L'ottone prende il volo ai Fondi di Agnosine
di Ubaldo Vallini

Un'azienda č stata ridotta sul lastrico da un furto di ottone, nella notte fra mercoledě e giovedě. I ladri si sono portati via tutte le maniglie presenti nel capannone. Il bottino ammonterebbe a 230mila euro.

Cinquecento quintali di ottone, più o meno, per un valore che supera i duecentoventi mila euro. Praticamente tutto il valore dell’azienda.
E’ quello che è sparito nottetempo alla Forme Srl, maniglieria che ha sede nella zona industriale di Agnosine, in un capannone in affitto nel quale effettua solo le lavorazioni finali. “Per noi il danno è di gran lunga maggiore – ci ha detto disperato Fiorenzo Pasotti, proprietario dell’azienda insieme ai figli Stefano ed Enrico -. Gran parte delle maniglie erano già pronte per la spedizione”.
Al danno materiale va dunque ad aggiungersi il lavoro inutile e la mancata consegna della commessa, come se fosse facile di questi tempi averne, di ordinativi.

Il furto è avvenuto nella notte fra mercoledì e giovedì, dopo le tre di notte.
A quell’ora, infatti, il capannone è stato ispezionato all’esterno da un agente della “Vigilanza” che non ha rilevato nulla di anormale ed ha infilato il bigliettino nella fessura della grande porta d’alluminio dell’azienda.
I ladri devono aver comunque lavorato a lungo all’interno del capannone, visto che dopo aver caricato con il muletto il grosso della merce contenuta nelle cassette, hanno avuto il tempo di portarsi via persino le maniglie ferme sui nastri di trasporto dei robot nell’area dedicata alla produzione ed hanno aperto i cartoni uno ad uno lasciando sul posto quelli che contenevano oggetti di ferro o di zama.

Per involarsi col bottino devono aver utilizzato un grosso camion, lo testimonia la rete in fondo al piazzale, divelta con ogni probabilitĂ  nel fare manovra.
La brutta sorpresa per i proprietari solo al mattino di ieri.
Forme Srl, nella quale oltre ai proprietari lavorano un paio di operai, si è trasferita da Caino nell’area industriale di Agnosine lo scorso mese di luglio e non era ancora stato installato nessun impianto di allarme.
Sull’intera vicenda indagano i carabinieri di Sabbio Chiese.
Desta perplessità il fatto che non siano stati riscontrati segni di effrazione, né sul pesante cancello che impedisce l’accesso al piazzale, né sulla serratura della porta di ingresso.
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