ed energie per riuscire ad aprire mega ippovie, quando ci vengono tolti anche i pochi sentieri rimasti che ci permettono di uscire da ormai cementificatissimi paesi per poter accedere ad esse?
 
Ora, convengo che non tutti "i cavalieri" siano educati e purtroppo alcune volte io stesso provo rabbia quando vedo che il loro passaggio ha lasciato delle inequivocabili tracce, pertanto la soluzione a mio avviso, potrebbe essere quella di lasciarci ove possibile uno spazio sterrato che costeggi la pista largo circa 60 centimetri e porre il cartello di raccogliere obbligatoriamente le deiezioni dei cavalli, come si fa con i cani, inasprendo controlli e sanzioni per chi non ne rispetti l’obbligo.
Ciò mi sembrerebbe il minino dovuto a un animale che nel corso dei secoli a contribuito all’evoluzione e al progresso della società in cui viviamo, altrimenti non ci resta che sperare che i cavalli ora imparino anche a volare.

Ringrazio e porgo i migliori saluti.
Denis Tiboni