Rimproveri al figlio, scatta la vendetta
Ha avuto origine da un banale rimprovero in fabbrica la lite furibonda che ha coinvolto due marocchini ed una coppia di algerini lunedì sera in viale Brescia a Villanuova.

Un banale rimprovero sul luogo di lavoro, un’azienda meccanica della bassa Valsabbia, dove lavorano due dei quattro protagonisti di questa assurda vicenda che ha avuto l’epilogo lunedì sera in viale Brescia a Villanuova. È stata la stura di una vendetta che si è protratta nel tempo, con minacce e insulti e danneggiamento dell’auto di una donna algerina di 41 anni che abita a Roè Volciano.
Sua colpa? Essere moglie di un operaio 48enne che aveva rimproverato il giovane collega di lavoro, un ragazzo marocchino di 20 anni, pure loro di Roè.

A novembre la donna - stando a quanto ha denunciato ai carabinieri - ha sporto la prima denuncia per minacce legate anche a questioni religiose. Due le querele firmate. Nonostante l’invito dei carabinieri al giovane maghrebino e al padre che ha 44anni di usare la testa e di smetterla, la situazione non è cambiata. In più occasioni la donna sarebbe stata vittima di insulti e di minacce da parte di padre e figlio.
All’ora di cena di lunedì l’ultimo episodio. Mentre rincasava a bordo della sua Fiat «600» è stata oggetto di insulti verbali e di gesti pesanti.

Spaventata ha fatto ritorno a casa chiedendo aiuto al marito. Insieme sono usciti per recarsi in città e in viale Brescia a Villanuova le due coppie si sono incontrate casualmente. Ne è nato il parapiglia. Prima insulti, poi i colpi di spranga che hanno mandato in frantumi i finestrini e il parabrezza dell’utilitaria. Colpiti dal bastone anche marito e moglie che cercavano di bloccarli: sono stati costretti a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale di Gavardo.

L’intervento dei carabinieri di Gavardo e del Radiomobile di Salò, attorno alle venti, dopo la segnalazione di una rissa tra stranieri, ha posto fine, almeno per adesso e in attesa che il caso arrivi in tribunale.
In una stanza dell’ospedale per esami radiologici e per essere medicati marito e moglie. Per entrambi prognosi di 20 giorni. In arresto padre e figlio marocchini che hanno così voluto vendicare quell’affronto, quel rimprovero in fabbrica. Si trovano entrambi in cella a Canton Mombello. I carabinieri li accusano di lesioni personali, danneggiamento e di minacce. Per via delle persecuzioni continuate sulla donna è ipotizzato anche lo stalking, violenza psicologica.

F.MO. da Bresciaoggi

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