L'ultimo viaggio del «vecio»
Nella parrocchiale che Belprato dedica a Sant’Antonio Abate, si sono svolti venerd pomeriggio i funerali di Italo Gabusi, reduce di Nikolajewka.

Nella parrocchiale che Belprato dedica a Sant’Antonio Abate, si sono svolti venerdì pomeriggio i funerali di Italo Gabusi, reduce di Nikolajewka.
Tante le persone, di tutte le età, ad affollare il tempio. Persone che hanno voluto accompagnare il “vecio” per il suo ultimo viaggio.

“Nessuno è capace di un amore più grande di questo: dare la vita per i prorpi compagni” ha detto il parroco don Abramo Camisani iniziando la sua omelia. Gli facevano cornice i gagliardetti degli Alpini di molti Gruppi della zona (Valsabbia e Valtrompia), il vessillo della “Monte Suello” di Salò e la bandiera dei Combattenti, la tromba a scandire i momenti della messa.
“Sono queste parole cariche di significato – ha aggiunto don Abramo -. Rappresentano il dono e l’amore che questo nostro fratello che è andato avanti ha accolto nella sua vita. Dono e amoree che oggi ci consegna, perché possano essere da tutti noi custoditi e vissuti ancora più intensamente”.

Poi Don Abramo ha intonato il “Signore delle cime”. Coinvolgenti ed emozianti il raccoglimento, le lacrime commosse delle persone accorse vicine alla Famiglia, il calore di quanto si sono stretti nel ricordo del caro nonno Moreto.
Rolando, uno dei generi, visibilmente commosso, ha letto orgoglioso la Preghiera dell’Alpino.
Con la tromba sulle note del Silenzio, l’ultimo saluto al Moreto, al cimitero. E’ l’addio ad una persona davvero “speciale”, che resterà nella mente e nel cuore di tutti.

“Arrivederci…”

R.M.
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